Dopo oltre duecento anni, uno dei massimi capolavori del Rinascimento perugino fa ritorno in città. L'Incoronazione della Vergine – la pala d’altare commissionata a Raffaello Sanzio e portata a compimento dai suoi allievi Giulio Romano e Giovan Francesco Penni – sarà esposta a Perugia come fulcro della mostra “L’atteso ritorno. Raffaello per Monteluce dai Musei Vaticani”, in programma dal 1° ottobre 2025 al 7 gennaio 2026 presso il Museo del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo. Per l’occasione, l’opera torna nel capoluogo umbro dopo essere stata a lungo custodita nei Musei Vaticani, segnando un evento eccezionale e atteso da generazioni di cittadini e appassionati.
L’Incoronazione della Vergine – nota anche come Madonna di Monteluce – fu originariamente realizzata per la chiesa di Santa Maria Assunta in Monteluce di Perugia, un antico monastero delle monache Clarisse. Il dipinto venne confiscato nel 1797 durante le requisizioni napoleoniche, allontanandolo dalla città e dalla comunità perugina per oltre due secoli.
Grazie a una stretta collaborazione tra l’Arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve e i Musei Vaticani, con il sostegno della Fondazione Perugia, questa preziosa pala d’altare ha potuto fare ritorno temporaneamente a Perugia. La mostra L’atteso ritorno rappresenta dunque un evento dal forte valore simbolico: il rientro di un’opera concepita per la città e per le sue religiose, oggi finalmente restituita alla comunità locale.
All’interno dell’esposizione, per la prima volta l’altare di Raffaello sarà affiancato dalla sua predella originale con le storie della vita di Maria, dipinta dal perugino Berto di Giovanni. La predella, attualmente conservata presso la Galleria Nazionale dell’Umbria, torna a dialogare con la pala principale dopo secoli di separazione, ricomponendo l’unità visiva e spirituale dell’opera come originariamente concepita. Tale ricongiungimento permette ai visitatori di ammirare il dipinto nella sua integrità narrativa, recuperando un frammento essenziale della storia artistica e religiosa perugina perduto dal XVIII secolo.
La mostra “L’atteso ritorno. Raffaello per Monteluce dai Musei Vaticani” sarà ospitata negli spazi storici dell’Isola San Lorenzo, sede del Museo del Capitolo, nel cuore di Perugia. L’iniziativa si inserisce nel calendario del Giubileo della Speranza 2025, conferendo all’evento un ulteriore significato spirituale e comunitario. Non si tratta soltanto di un’esposizione d’arte, ma di un momento di risarcimento culturale e memoria collettiva: il ritorno dell’Incoronazione di Monteluce, atteso da cittadini, studiosi e fedeli, viene vissuto come un segno di speranza e di rinascita in sintonia con il contesto giubilare.
Gli organizzatori sottolineano come questo “atteso ritorno” sia molto più di una prestigiosa operazione artistica: è il ricongiungimento di un’opera con le proprie radici e con il territorio che l’ha generata. Riunire dopo tanto tempo i pezzi di un altare rinascimentale così importante significa restituire continuità alla storia culturale della città, che negli ultimi secoli ha visto molti capolavori partire senza fare più ritorno. In tal senso, l’evento assume un valore simbolico profondo, celebrando il legame tra l’arte, la fede e l’identità perugina.
L’Incoronazione della Vergine venne commissionata a Raffaello Sanzio nel 1505 dalle monache di Monteluce e concepita fin dall’inizio come un’opera destinata alla devozione claustrale e alla città di Perugia. Alla morte prematura di Raffaello nel 1520 l’altare era ancora incompiuto, e furono i suoi stretti collaboratori Giulio Romano e Giovan Francesco Penni a portarlo a termine: un nuovo contratto venne firmato nel 1523 e la pala fu consegnata nel 1525.
Il dipinto presenta una particolare iconografia “di confine”, poiché fonde due momenti sacri – l’Assunzione di Maria e la sua Incoronazione in cielo – in un’unica grande scena monumentale. Nella metà superiore della tavola la Vergine è raffigurata mentre viene incoronata in Paradiso, mentre in basso gli apostoli si raccolgono stupefatti attorno al sepolcro vuoto colmo di fiori, simbolo dell’Assunzione. Questa soluzione compositiva insolita genera un’immagine pervasa di gloria, stupore e speranza, capace di unire il divino e il terreno in un solo sguardo.
Dal punto di vista artistico, l'opera colpisce per la straordinaria ricchezza cromatica e luminosa. La luce dorata del cielo incornicia la scena celeste in alto e dialoga con i blu intensi e plumbei dei nuvolosi scorci di paesaggio, creando un suggestivo contrasto cromatico. In basso, i personaggi apostolici sono dipinti con un’ampia varietà di colori vivaci, che mettono in risalto la ricchezza delle vesti e la coralità della scena terrena. Questo raffinato equilibrio tra armonie e contrasti è testimonianza dell'eccellenza della bottega di Raffaello, capace di mantenere elevata qualità; esecutiva anche dopo la scomparsa del maestro.
Infine, la travagliata storia dell'opera aggiunge ulteriore spessore al suo valore odierno. Dopo essere stata parte integrante per secoli della vita spirituale di Monteluce, la pala fu sottratta da Perugia nel 1797 insieme a molti altri beni ecclesiastici, venendo trasferita a Roma durante le spoliazioni napoleoniche. Da allora non fece più ritorno, diventando simbolo di una perdita dolorosa per la comunità locale. Oggi, nel Giubileo della Speranza 2025, il suo rientro a Perugia in occasione della mostra rappresenta davvero un “atteso ritorno”: un evento che unisce arte e fede, memoria storica e rinnovata speranza per il futuro.