Un intervento chirurgico complesso e altamente specializzato è stato eseguito nei giorni scorsi all’Ospedale di Perugia su un bambino di 12 anni affetto da disturbo dello spettro autistico. L’operazione, frutto di un’attenta pianificazione multidisciplinare, ha visto il coinvolgimento simultaneo di più équipe sanitarie con l’obiettivo di garantire al giovane paziente un trattamento completo e sicuro, riducendo al minimo i rischi clinici e lo stress legato all’ospedalizzazione.
La scelta di concentrare più procedure in un’unica seduta operatoria ha consentito di evitare una seconda anestesia generale, elemento particolarmente rilevante in presenza di pazienti con disabilità cognitivo-relazionali e difficoltà di collaborazione. Un approccio che conferma l’orientamento dell’azienda ospedaliera verso percorsi di cura integrati, personalizzati e centrati sulla persona.
La procedura ha visto la collaborazione simultanea di odontoiatri e chirurghi pediatrici, impegnati a trattare più problematiche cliniche in un’unica seduta. L’intervento ha permesso di ripristinare la funzionalità masticatoria del bambino, eseguire una completa bonifica dentaria e correggere un difetto urologico. Questa strategia ha consentito di minimizzare i rischi anestesiologici, accelerare i tempi di recupero post-operatorio e contenere l’impatto emotivo e psicologico dell’esperienza ospedaliera, aspetti particolarmente rilevanti nei pazienti con disturbi dello spettro autistico.
A guidare l’intervento sono stati il chirurgo odontoiatra Daniele Paradiso, i chirurghi pediatrici Marco Prestipino, direttore della struttura, e Berardino Melissa, insieme all’anestesista Andrea Trotta, responsabile della gestione di una sedazione particolarmente delicata, calibrata sulle specifiche esigenze cliniche e comportamentali del giovane paziente.
La riuscita dell’operazione è stata resa possibile da un coordinamento puntuale tra le diverse professionalità coinvolte, dalla fase di valutazione preoperatoria fino alla gestione del decorso post-intervento.
La complessità dell’intervento non ha riguardato soltanto gli aspetti tecnici, ma anche la necessità di predisporre un ambiente clinico adeguato alle esigenze di un paziente con disabilità cognitiva e relazionale. L’Ospedale di Perugia ha sviluppato nel tempo un modello organizzativo che mira a ridurre al minimo le fonti di disagio, favorendo rapidità diagnostica, continuità assistenziale e un elevato livello di integrazione tra i reparti.
Particolare attenzione è stata riservata alla fase preoperatoria, fondamentale per limitare l’ansia e garantire una gestione sicura dell’accesso alla sala operatoria, così come al post-operatorio, con percorsi di osservazione e dimissione calibrati sulle condizioni cliniche del bambino.
Sul valore dell’intervento è intervenuto anche il Direttore Generale dell’Azienda ospedaliera, Antonio D’Urso, che ha ribadito l’impegno della struttura nel promuovere percorsi assistenziali integrati e personalizzati.
L’obiettivo, ha sottolineato, è quello di limitare la permanenza ospedaliera allo stretto indispensabile, accelerando gli accertamenti e le terapie necessarie, soprattutto nei casi più complessi, e riducendo l’impatto emotivo su pazienti e famiglie. Centrale, in questo contesto, il rapporto di fiducia con i genitori, coinvolti in tutte le fasi del percorso di cura.
L’intervento portato a termine all’Ospedale di Perugia costituisce un esempio tangibile di sanità integrata, dove la sinergia tra specialità si traduce in efficienza clinica e maggiore tutela del paziente. La programmazione multidisciplinare ha permesso di concentrare in un’unica seduta anestesiologica più prestazioni - odontoiatriche, chirurgico-pediatriche e urologiche - riducendo così l’esposizione ai rischi legati all’anestesia ripetuta e contenendo lo stress associato al ricovero, particolarmente rilevante nei pazienti con disturbi dello spettro autistico.
Questo approccio coordinato non solo ha garantito l’efficacia tecnico-chirurgica degli interventi, ma ha anche favorito tempi di recupero più rapidi e una migliore esperienza assistenziale per la famiglia. Modelli di questo tipo rafforzano il ruolo dell’Ospedale di Perugia come centro di riferimento per patologie pediatriche complesse e dimostrano come percorsi personalizzati, basati su competenze integrate e comunicazione continua tra reparti, possano elevare la qualità dell’assistenza sanitaria in contesti clinici delicati.