Una giornata intensa quella di ieri nella Capitale. In via del Collegio Romano, sede del Ministero della Cultura, presso la sala 'Giovanni Spadolini' si sono tenute le audizioni pubbliche con i rappresentati delle città italiane che puntano a diventare 'Capitale del Libro' nel 2026. In finale c'è anche Perugia con un progetto dal titolo 'Gocce. L'acqua si fa voce' dedicato al legame fra la lettura e l'acqua, intensa come elemento identitario della città stessa.
Davanti alla Giuria, presieduta da Adriano Monti Buzzetti Colella, per il capoluogo umbro c'erano il vicesindaco e assessore alla politiche culturali del Comune di Perugia, Marco Pierini e Cristina Moretti, che ha curato la stesura del dossier di candidatura. In palio c'è un contributo da 500mila euro per realizzare le attività previste nel progetto.
Il clima, ha riferito il vicesindaco a margine della presentazione, è stato positivo: "Torniamo dall'audizione molto soddisfatti". La commissione, ha detto ancora, è stata "molto attenta e partecipe". Per ciascuna audizione è stato concesso uno spazio di 60 minuti, di cui 30 per la presentazione del progetto e 30 per la sessione di domande da parte della Giuria. Quesiti che, ha spiegato Pierini, "hanno permesso di chiarire meglio i nostri intenti e le nostre strategie".
Come ha spiegato Pierini la proposta di Perugia fa leva sull'importanza dell'acqua, elemento che collega i luoghi simbolo della città come la fontana Maggiore, l'acquedotto, il Pozzo Etrusco e il fiume Tevere. Nell'acqua intesa come fonte di vita sta la chiave del progetto stesso perché, ha specificato il vicesindaco "un libro può salvare la vita" e per questo "il progetto ha come obiettivo principale il salvataggio dei libri destinati al macero".
Ad avvalorare la candidatura di Perugia c'è una vasta partnership con le realtà del territorio, da Umbria Jazz alla Sagra musicale umbra, dall'Umbria che spacca a 'Questa è acqua', cui si aggiunge la seconda edizione di 'Dritti alla fonte'.
11 i Comuni italiani che hanno presentato la candidatura, cinque quelli arrivati in finale dove oltre a Perugia compaiono Carmagnola (TO) con il progetto 'Identità, libri e territorio'; Pistoia con 'Pistoia: l’avventura del leggere, il coraggio di costruire il futuro'; Nardò (LE) con 'Nardò Capitale della Lettura Rigenerativa: Territori, Comunità, Futuro' e Tito (PZ) con 'Una lettura che rigenera. Tito 2026, tra identità, diversità, comunità e futuro'.
Per quest'anno la Capitale italiana del libro è Subiaco, Comune di poco più di 8mila abitanti nel Lazio. Negli anni precedenti a guadagnarsi il titolo sono state Chiari nel 2020, Vibo Valentia nel 2021, Ivrea nel 2022, Genova nel 2023 e Taurianova nel 2024.
La giuria entro il 15 ottobre dovrà sottoporre al Ministro della Cultura il progetto della città che intende proporre come Capitale italiana del libro per il 2026. La proclamazione avverà durante la tradizionale conferenza stampa, sempre presso la sala Spadolini del Mic, alla presenza del Ministro Alessandro Giuli, dei giurati e dei rappresentanti dei Comuni finalisti. In seguito, su proposta del Ministro della Cultura, il Consiglio dei Ministri conferirà il titolo con un'apposita delibera.
La vittoria del titolo sarebbe una grande opportunità per Perugia e per l'Umbria intera che, fra le altre cose, il prossimo anno diventerà anche l'epicentro delle celebrazioni per il centenario di Dario Fo. Una scelta non casuale dal momento che il Premio Nobel aveva scelto proprio il cuore verde d'Italia e Gubbio in particolare, come suo buen retiro. Ad arricchire ulteriormente un panorama regionale in pieno fermento culturale c'è, notizia di ieri, l'ammissione nella finale per diventare Capitala italiana dell'arte contemporanea di Spoleto e Foligno che si sono candidate congiuntamente.