27 Jul, 2025 - 22:00

Perugia, tentata rapina in gioielleria: titolare mette in fuga i ladri

Perugia, tentata rapina in gioielleria: titolare mette in fuga i ladri

Un pomeriggio di paura si è trasformato in un atto di coraggio. Nella giornata di ieri, due malviventi hanno tentato una rapina ai danni della gioielleria Bartoccini, situata all’interno del centro commerciale di San Sisto, nella zona sud-ovest del capoluogo umbro. Pensavano di agire indisturbati, approfittando della pausa pranzo e dell’orario di chiusura. Ma non avevano fatto i conti con la determinazione della titolare, che li ha sorpresi e messi in fuga lanciando oggetti e urlando a squarciagola. Un intervento tanto istintivo quanto efficace, che ha evitato conseguenze peggiori.

Il tentativo di rapina alla gioielleria: i fatti

Era l’ora di pranzo, quando nel silenzio apparente del centro commerciale due individui si sono avvicinati all’ingresso della gioielleria, credendola vuota. In realtà, all’interno si trovava ancora la titolare, impegnata nel laboratorio situato al piano inferiore del punto vendita. Improvvisamente, la donna ha avvertito dei forti rumori provenire dal piano superiore: i due malviventi, certi che il negozio fosse deserto, avevano sfondato la porta d’ingresso per introdursi all’interno.

Salita per verificare cosa stesse accadendo, la donna si è trovata faccia a faccia con i due rapinatori. Sorpresi dalla sua presenza, i criminali sono rimasti interdetti per alcuni secondi, mentre la titolare - seppur spaventata - ha lanciato oggetti nella loro direzione e urlato con forza, riuscendo a disorientarli e spingerli alla fuga prima che potessero completare il colpo.

La loro azione è stata rapida e fortunatamente non si è trasformata in tragedia: i due uomini non erano armati e, vistisi scoperti, si sono dileguati in fretta, salendo su un’automobile parcheggiata all’esterno. Prima di fuggire, sarebbero riusciti a sottrarre pochi oggetti, mentre una delle vetrine è stata danneggiata nel tentativo di forzarla.

Grazie alla prontezza della titolare e al fatto che la merce più preziosa fosse già stata messa in sicurezza, il colpo non è andato a buon fine. Sul posto sono intervenute le pattuglie della Squadra Volante e della Mobile, oltre alla Polizia Scientifica, che ha effettuato rilievi all’interno dell’esercizio e nelle aree limitrofe. Sono in corso le indagini della Questura di Perugia, che ha acquisito le registrazioni delle telecamere di sorveglianza, sia interne alla gioielleria che installate nel centro commerciale. Utili anche le testimonianze raccolte dai commercianti della zona.

Precedenti simili in città: la rapina armata alla gioielleria Biagini

Non è la prima volta che una gioielleria perugina finisce nel mirino dei criminali. Lo scorso ottobre, infatti, un episodio ben più grave si verificò in via Calderini, nel cuore del centro storico, presso la gioielleria Biagini. In quel caso, i rapinatori erano tre uomini armati di pistola, che fecero irruzione all’interno del negozio dove si trovavano il titolare, quattro dipendenti e una cliente.

L’azione fu fulminea: i malviventi minacciarono il personale, costringendolo a collaborare, e in pochi minuti sottrassero gioielli per un valore superiore ai 100mila euro. Fortunatamente, la cliente era appena uscita dal negozio al momento dell’assalto e non fu coinvolta direttamente. Le testimonianze raccolte da chi era presente si rivelarono fondamentali per le indagini, che sono tuttora aperte.

Due episodi a distanza di pochi mesi che confermano come le gioiellerie, per la tipologia di beni custoditi, rappresentino obiettivi sensibili e facilmente esposti all’azione di bande organizzate o di criminali occasionali.

Cosa prevede la legge italiana per il reato di rapina

Il Codice Penale italiano, all’articolo 628, definisce la rapina come l’atto di sottrarre qualcosa a un altro mediante violenza o minaccia. La pena prevista varia da un minimo di 5 a un massimo di 10 anni di reclusione, con l’aggiunta di una multa che va da 1.000 a 2.500 euro.

Se sussistono aggravanti - come l’uso di armi, il travisamento del volto, la commissione in luogo pubblico o l’appartenenza a un gruppo organizzato - la pena può salire da 6 a 20 anni, con multa fino a 3.000 euro. In particolare, quando la rapina avviene in un esercizio commerciale, in orari pubblici o con premeditazione, la gravità del reato viene valutata in modo ancora più stringente.

Nel caso in cui non vi sia uso di armi né violenza fisica, e il tentativo non si concretizzi, come avvenuto nel caso della gioielleria Bartoccini, la Procura potrà comunque configurare il reato di tentata rapina, punibile in modo proporzionato rispetto all’entità dell’azione e al danno effettivo causato. La danneggiatura di beni e l’intrusione aggravano ulteriormente il quadro accusatorio.

In parallelo, la legge tutela chi si oppone a una rapina in stato di necessità o per legittima difesa. Tuttavia, la giurisprudenza italiana richiede sempre un’attenta valutazione del rapporto tra difesa e offesa, per stabilire se la reazione sia proporzionata.

AUTORE
foto autore
Lorenzo Farneti
condividi sui social
condividi su facebook condividi su x condividi su linkedin condividi su whatsapp
ARTICOLI RECENTI
LEGGI ANCHE