Un 48enne di Perugia è stato condannato a 1 anno, 9 mesi e 10 giorni di reclusione. L'accusa nei confronti dell'uomo è quella di abusi ai danni della figlia minorenne che dormiva nel letto matrimoniale con i genitori.
Un'altra recente condanna per molestie nei confronti di una figlia minorenne. La vicenda processuale è stata raccontata in primis da PerugiaToday.it. Il 48enne è stato condannato 1 anno, 9 mesi e 10 giorni di reclusione, da scontare con i lavori socialmente utili, lavorando in una cooperativa con i detenuti.
L’uomo, attraverso il legale Michele Maria Amici, ha patteggiato la pena partendo da otto anni di reclusione, con la riduzione di un terzo per la scelta del rito e due terzi per la particolare tenuità del fatto.
L'uomo avrebbe molestato la figlia che si era messa a dormire nel letto matrimoniale coi genitori. I fatti, svoltisi a Perugia, risalgono al 2020.
Il 48enne avrebbe molestato la figlia (minorenne) in un momento per lui difficile. L'imputato, all'epoca dei fatti, avrebbe perso il lavoro e usufruito del percorso per ridurre i debiti.
L'uomo avrebbe anche perso la casa di proprietà e nella sera incriminata, dopo aver bevuto, avrebbe molestato la minorenne, non accorgendosi (secondo la difesa) che si trattasse della figlia.
L’imputato era finito davanti al Primo collegio del Tribunale penale di Perugia, su richiesta della Procura perugina, perché avrebbe abusato “delle condizioni di inferiorità fisica e psichica della persona offesa”, cioè la figlia minore, “incapace di sottrarsi alle richieste del padre per il timore di perdere o comunque di non guadagnarsi il suo affetto”.
Sono state contestate, infine, le aggravanti della minore età e del fatto che si trattasse della figlia dell'imputato.
Secondo la difesa, l'uomo avrebbe abusato della figlia in modo inconsapevole. Il 48enne, all'epoca dei fatti, avrebbe lasciato la casa per più di un mese, rientrando solo dopo aver fatto pace con la coniuge.
La figlia, invece, avrebbe raccontato quanto avvenuto, dopo 4 anni, durante una seduta dalla psicologa. Da lì è scattata la segnalazione alla Procura di Perugia e il processo, con la conseguente condanna per l'uomo.
Episodi di molestie e abusi che non sembrano avere fine. A giugno a finire sotto processo era stato un uomo residente a Terni, accusato di aver maltrattato l’ex compagna e i loro figli minori. Le indagini condotte dalla Procura di Terni avevano scoperto un quadro allarmante: insulti quotidiani, aggressioni fisiche, intimidazioni, danneggiamenti in casa e perfino ricatti sessuali, fino a persecutori rivolti anche al nuovo compagno della donna.
Secondo l’istruttoria, il rapporto tra i due era già da tempo compromesso: vivevano in abitazioni separate, e l’uomo non aveva mai riconosciuto tre dei quattro figli. Le accuse raccolte parlavano di calci e pugni inferti alla donna, accompagnati da minacce di morte e gravi intimidazioni.
La donna aveva raccontato in aula di essere stata costretta, in più occasioni, ad avere rapporti sessuali contro la propria volontà, con l’uomo che la ricattava, minacciando di non provvedere al mantenimento economico dei figli. Minori che, secondo le testimonianze, spesso assistevano a tali episodi e, talvolta, erano essi stessi oggetto di vessazioni.
La Procura di Terni aveva chiesto una condanna a quattro anni di reclusione. Il collegio giudicante aveva invece stabilito una pena di due anni, con sospensione condizionale, e il risarcimento di 5 mila euro alla parte civile, rappresentata dall’avvocato Andrea Petrucci, nonostante l'ipotesi del legale dell’uomo condannato aveva dichiarato l'ipotesi di impugnare la sentenza.