Prosegue senza sosta il ritiro del Perugia in Argentina. La squadra di mister Vincenzo Cangelosi sta gettando le basi per la prossima stagione di Serie C con un solo obiettivo in testa: tornare nel calcio che conta, quella Serie B che la piazza biancorossa reclama e merita. Il cronoprogramma del club parla chiaro: due anni per risalire, con una stagione da protagonisti già alle porte. E così, tra doppie sedute, test match e sudore, il Perugia prova a costruire la propria rinascita a migliaia di chilometri dall’Umbria.
Il gruppo ha già disputato la prima amichevole precampionato contro i giovani dell’Independiente: risultato finale 2-1 per gli argentini, ma in questa fase conta poco. Conta invece iniziare a vedere sul campo le idee di Cangelosi, la tenuta atletica dei ragazzi e la fame di riscatto dopo un’annata di delusioni.
Tra i volti più motivati c’è Davide Riccardi, difensore centrale classe ’96, arrivato a gennaio dal Novara. Con dodici presenze già archiviate in maglia biancorossa, Riccardi si è fatto apprezzare per rendimento e mentalità. Ai microfoni dei canali ufficiali del club, ha raccontato come sta andando questa full immersion sudamericana.
“Il ritiro procede bene - spiega Riccardi - stiamo nella fase dove carichiamo tanto, è stancante. In compenso siamo in una bellissima struttura, abbiamo a disposizione la piscina, il campo, si mangia bene. Si lavora ma c’è anche un momento dove possiamo rilassarci e recuperare”, racconta con tono disteso ma concentrato.
In Sudamerica non si risparmiano carichi e sudore. Cangelosi chiede una condizione impeccabile per costruire una squadra capace di correre, pressare e soffrire. “Il mister ci dice che per vincere le partite bisogna correre più degli altri. Noi ci diamo da fare. Stiamo reggendo bene i carichi, c’è molta voglia di migliorarsi, è positivo per tutti noi”, prosegue Riccardi, evidenziando il messaggio chiaro che lo staff tecnico sta trasmettendo al gruppo: prima di tutto serve gamba.
La cornice di lavoro è di primissimo livello. Allenamenti intensi, ma anche strutture di qualità: “Nel pomeriggio siamo nel centro sportivo Afa dove non manca niente - sottolinea Riccardi - i campi sono perfetti, abbiamo a disposizione la palestra e tante altre cose che in Italia magari non abbiamo”. Un contesto ideale per amalgamare squadra e staff tecnico, ma anche per forgiare quello spirito di gruppo che nei campionati di Lega Pro può fare la differenza.
Il primo test match contro l’Independiente ha dato segnali incoraggianti nonostante la sconfitta. “È stata una partita positiva, non cercavamo il risultato visto che avevamo un bel carico sulle gambe. Il mister ci ha chiesto di stare bene in campo ed aggredire in avanti, è stato un adattamento alla partita”, analizza Riccardi. Insomma, le gambe sono pesanti - com’è giusto che sia - ma l’atteggiamento sembra già quello giusto.
Perugia vuole ripartire dalle fondamenta: solidità difensiva, organizzazione e fame di vittoria. Ma serve anche voltare pagina rispetto a una stagione passata chiusa senza acuti. Lo sa bene Riccardi, che spiega quale dev’essere la mentalità per l’annata che verrà: “Dobbiamo migliorarci, l’anno scorso potevamo chiudere con un obiettivo ma non ce l’abbiamo fatta. Ognuno di noi ha capito in che squadra si trova, tutti dobbiamo dare di più rispetto all’anno scorso, siamo sulla strada giusta per migliorarci”, ribadisce. Parole che lasciano intendere quanto la delusione passata sia diventata carburante per una rivincita da conquistare centimetro dopo centimetro.
Il clima nel ritiro argentino è quello giusto anche fuori dal campo. Camere condivise, momenti di relax e complicità che cementano il gruppo. Riccardi svela un dettaglio di spogliatoio: “In stanza sono con Broh, ci conosciamo da una vita, avevamo giocato insieme dieci anni fa. Ci guardiamo qualche film, ascoltiamo un po’ di musica, passiamo il tempo”. Storie di quotidianità che raccontano di una squadra ancora in costruzione ma già compatta.