Nel Perugino il Natale assume quest’anno un significato che va oltre la ritualità e le celebrazioni tradizionali. Accade a Ellera di Corciano, al Centro Conca del Sole, sede del centro di accoglienza per minori stranieri non accompagnati gestito da Arci Solidarietà, dove la festività diventa occasione di incontro, condivisione e restituzione di senso alle parole integrazione, inclusione e solidarietà.
L'iniziativa, come riporta la redazione di Umbria24, ha visto protagonisti i ragazzi accolti nella struttura e gli operatori che ogni giorno li accompagnano in un percorso complesso fatto di formazione, autonomia e costruzione di nuove prospettive di vita.
Attorno a un buffet composto da frutta, dolci e prodotti provenienti da diverse tradizioni culinarie - scelti non solo per rispondere a gusti differenti ma come simbolo della ricchezza delle differenze - si sono ritrovati dirigenti, operatori e ospiti della struttura. Un momento semplice ma denso di significato, in cui la dimensione conviviale si è intrecciata al racconto delle esperienze quotidiane vissute dai ragazzi.
Il Centro Conca del Sole ospita attualmente 30 minori stranieri non accompagnati; nella stessa struttura trovano accoglienza anche 93 adulti. I giovani arrivano da Bangladesh, Albania, Tunisia, Gambia, Afghanistan, Egitto e Camerun.
Alla giornata hanno preso parte il presidente di Arci Solidarietà, Franco Calzini, la responsabile dell’area sociale Silvia Rondoni, la referente dell’area minori Anna Caffio, la coordinatrice del centro Valentina Pacini, le operatrici di accoglienza Giorgia Conigli, Alessia Perrotta, Marianna Fiorentini, Ba Libasse, il cuoco Ali Nawab e la proprietaria della struttura Roberta Romani. Una presenza corale che testimonia il lavoro di rete alla base del progetto di accoglienza e il valore attribuito alla dimensione comunitaria, soprattutto in una giornata simbolica come il Natale.
"Da questo uogo intendiamo diffondere gli auguri di Natale alla comunità umbra - ha dichiarato Franco Calzini -. Questa struttura e questo giorno importante hanno significati che si incontrano. Qui accogliamo fragilità che necessitano attenzione, sensibilità, competenze. Qui diventano concreti visione e impegno verso gli ultimi".
Parole che sintetizzano il senso dell’iniziativa e che collocano l’esperienza del centro non solo come risposta emergenziale, ma come progetto strutturato di inclusione sociale.
L'impegno di Arci Solidarietà con i minori non accompagnati a Perugia non è episodico. "È un segno importante essere oggi insieme ai ragazzi che accogliamo. L’esperienza con i minori non accompagnati accolti a Perugia ci vede impegnati dal luglio del 2023, in una operosità continua che ci sfida molto, ma allo stesso tempo restituisce il senso più autentico alla nostra missione nel terzo settore", ha ricordato Silvia Rondoni.
Un lavoro quotidiano che richiede competenze multidisciplinari e una presenza costante, capace di rispondere a bisogni educativi, psicologici e amministrativi.
Il cuore della vita del centro è rappresentato dalla formazione. Tutti i ragazzi frequentano i corsi del Cpa per l’apprendimento della lingua italiana e, in parallelo, percorsi professionalizzanti presso il Cesf, la scuola edile, la Cnos-fap Don Bosco (con indirizzi di meccanica, elettricista, idraulica e saldatura) e l’Università dei Sapori.
Oltre all’istruzione, il centro garantisce vitto e alloggio, supporto psicologico, tutela legale e affiancamento quotidiano, elementi fondamentali per costruire percorsi di autonomia e inserimento sociale.
"I ragazzi hanno l’esigenza di inserirsi, di avere un mestiere per vivere bene qui e aiutare la famiglia", spiega la coordinatrice Valentina Pacini, sottolineando come l’autonomia lavorativa rappresenti un passaggio chiave anche nel mantenimento dei legami con i Paesi d’origine.
Oltre allo studio, lo sport svolge un ruolo centrale nel favorire relazioni e integrazione. I ragazzi partecipano ad attività di rugby a Pian di Massiano, boxe alla palestra popolare di San Sisto e calcio a Madonna Alta e San Sisto.
"Riescono a fare amicizia e a sostenersi - aggiunge Pacini -. Il contatto con le famiglie è continuo". Lo sport diventa così uno spazio di confronto, disciplina e appartenenza, capace di rafforzare l’inserimento nel tessuto sociale locale.
Il legame tra operatori e ragazzi va spesso oltre il ruolo professionale. "Io qui ho creato anche rapporti di amicizia - racconta l’operatrice Giorgia Conigli -. Mi sento molto più a casa qua dentro che fuori. Trascorro qui il 24, il 25 e il 26 con loro, ed è una scelta che ho fatto io". Una testimonianza che restituisce il clima umano del centro e l’importanza della continuità relazionale nel lavoro educativo.
La giornata vissuta alla Conca del Sole si inserisce in una riflessione più ampia sul significato autentico dell’accoglienza e del vivere comunitario. In questo senso, il Natale assume un valore che va oltre la dimensione rituale e simbolica, trasformandosi in un atto concreto di responsabilità collettiva verso le fragilità e in un investimento sul futuro di giovani arrivati da lontano, spesso dopo percorsi segnati da solitudine e incertezza.
Un'esperienza che restituisce l’immagine tangibile di un’integrazione possibile e praticata ogni giorno: un luogo in cui la festa non è soltanto celebrazione, ma diventa racconto quotidiano di umanità, impegno condiviso e speranza.