28 Dec, 2025 - 10:15

Perugia, Ferdinandi fa chiarezza dopo gli auguri di Natale malintesi: "Ho sperimentato la fragilità ma non voglio lasciare il ruolo da sindaca"

Perugia, Ferdinandi fa chiarezza dopo gli auguri di Natale malintesi: "Ho sperimentato la fragilità ma non voglio lasciare il ruolo da sindaca"

"Non ho alcuna intenzione di lasciare il mio ruolo da sindaca. Le mie fragilità sono da sempre la mia più grande ricchezza". Il messaggio di Vittoria Ferdinandi, prima cittadina di Perugia, serve a fare il punto della situazione, dopo che in tanti avevano pensato alle dimissioni della sindaca, dopo i suoi auguri per il Natale. 

Messaggio di Natale equivocato: Ferdinandi fa chiarezza

Tra i tanti messaggi di auguri per il Natale da parte delle istituzioni, quello di Vittoria Ferdinandi, sindaca dem di Perugia, aveva suscitato un po' di confusione.

Tante persone, infatti, leggendo la parola fragilità avevano pensato a una possibile bandiera bianca alzata dalla prima cittadina che ha ricevuto diversi messaggi di incoraggiamento e condivisione anche da altri sindaci da tutta Italia e ha tenuto a chiarire le sue parole in un'intervista a La Nazione.

Ferdinandi: "Ho sperimentato la fragilità ma non voglio mollare il mio ruolo"

"Non ho alcuna intenzione di lasciare il mio ruolo da sindaca - dichiara Vittoria Ferdinandi sulle colonne de La Nazione - Le mie fragilità sono da sempre la mia più grande ricchezza, i miei anticorpi più affidabili contro la disumanizzazione della politica, contro la trasformazione delle persone in prodotti vincenti o perdenti da esibire".

"Colpisce sempre quanto sia difficile, nel dibattito pubblico - continua Ferdinandi - restare sul tema della fragilità senza che venga immediatamente trasformata nel suo contrario: la resa, l’abbandono, il “mollare”. Come se riconoscere la fatica, la stanchezza, la paura di sbagliare, esperienze costitutive di ogni essere umano, significasse automaticamente venir meno alla responsabilità di un ruolo. Il mio messaggio non diceva questo. Diceva esattamente il contrario".

"Desidero rassicurare chi, leggendo titoli o estratti, ha temuto che io volessi lasciare il mio ruolo: non ho alcuna intenzione di farlo. Ho scelto di condividere un momento di riflessione e di stanchezza - aggiunge Ferdinandi - perché credo che la fragilità sia una parte essenziale dell’esperienza umana, e che riconoscerla non indebolisca, ma renda più consapevoli, più attenti, più responsabili. L’ho fatto anche, e forse soprattutto, perché sono la prima cittadina di Perugia. Perché so che molte persone si sentono sole nella loro fatica quotidiana e perché sentivo che quelle parole avrebbero potuto aiutare e far sentire meno soli".

"Continuerò a parlare con le mie parole e con i miei pensieri. Non farò mie le parole dei politici terrorizzati dalla vulnerabilità, né lascerò che a guidarmi siano strategie che chiedono di smettere di essere persone per diventare immagini. Se questo pagherà o meno non lo so, ma so che è l’unico modo che conosco per restare in questo ruolo con dignità. Resto una persona che si apre e sanguina, che si ammala e si demoralizza, che ride e piange, che tiene insieme il bello e il brutto, la fatica e lo slancio, la paura di non essere all’altezza e lo sforzo quotidiano per migliorarsi, il bisogno di sentirsi supportata e la forza di guidare con entusiasmo la mia squadra. E credo profondamente - conclude la sindaca di Perugia - che un sindaco che non si misurasse ogni giorno con un sentimento di inadeguatezza rispetto all’enormità della responsabilità che porta, sarebbe un sindaco incapace di comprenderne davvero il senso".

Il messaggio di auguri di Ferdinandi maltinterpretato

"Questo è un Natale diverso per me perché mi sono ammalata e ho dovuto fermarmi. Un'esperienza che mi ha messa davanti a qualcosa che, da psicologa, sapevo sulla carta ma che nella vita reale fa un rumore tutto suo: la fragilità": aveva scritto la sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, in un post su Facebook per rivolgere i suoi auguri di Natale ai concittadini.

"Questa società così frenetica - aveva scritto Ferdinandi - ci spinge ad avere vite sempre più 'funzionanti', a dimostrare di essere infallibili, a non crollare mai. Ma in questi giorni ho sperimentato sulla mia pelle quanto poco proteggiamo noi stessi, quanto fatichiamo a riconoscere le nostre parti fragili, a concederci il diritto di fermarci. Ho guardato la mia vita spremuta e ho visto quanto ho faticato ad accettare che in questo periodo oltre alla bellezza del ruolo c'è stata anche una grande fatica. Ho sentito sulla mia pelle la solitudine, le enormi responsabilità quotidiane, la paura di sbagliare, di non essere all'altezza e persino l'odio riversato su di me, che in tutto questo tempo ho provato a lasciar scivolare via ma che si è inscritto nel corpo e nel cuore".

"E allora, in questo Natale - aveva concluso la sindaca - il mio augurio principale è che ciascuno di noi possa ritrovare tenerezza verso se stesso e verso gli altri. Tenerezza non come debolezza, ma come cura gentile delle nostre fragilità, come quelle parole sottili, delicate e umane che ci salvano e aprono l'animo all'altro, come insegna chi ha saputo guardare la fragilità non come fallimento ma come parte profonda dell'esperienza umana. Mi fa sorridere che proprio io, che parlo tanto della necessità di occuparsi dei più fragili per costruire comunità solide, abbia dovuto faticare così tanto a riconoscerle in me. Ma forse è così per tutti noi: la tenerezza verso gli altri si impara quando, con coraggio, la rivolgiamo prima di tutto a noi stessi".

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Emanuele Landi
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