22 Oct, 2025 - 09:01

Perugia, omicidio Hekuran Cumani: fissata l'autopsia, spunta un indagato

Perugia, omicidio Hekuran Cumani: fissata l'autopsia, spunta un indagato

L’inchiesta sull’uccisione di Hekuran Cumani, 23 anni, cittadino italiano di origini albanesi residente a Fabriano, entra in una fase cruciale. La Procura di Perugia ha disposto l’autopsia, fissata per mercoledì, e nel fascicolo spunta un indagato per omicidio. Si tratta di un passaggio tecnico ma decisivo, perché consente alla persona iscritta nel registro di esercitare le garanzie difensive, a cominciare dalla nomina di un consulente per seguire l’esame autoptico.

C'è un indagato per l'omicidio di Hekuran Cumani a Perugia: mercoledì l'autopsia

L’avviso relativo all’autopsia riporta il nome dell’indagato, come previsto dal codice di procedura penale quando un accertamento irripetibile può incidere sulla ricostruzione dei fatti. L’esame dovrà chiarire traiettoria, profondità e caratteristiche della coltellata che ha raggiunto Cumani al torace, oltre a eventuali segni compatibili con una colluttazione. I risultati, uniti agli accertamenti tossicologici e alle analisi sui vestiti, potranno offrire elementi oggettivi sulla distanza del fendente, sul tipo di lama utilizzata e sui tempi del decesso. Sono riscontri attesi dagli investigatori della Squadra Mobile per allineare testimonianze, referti medici e materiali sequestrati.

La notte della rissa: cosa sappiamo finora

Secondo la ricostruzione sin qui emersa, tra venerdì e sabato un gruppo di amici partiti dalle Marche ha raggiunto Perugia per trascorrere la serata in un locale dell’area universitaria, il 100dieci. All’uscita, intorno alle 4.30, una lite per futili motivi fra due gruppi — i marchigiani e alcuni giovani residenti nella periferia perugina — è degenerata in rissa nel parcheggio del Dipartimento di Matematica e Informatica, in via Luigi Vanvitelli.

Nel tentativo di proteggere il fratello minore, anche lui coinvolto nella concitazione e rimasto ferito, Hekuran Cumani si è frapposto venendo colpito al torace da un fendente risultato fatale. I sanitari del 118 non hanno potuto che constatare il decesso. Nessuno, al momento, ha indicato con certezza chi abbia sferrato la coltellata.

Telecamere, telefoni e coltelli: gli elementi al vaglio

L’assenza di telecamere nel parcheggio universitario e la scarsa utilità delle immagini interne del locale hanno costretto gli investigatori a puntare sui metodi tradizionali: testimonianze, tabulati, tracciati Gps e, soprattutto, il sequestro e l’analisi dei telefoni cellulari dei presenti. Nel corso delle verifiche sono emersi due giovani di 18 anni, uno di origine marocchina e uno di origine tunisina, entrambi italiani di seconda generazione e residenti a Perugia, indagati per reati minori connessi a quella notte (minacce aggravate e porto di oggetti atti a offendere).

Durante i controlli è stato recuperato un coltello senza tracce ematiche, mentre un secondo — descritto come un grosso utensile da cucina e che sarebbe stato introdotto in auto da una ragazza, fidanzata di uno degli indagati — non è stato più rinvenuto. Tra i soggetti finiti sotto i riflettori compare anche un addetto alla sicurezza del 100dieci che, nel tentativo di separare i contendenti, avrebbe colpito accidentalmente con un oggetto contundente il fratello della vittima, episodio che lo stesso buttafuori avrebbe riferito agli inquirenti.

Il nuovo iscritto per omicidio e le indagini

La novità è l’iscrizione per omicidio di una persona, il cui nome compare nell’atto di fissazione dell’autopsia. Non significa una prova di colpevolezza, ma segnala che la Procura ritiene necessario garantire alla difesa il pieno contraddittorio su un accertamento determinante. Al termine dell’esame medico-legale la squadra mobile continuerà con i riscontri tecnici: confronto tra ferita e possibili lame, esami su eventuali microtracce, ulteriori audizioni dei presenti per sciogliere le contraddizioni emerse nelle prime ore, quando paura e shock possono aver pesato sulla qualità delle dichiarazioni. L’obiettivo è comporre un quadro coerente di tempi, movimenti e responsabilità individuali, fino a definire con precisione chi abbia impugnato l’arma e in quali circostanze. Nel frattempo resta alta l’attenzione nell’area universitaria, dove il delitto ha riaperto il tema della sicurezza notturna.

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Giorgia Sdei
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