Mister Piero Braglia, arrivato appena domenica sulla panchina del Perugia, non ha la bacchetta magica per risolvere in un istante problemi che si trascinano da mesi. La sconfitta casalinga contro la Sambenedettese (1-2) nel turno infrasettimanale ha certificato una crisi profonda: sei giornate, tre punti, zero vittorie e una classifica che inizia a pesare. Il Grifo fatica a rialzarsi e, come spesso accade nel calcio moderno, le colpe finiscono sempre sulla panchina. Ma ridurre tutto alla figura dell’allenatore sarebbe un errore di prospettiva.
L’esordio ufficiale del nuovo tecnico, arrivato dopo l’esonero di Cangelosi, non poteva essere giudicato sul piano tattico. Due soli allenamenti tra una partita e l’altra non bastano per incidere. Quello che Braglia chiedeva era una risposta mentale, un cambio di atteggiamento. La squadra, però, non è riuscita a invertire la rotta. Il tecnico toscano è uomo di esperienza, abituato a gestire piazze calde e situazioni complicate. Ma il Perugia che ha trovato è una squadra fragile, incompleta e con poche certezze.
La piazza, comprensibilmente delusa, cerca un colpevole. In appena un anno sono già saltate tre panchine, segno che la responsabilità non può essere solo degli allenatori. C’è una squadra che non ha reso per il proprio valore e una società che in estate non ha rafforzato adeguatamente l’organico.
Il mercato estivo, al netto di alcuni innesti, non ha alzato il livello medio della rosa. I numeri parlano chiaro: tre pareggi, tre sconfitte, nessuna vittoria e un gioco spesso privo di idee. Troppo poco per una realtà che ambisce a stare stabilmente nella parte alta della classifica.
La notizia di giornata, però, riguarda il reintegro in gruppo di Francesco Lisi e Paolo Bartolomei, messi fuori rosa dalla società durante l’estate. Una scelta che aveva fatto discutere, soprattutto perché entrambi hanno un ingaggio importante e non sono riusciti a trovare una sistemazione.
Classe 1989, rappresentano esperienza e conoscenza della piazza. Non solo: hanno vissuto altre situazioni complicate e sanno cosa significa indossare una maglia pesante come quella del Perugia. Nell’amichevole programmata con la Primavera, Braglia li ha reinseriti in gruppo. Per il tecnico, la loro presenza può diventare un’arma in più: “nuovi acquisti” che portano motivazioni, leadership e qualità tecnica.
La gestione estiva dei due non è stata lineare. Una volta messi fuori dal progetto tecnico, la società avrebbe dovuto trovare una soluzione di mercato, considerato il peso a bilancio dei loro contratti. Non è accaduto, e oggi, paradossalmente, il loro reintegro può trasformarsi in una risorsa insperata. In un momento così delicato, il Perugia non può permettersi di escludere calciatori di esperienza. Braglia lo sa e ha deciso di puntare anche su di loro. La scelta, in questo senso, è tanto pragmatica quanto necessaria.
Il vero nodo resta però la responsabilità del gruppo. L’allenatore può dare idee, assetto tattico, mentalità. Ma l’ardore, l’abnegazione e la capacità di battagliare devono arrivare dai calciatori. Sono loro che nell’ultimo anno hanno vissuto una serie di insuccessi tali da condurre a ben tre esoneri. Ora, la risposta deve arrivare dal campo. Braglia ha bisogno di uomini pronti a mettersi al servizio della squadra, non solo di pedine tattiche. In questo senso, la personalità di Lisi e Bartolomei può essere un valore aggiunto.
Il prossimo appuntamento non concede pause. Sabato, ancora al “Renato Curi”, arriva la Pianese. Una sfida che assume i contorni già decisivi: il Perugia deve interrompere la serie negativa e conquistare la prima vittoria stagionale. La classifica inizia a essere pesante, ma con un successo si può rimettere in moto la fiducia e dare ossigeno all’ambiente.