La giuria presieduta da Adriano Monti Buzzetti Colella ha scelto cinque Comuni finalisti per il titolo di Capitale italiana del libro 2026, fra le 11 candidature ricevute. Lo annuncia il Ministero della Cultura. Oltre a Perugia sono state selezionate le città di Carmagnola (TO), Pistoia, Nardò (LE) e Tito (PZ), ciascuna con un dossier tematico. In particolare Perugia si è candidata con il progetto “Gocce. L’acqua si fa voce”, dedicato al rapporto tra acqua e lettura.
Carmagnola (TO): “Identità, libri e territorio”
Perugia: “Gocce. L’acqua si fa voce”
Pistoia: “Pistoia: l’avventura del leggere, il coraggio di costruire il futuro”
Nardò (LE): “Nardò Capitale della Lettura Rigenerativa: Territori, Comunità, Futuro”
Tito (PZ): “Una lettura che rigenera. Tito 2026, tra identità, diversità, comunità e futuro”
Tutti i dossier finalisti saranno presentati in audizione pubblica il 17 settembre 2025 a Roma, nella sede del Ministero della Cultura. Sarà un incontro di 60 minuti (30 per la presentazione, 30 per le domande della giuria) in cui ogni Comune illustrerà il proprio progetto. Al termine di queste audizioni la commissione sceglierà quale città assegnare il titolo di Capitale del libro 2026. Al Comune vincitore spetterà un contributo di 500 mila euro per realizzare le iniziative presentate. In passato il riconoscimento è andato a città come Subiaco (2025), Genova (2023) e Ivrea (2022).
Tra i finalisti spicca Perugia, che ha puntato su un tema inedito per il suo dossier. Il vicesindaco con delega alla cultura Marco Pierini spiega che l’idea di “Gocce. L’acqua si fa voce” nasce da un collegamento simbolico: "Tutto ruota intorno a due elementi fondamentali. Uno è l’acqua", ricorda Pierini citando Fahrenheit 451, in cui i “resistenti” salvano i libri sulle sponde di un fiume. "Abbiamo così collegato gli spazi dell’acqua agli spazi della lettura", sottolinea. L’altro elemento centrale del progetto è la convinzione che i libri salvino le persone, perché "i libri vanno salvati perché sono loro poi a salvare le persone".
Pierini aggiunge che Perugia vede questa candidatura come un passaggio naturale nel suo legame con la lettura. Come ricorda lui stesso, "la candidatura si inscrive nel solco di un rapporto tra Perugia e i libri che vanta una lunga storia". Fra i simboli citati c’è Prospero Podiani, bibliofilo del Cinquecento legato alla fondazione della Biblioteca Augusta, e un sistema bibliotecario comunale vivace e moderno. Secondo il vicesindaco, dopo anni di lettura in calo a livello nazionale, l’obiettivo dell’iniziativa è "riaccendere l’interesse verso la lettura" in ogni fascia di età.
La fase finale della selezione si svolgerà a Roma, nella sede del Ministero della Cultura (via del Collegio Romano). Il 17 settembre i rappresentanti dei Comuni finalisti presenteranno i loro progetti agli esperti della giuria.
Al termine delle audizioni i giurati consegneranno al ministro un unico nome: quello del Comune che diventerà Capitale italiana del Libro 2026. Sarà poi il Ministero ad assegnare al vincitore il finanziamento di 500.000 euro promesso dal bando, per realizzare in modo concreto tutte le iniziative del progetto.
L’Italia del libro continua così la sua tradizione annuale di valorizzare la lettura nei territori: l’anno scorso la Capitale del Libro era Subiaco e quest’anno la corona culturale passerà a una delle città che hanno saputo raccontare meglio la propria identità attraverso i libri.
La città porta con sé una lunga tradizione culturale. Già nel Cinquecento, con la figura di Prospero Podiani, Perugia divenne un punto di riferimento grazie alla Biblioteca Augusta. Oggi questa eredità vive nei numerosi eventi culturali, nelle biblioteche diffuse sul territorio e in un fermento che non si è mai spento.
La candidatura a Capitale italiana del Libro 2026 rappresenta quindi la continuità di una storia radicata, ma anche una sfida per il futuro: trasformare l’amore per i libri in un motore di crescita e partecipazione collettiva.