08 Dec, 2025 - 12:30

Perugia, tanto ardore ma poca qualità: è già svanito l’effetto Tedesco?

Perugia, tanto ardore ma poca qualità: è già svanito l’effetto Tedesco?

La sconfitta maturata ieri pomeriggio nel derby casalingo contro la Ternana rischia di lasciare strascichi pesanti in casa biancorossa. Il Perugia esce dal “Curi” con più dubbi che certezze, travolto da una crisi che si fa sempre più profonda. La classifica è impietosa: il Grifo è terzultimo a pari punti con il Pontedera, un dato che fotografa perfettamente il momento complicato che vive la squadra. La zona franca si allontana a cinque lunghezze, con la Sambenedettese ferma a quota diciassette punti, un margine che inizia a diventare tutt’altro che trascurabile alla luce delle difficoltà mostrate nelle ultime settimane.

Perugia, la sconfitta nel derby pesa: classifica da brividi e segnali preoccupanti. L’effetto Tedesco è già svanito?

L’avvio dell’era Tedesco aveva restituito entusiasmo, ardore, un senso di appartenenza ritrovato. Dal suo approdo sulla panchina biancorossa, poco più di un mese fa, era tornata una spinta emotiva fondamentale: aggressività, compattezza, voglia di battagliare su ogni pallone. Un atteggiamento che per qualche partita aveva fatto da parziale antidoto ai limiti tecnici di una squadra che, come noto, fatica da inizio stagione a trovare una propria identità.

Negli ultimi dieci giorni, però, qualcosa si è incrinato. Due sconfitte di fila, prima ad Alessandria contro la Juventus Next Gen e poi nel derby, hanno riportato a galla tutte le fragilità strutturali del Perugia. Contro i bianconeri era mancato tutto: intensità, voglia, pressione alta. Nel derby, al contrario, l’agonismo non è venuto meno, anzi. La squadra ha provato con orgoglio a restare nel match, trovando anche il momentaneo pareggio con Tozzuolo su assist di Manzari. Ma l’inerzia della partita ha raccontato una storia diversa: il Grifo ha provato a lottare, ma la sensazione è quella che la strada intrapresa rischi di portare a un vicolo cieco se non arriveranno soluzioni immediate.

Gli errori individuali, i limiti tecnici e la difficoltà nel gestire i momenti cruciali della gara rappresentano un campanello d’allarme che non può essere ignorato. La squadra sembra vivere una crisi di qualità ancor prima che di risultati. Un problema profondo, che va oltre il singolo match e che rischia di condizionare l’intera stagione.

Grifo, manca la qualità: rosa superiore alle concorrenti ma senza identità 

Il Perugia è in difficoltà da inizio stagione. Solo due vittorie conquistate, tre allenatori cambiati e una costante incapacità di far emergere le qualità teoricamente presenti nella rosa. Perché, guardando sulla carta le concorrenti dirette nella lotta salvezza, l’organico biancorosso dovrebbe essere nettamente superiore. A inizio anno, addirittura, il Grifo era considerato da molti una possibile protagonista della zona alta della classifica. Ma il campo, come sempre, è il giudice supremo, e la realtà racconta tutt’altro.

Il problema è chiaro: i giocatori non stanno rendendo per quanto ci si aspetterebbe. Tre cambi in panchina in pochi mesi sono un segnale evidente di un ambiente in cerca disperata di una scossa che non è mai realmente arrivata. E se è vero che con Giovanni Tedesco si è rivista una squadra più viva, più combattiva, più identitaria, è altrettanto vero che questa energia non basta più. L’ardore ha tamponato temporaneamente le falle, ma con il passare delle settimane i limiti tecnici e tattici sono riemersi in tutta la loro evidenza.

L’arrivo di Riccardo Gaucci e Walter Novellino nell’organigramma ha riportato entusiasmo e progettualità, ma la squadra continua a faticare nel produrre gioco. Le prime uscite con Tedesco avevano illuso: pressing alto, intensità, mentalità aggressiva. Con il tempo, però, queste armi si sono rivelate insufficienti per colmare la mancanza di qualità nelle giocate.

Il centrocampo è il reparto che sta pagando più di tutti questo deficit. Nel derby contro la Ternana, la scelta iniziale di affidarsi a Torrasi, Megelaitis e Tumbarello non ha dato i risultati sperati. Poca qualità, poche linee di passaggio utili, difficoltà a costruire dal basso e nel creare superiorità numerica. L’esclusione di Bartolomei, uno dei pochi in grado di dettare i tempi, non ha portato i risultati sperati: il centrocampo rossoverde ha dominato nella zona nevralgica, vincendo duelli e seconde palle con troppa facilità.

Restano dubbi anche su Joselito, giocatore giovane ma dotato di qualità nel breve e visione di gioco. Nella prima parte di stagione era stato tra i più positivi, ma dall’arrivo di Tedesco è sparito dai radar. Un’assenza difficile da comprendere, soprattutto in un momento in cui la manovra fatica a svilupparsi.

In attacco, qualche lampo di qualità è arrivato da Manzari, autore dell’assist per Tozzuolo. Ma troppo poco per una squadra che fatica a costruire occasioni pulite. Matos e Bacchin, entrati nella ripresa, non hanno cambiato l’inerzia dell’incontro. Il Perugia manca completamente di triangolazioni sulle fasce, gioco tra le linee e capacità di creare densità offensiva. L’assenza nelle ultime due gare di un giocatore chiave come Giunti ha ulteriormente penalizzato un reparto nevralgico già in difficoltà.

Sul piano tattico, i continui cambi di formazione delle ultime settimane dimostrano che Tedesco non ha ancora trovato la quadratura. Serve stabilità, serve una linea chiara, serve soprattutto recuperare la qualità perduta. Perché l’ardore è fondamentale, ma da solo non basta. E a gennaio, come ha sottolineato lo stesso tecnico, serviranno innesti mirati. Ma prima ancora servirà ritrovare ciò che questa squadra ha smarrito da troppo tempo: identità, qualità e coraggio nelle giocate.

 

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Lorenzo Farneti
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