01 Jun, 2025 - 12:23

Perugia, atti osceni all'interno della Fontana Maggiore: scattano le indagini

 Perugia, atti osceni all'interno della Fontana Maggiore: scattano le indagini

In una città che affonda le proprie radici nella storia millenaria dell’Umbria medievale, il cuore artistico e simbolico di Perugia è stato deturpato da un gesto incivile e degradante. La Fontana Maggiore, capolavoro architettonico e scultoreo del Duecento, situata in piazza IV Novembre, non è solo una delle testimonianze più alte del gotico italiano, ma anche un luogo sacro per la memoria collettiva della comunità. Lì, dove scorre da secoli l’acqua della civiltà e dell’ingegno umano, un giovane ha pensato bene di compiere un atto ignobile, profanando uno dei monumenti più rappresentativi del patrimonio nazionale. 


Perugia, nuovo caso di degrado: giovane urina nella Fontana Maggiore

Il fatto è accaduto nella notte tra il 29 e il 30 maggio. Le telecamere di sorveglianza hanno ripreso chiaramente l’autore del gesto mentre, dopo aver scavalcato la recinzione che protegge la Fontana Maggiore, si è diretto verso una delle vasche e vi ha urinato senza alcuna esitazione. Un comportamento non solo irrispettoso, ma anche offensivo nei confronti dell'intera comunità perugina e del valore artistico e culturale del sito. Alcuni passanti, presenti in piazza a quell’ora tarda, hanno immortalato la scena con i loro smartphone, contribuendo a documentare il gesto e a far partire immediatamente l’indignazione sui social.

Le forze dell’ordine hanno avviato un’indagine, acquisendo le immagini delle videocamere di sorveglianza e le testimonianze raccolte. L’identificazione del responsabile sembra essere solo una questione di ore. Le autorità cittadine, già nelle prime ore successive all’episodio, hanno espresso ferma condanna, sottolineando la necessità di una risposta ferma e immediata, non solo simbolica ma anche giuridica.

Le possibili conseguenze penali per l’autore del gesto

Chi ha compiuto un simile atto, apparentemente frutto di incoscienza o di uno spirito di sfida mal riposto, rischia oggi di doverne rispondere davanti alla giustizia. A livello penale, il gesto potrebbe configurarsi come danneggiamento aggravato di bene culturale, reato previsto dall’articolo 635 del Codice Penale, comma 2, punto 1, che stabilisce pene più severe quando il danno è arrecato a beni di rilevante interesse storico, artistico o archeologico. Trattandosi della Fontana Maggiore, uno dei simboli più importanti dell’arte medievale italiana e tutelata dalla Soprintendenza, l’aggravante è pienamente applicabile.

La pena prevista in questi casi può arrivare fino a cinque anni di reclusione, congiuntamente al risarcimento per eventuali danni materiali provocati al monumento. In più, la condotta può configurare il reato di atto osceno in luogo pubblico, secondo l’articolo 527 del Codice Penale, che punisce chiunque, in luogo pubblico o esposto al pubblico, compie atti contrari al pudore. L’aver urinato in pieno centro storico e in un sito artistico aumenta la gravità della condotta: in questo caso, la pena può prevedere l’arresto fino a quattro anni o l’ammenda.

Da non escludere infine la violazione di regolamenti comunali sul decoro urbano: diverse amministrazioni, tra cui quella di Perugia, prevedono sanzioni amministrative per chi compie atti degradanti nello spazio pubblico. Una multa fino a 10.000 euro potrebbe aggiungersi alle conseguenze penali, oltre alla possibilità per il Comune di costituirsi parte civile in un eventuale processo.

La grandezza della Fontana Maggiore: simbolo d’acqua, arte e civiltà

La Fontana Maggiore non è solo un monumento: è una narrazione scolpita nella pietra, una lezione di ingegneria medievale e di simbolismo civico. Realizzata tra il 1278 e il 1280 per celebrare l’arrivo dell’acqua nel centro della città grazie al nuovo acquedotto, fu progettata dal frate architetto Frà Bevignate con la collaborazione del mastro Umberto e del geniale ingegnere idraulico Boninsegna Veneziano, che compì una vera impresa per l’epoca: far risalire l’acqua dal monte Pacciano fino all’acropoli, senza pompe, utilizzando un condotto forzato a pressione.

Alla costruzione parteciparono anche due giganti della scultura medievale, Nicola e Giovanni Pisano, che scolpirono le celebri formelle in marmo che ornano la base della fontana, raffigurando simboli zodiacali, episodi biblici, attività agricole e mestieri dell’epoca. La parte bronzea superiore venne realizzata da Rosso Padellaio, mentre la struttura, composta da due vasche concentriche e un pinnacolo, rappresentava l’abbondanza e la forza della città libera.

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Lorenzo Farneti
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