Un 42enne colombiano era stato rinviato a giudizio per stalking e lesioni nei confronti dell'ex compagna. Il giudizio preliminare davanti al tribunale di Perugia ha rinviato a processo il buttafuori, con la prossima udienza fissata il 18 gennaio 2026.
Il buttafuori 42enne di origine colombiana, è stato rinviato a giudizio (nei giorni scorsi) per stalking e lesioni. L'uomo è tornato nel locale dell'ex minacciandola con un coltello e con una bottiglia di acido muriatico. Lo riporta il Corriere dell'Umbria.
La donna non voleva più avere contatti con l'uomo, assistito dall’avvocato Luca Valigi, che l'aveva minacciata in più circostanze. In passato, come riporta l'accusa, "l'avrebbe aggredita, tirandole i capelli, lanciandole delle sedie addosso, mentre la vittima tentava di scappare lui la prendeva a calci in più parti del corpo. Quando la donna era caduta a terra le aveva messo un ginocchio sul petto per tenerla ferma".
In un’altra occasione il 42enne avrebbe raggiunto il ristorante della donna e avrebbe lanciato bottiglie di vetro contro l’ingresso del locale. In quella circostanza la donna era stata colpita con lesioni fisiche.
Il processo per l’uomo prenderà il via il 18 gennaio 2026, dinanzi al giudice Frabotta. A inizio anno, il 42enne era stato raggiunto dalla misura cautelare del divieto di avvicinamento con contestuale applicazione del braccialetto elettronico.
La donna, difesa dall’avvocata Maurita Lombardi, per paura di incontrare l'uomo, si era rifugiata in una struttura protetta.
Il reato di maltrattamenti in famiglia nell'ordinamento italiano è regolato dall’articolo 572 del Codice Penale e la pena prevista per chi li commette va da un minimo di due a un massimo di 24 anni. Chiunque maltratti una persona della propria famiglia o comunque convivente, o ancora sottoposta alla propria autorità […] rischia da tre a sette anni di carcere".
"La pena è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso in presenza o in danno di persona minore, di donna in stato di gravidanza o di persona con disabilità o ancora, se il fatto è commesso con armi".
Se dai maltrattamenti derivano lesioni personali, la pena è inasprita fino ad arrivare a un massimo di ventiquattro anni nel caso gravissimo, in cui il maltrattamento fosse causa di morte della persona che lo subisce.
Per qualsiasi donna che dovesse trovarsi a subire abusi, maltrattamenti o violenza in qualunque ambito, vale sempre la pena di ricordare che esiste una rete strutturata di servizi che può fornire indicazioni e aiuto in caso di necessità.
Esistono, inoltre, due numeri di emergenza che vanno contattati senza esitazione se si stanno subendo abusi. Si tratta del 112, il numero unico di emergenza (chiamato in questo caso dal testimone dell'aggressione) e del 1522, il numero dedicato anti violenza e stalking, attivato dal 2006 dal Dipartimento per le Pari Opportunità.
In Umbria, ma anche in tutte le maggiori città italiane, sono presenti i centri anti violenza. Si tratta di strutture di riferimento per la tutela delle donne vittime di violenza o di qualsiasi altra forma di discriminazione di genere. Al loro interno vengono attivati i percorsi di fuoriuscita dalla violenza ed offrono gratuitamente alle donne ascolto e sostegno in base alle necessità.