29 Sep, 2025 - 18:00

Perugia, peggior inizio di sempre nell’era dei tre punti: numeri e statistiche

Perugia, peggior inizio di sempre nell’era dei tre punti: numeri e statistiche

È un Perugia che preoccupa e non poco. Dopo sette giornate di campionato, il Grifo si ritrova in una situazione che sa di incubo: solo tre punti in classifica, frutto di altrettanti pareggi, conditi da quattro sconfitte consecutive, le ultime due maturate davanti al pubblico amico del “Renato Curi”. Un bottino troppo magro per una piazza ambiziosa e passionale, che nelle sue tante stagioni di Serie A e B ha vissuto ben altri orizzonti.

L’esonero di Vincenzo Cangelosi, arrivato la scorsa settimana, non ha per ora prodotto quella scossa immediata che ci si poteva attendere. Al suo posto è stato chiamato Piero Braglia, tecnico di lunga esperienza, ma le prime due uscite con lui in panchina sono state altrettante sconfitte: il turno infrasettimanale contro la Sambenedettese e il match casalingo con la Pianese.

Dati alla mano, la classifica parla chiaro: penultimo posto e un morale che tocca il fondo. Da domani la squadra entrerà in ritiro per preparare la delicata trasferta di domenica prossima a Carpi. L’obiettivo è uno solo: vincere. Perché a questo punto il tempo degli alibi è terminato e serve un cambio di rotta deciso per non veder compromessa un’intera stagione già a ottobre.

Il peggior avvio della storia del Grifo: numeri, paragoni e precedenti


Dopo sette giornate, il Perugia si trova a quota tre punti. Mai, da quando nel 1994-95 è stato introdotto il sistema dei tre punti a vittoria, il Grifo si era trovato così in basso a questo punto della stagione. Una statistica che fa male, perché mette nero su bianco un dato inequivocabile: questo è l’avvio peggiore della storia recente del club biancorosso.

Gli unici due precedenti che si avvicinano a questo ruolino sono la stagione 2022-23 e la 2003-04. Nel primo caso, con Silvio Baldini in panchina, il Perugia era in Serie B e dopo sette gare aveva conquistato quattro punti. La stagione si concluse con la retrocessione in Serie C. Nel secondo, nel 2003-04, in Serie A, la squadra guidata da Serse Cosmi si trovava a quota cinque dopo sette giornate, e anche allora la fine non fu felice: retrocessione in Serie B.

Il paragone storico non è incoraggiante. Numeri che evocano ricordi dolorosi e che preoccupano i tifosi, consapevoli che troppo spesso certi avvii hanno segnato l’esito di un campionato. La regola “chi ben comincia è a metà dell’opera” vale soprattutto nel calcio, dove la fiducia accumulata nelle prime settimane può incidere profondamente.

E se oggi il Perugia arranca al penultimo posto, è inevitabile che la piazza viva con apprensione questa fase. Basti pensare che solo due stagioni fa, sempre dopo sette giornate, il Grifo era quinto in classifica con 13 punti. Nel 2014-15 addirittura, in Serie B, la squadra guidata allora da Camplone era prima a quota 14 dopo lo stesso numero di partite. Il contrasto con il presente è netto e doloroso: da leader a fanalino di coda nel giro di pochi anni, con il pubblico del “Curi” che si trova oggi a fare i conti con un clima di sfiducia e contestazione.

Mister Braglia ha preso in mano un gruppo in difficoltà psicologica oltre che tecnica. Dopo l’arrivo in panchina, il tempo per lavorare è stato ridottissimo: subito la sfida infrasettimanale con la Sambenedettese e poi la Pianese, due gare che non hanno permesso di incidere in profondità. Ora però, con il ritiro programmato, il tecnico avrà a disposizione una settimana intera per trasmettere i suoi principi tattici, ridare compattezza e soprattutto intervenire sulla testa dei giocatori.

Perché il problema principale, più ancora della tenuta atletica o della qualità complessiva della rosa, sembra essere di natura mentale. Si vedono troppi errori banali, poca lucidità e una fragilità evidente nei momenti decisivi. Un aspetto che va corretto al più presto se il Perugia vuole sperare di risalire.

Il campionato è ancora lungo, certo. Ma i numeri dicono che il Grifo parte con un handicap pesante: sette partite già giocate senza vittorie significano rincorrere fin da ora. E la storia recente insegna che rimontare, con la pressione e il peso di una piazza esigente, è tutto fuorché semplice.

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Lorenzo Farneti
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