Il ritorno sulla scena mediatica di Massimiliano Santopadre, ex presidente del Perugia, non poteva passare inosservato. Dopo aver lasciato la guida del club biancorosso quasi un anno fa, cedendolo all’attuale proprietario Javier Faroni, l’ex numero uno è intervenuto ai microfoni di TMW Radio nella trasmissione “A Tutta C”. Un intervento a tutto campo: dal campionato di Serie C, alle scelte sui giovani, fino al rapporto con l’attuale presidente e all’introduzione del VAR in Serie C, novità assoluta di questa stagione.
Santopadre ha voluto iniziare parlando del campionato in corso, sottolineandone le insidie e l’equilibrio diffuso:
“Ancora è un pochino presto per dire se mi sta piacendo o meno, sono passate soltanto le prime due partite e vedo sempre un grande equilibrio, competizione, squadre che magari partono sulla carta un po' indietro, poi si rivelano sorprese. Insomma, come tutti la chiamano è veramente una ‘palude’ e lo è proprio per questo motivo, per il grande equilibrio che c'è, la competitività nella categoria”.
Il tema dei giovani resta però centrale per l’ex patron, che non ha nascosto una punta di rammarico:
“Dicevo che mi sarebbe piaciuto vedere un po' più di giovani in campo, sicuramente sì. Ma d'altronde le squadre vogliono competere, comunque i giocatori di esperienza magari danno più sicurezza, più tranquillità. Però non vorrei mai dimenticare che sono campionati che dovrebbero preparare i giovani a delle categorie più importanti”.
Il capitolo più delicato è sicuramente quello legato alla cessione del Perugia e al nuovo corso biancorosso sotto la proprietà di Faroni. Santopadre non si è tirato indietro:
“Quando uno decide di vendere è perché evidentemente aveva dei buoni motivi per farlo. Io sono sicuro di aver fatto la scelta giusta. Il calcio all'inizio manca, mancano i ritmi, l'adrenalina, poi passa il tempo, ci si abitua. Mi piacerebbe molto fare un'esperienza da dirigente, non più da proprietario, per mettere a frutto la mia esperienza. Per quanto riguarda il Perugia, ormai è un discorso chiuso”.
Parole nette, che tracciano una linea chiara: il rapporto con il Grifo, almeno dal punto di vista gestionale, si è concluso. Nonostante questo, Santopadre non dimentica il valore affettivo di un’avventura durata oltre un decennio:
“Il Perugia per me è come un figlio, gli auguro sempre il meglio perché il suo meglio significa il meglio per il Perugia. Un anno di calcio sono sette di vita, come stress è un mondo che si capisce solo quando ci si è dentro”.
Sul nuovo proprietario, il giudizio resta sospeso, ma non mancano le osservazioni pungenti:
“Il rapporto con Faroni non è idilliaco per le varie vicissitudini, però è uno straniero venuto in Italia a fare un'esperienza importante, ha difficoltà maggiori delle nostre. Il calcio si fa in due modi, con i soldi o con le competenze. Lui, alle prime esperienze, dovrebbe investire tantissimo”.
Uno dei temi più attuali è certamente l’introduzione del VFS in Serie C. Santopadre, che ha vissuto da dirigente l’impatto di questa tecnologia nelle categorie superiori, ha espresso un punto di vista pragmatico:
“Devo dire che durante una partita vedere queste interruzioni non fa molto piacere, anche per la perdita di tempo. Però non dimentichiamoci che queste categorie non sono da apprendistato solo per i calciatori, ma lo sono anche per gli arbitri. È chiaro che degli arbitri giovani, inesperti, sono più portati all'errore e l'aiuto tecnologico per me a questo punto era doveroso, anche se non deve essere la panacea di tutti i mali, ci vuole sempre il valore dell'arbitro Da spettatore, le continue interruzioni tolgono il ritmo alla partita; per controbilanciare, abbiamo visto già dei maxi recuperi. Il mio dubbio è che non abbiamo pazienza con gli arbitri di Serie A, ho paura che si conceda poco tempo a questi ragazzi in Serie C per imparare ad utilizzarlo sotto pressione”.
Per Santopadre, però, resta una tappa necessaria di crescita per tutto il movimento:
“È necessario che gli arbitri facciano questo passaggio nelle categorie inferiori. È formativo per tutti: arbitri, calciatori, dirigenti. Quindi ben venga la Serie C per gli arbitri, la tecnologia deve essere di aiuto, non sostitutiva. Trovare il modo per essere più rapidi, questo sì, perché togliere il ritmo alla partita per me è un problema. Sono probabilmente aggiustamenti che verranno trovati. Anche chi sta dietro i monitor ha bisogno di esperienza, è la prima esperienza. Ma oggi, chi tornerebbe alle partite di calcio senza VAR? Penso nessuno”.