Ancora una notte violenta al centro di Perugia che fa arrabbiare i residenti, stanchi dell'ennesima rissa capitata tra soggetti ubriachi. L'episodio capitato all'alba di pochi giorni fa è stato stigmatizzato dalle persone che abitano il quartiere che chiedono maggiore sicurezza.
L'ennesimo episodio di violenza a Perugia fa esplodere la rabbia dei residenti. Una violenta rissa tra una ventina di ragazzi e un gruppo di spagnoli, secondo il racconto dei residenti, avrebbe segnato l'alba dei giorni scorsi nella zona universitaria.
Urla, spintoni, pugni e calci si sono susseguiti per diversi minuti, con i protagonisti della vicenda violenta che erano presumibilmente in uno stato alterato. Tanti altri presenti (anch'essi ubriachi) avrebbero caratterizzato la rissa con urla, patteggiando per uno dei due gruppi.
L'arrivo immediato delle forze dell'ordine, a seguito di segnalazione dei residenti, ha portato solo i protagonisti a dileguarsi tra le vie del centro. Rinvenuti solo bicchieri di plastica con resti di birra e alcol, tavolini e sedie rovesciate.
Il quartiere di Fontivegge è, purtroppo, salito agli onori della cronaca per diversi episodi nelle ultime settimane. L'esasperazione dei residenti è palpabile e il dito viene puntato contro alcuni locali della zona che vendono alcool fino a notte fonda, anche violando il divieto di vendita dopo una certa ora di contenitori di vetro.
Per i residenti, spesso i protagonisti di questi episodi escono dal solito locale, più volte sanzionato per casi simili: "Sono spesso ubriachi o sotto effetto di sostanze. Sono carichi all'eccesso e basta uno sguardo, una parola per far esplodere la violenza".
I residenti si augurano che le autorità competenti intervengano, ognuno nel suo settore, per porre un freno a questa situazione. "Ci chiediamo come sia possibile che quel locale - riporta un residente sulle colonne de Il Messaggero -, noto e già multato, che ha portato Fontivegge sui media nazionali, resti aperto. È normale, che dopo tante segnalazioni, le promesse di una stretta, di maggiori controlli, non si riesca a ottenere il modo di stoppare questi eccessi? Per il bene di tutti, perché noi magari le mattine del fine settimana veniamo svegliati dalle urla, ma questa gente poi si mette in macchina, tra alcol e adrenalina. È lecito chiedere cosa poter fare per ottenere più sicurezza?".
L’episodio riapre il dibattito tra chi invoca misure repressive più stringenti e chi propone un approccio integrato. Le associazioni di quartiere e svariati rappresentanti civici sollecitano l’istituzione di un tavolo permanente tra Comune, Regione e forze dell’ordine per affrontare in modo strutturale la questione sicurezza.
Nel frattempo, le autorità locali hanno intensificato la presenza delle pattuglie e il monitoraggio delle aree più sensibili, ma molti cittadini avvertono che, senza un progetto organico di riqualificazione urbana e sociale, il quartiere rischia di restare ostaggio di episodi ricorrenti di microcriminalità e conflitti tra giovani.
La sindaca, nelle scorse settimane, aveva ribadito che il presidio dei luoghi più sensibili e gli interventi mirati di prevenzione resteranno linee guida centrali. Non si tratta solo di reagire a episodi eclatanti, ma di costruire un modello di città in cui la sicurezza quotidiana diventi parte integrante della vita urbana. Un impegno che passa anche dalla collaborazione con le forze di polizia e dal rafforzamento del controllo del territorio.