Una protesta insolita è andata in scena nel carcere di Perugia, a Capanne. Un detenuto ha messo in atto una manifestazione di contestazione salendo sul tetto della casa circondariale.
A riportare la notizia è il Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe) che "sollecita provvedimenti per il carcere perugino e per l'intero sistema dell'esecuzione della pena".
Fabrizio Bonino, segretario Sappe per l'Umbria, riferisce - in una nota del sindacato - che "dopo una paziente opera di persuasione, il detenuto è sceso ed è stato ricondotto in cella".
il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria sollecita provvedimento per il carcere perugino e per l’intero sistema dell’esecuzione della pena. Fabrizio Bonino, segretario SAPPE per l’Umbria, informa infatti che: "questo detenuto ha un curriculum di tutto rispetto, per usare un eufemismo, si è già reso protagonista di numerosi comportamenti censurabili dalla Legge e dai regolamenti. Il sindacalista rimarca la grande professionalità e le capacità operative dimostrate dal Personale in servizio di Polizia Penitenziaria che hanno gestito al meglio i momenti di grande tensione vissuti.
Per Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ormai, ogni giorno registriamo eventi critici in quasi tutti i penitenziari della Nazione, tanto da non fare quasi più notizia nell’opinione pubblica. Ed invece è seria la preoccupazione da parte del personale di Polizia Penitenziaria: se non si trovano rapide soluzioni all’andamento della violenza che sta caratterizzando questo periodo storico e che non trova eguali negli ultimi 20 anni, finirà che a dover garantire la sicurezza e legalità all’interno degli Istituti Penitenziaria dovrà essere chiamato l’Esercito e ciò per la semplice conseguenza dell’alto numero di feriti che si registrano tra il personale del Corpo di polizia penitenziaria.
Non lasciate soli le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria: il tracollo del sistema è dietro l’angolo, conclude Capece: servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta! Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!.
Ancora un episodio di protesta, nel carcere di Perugia. Durante il 2024, nel carcere di Capanne, situato a Perugia, si è registrato tra le versioni di ribellione dei detenuti, anche un incremento di atti violenti. Fabrizio Bonino, rappresentante per l’Umbria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), aveva espresso preoccupazione: Il numero di attacchi contro il personale della Polizia Penitenziaria sta crescendo in modo spaventoso, ha dichiarato il sindacalista.
Bonino aveva sottolineato inoltre che il personale della Polizia Penitenziaria di Capanne è al limite: sono esasperati da una gestione del carcere inefficace, che registra quotidianamente episodi critici, ferendo agenti che, se tutto va bene, non potranno lavorare per settimane!.
I recenti episodi di crescente clima di agitazione avevano visto proprio denuncia dallo stesso Bonino e dall'organizzazione sindacale nelle scorse settimane: A Spoleto, un detenuto marocchino lavorante – si legge nella nota del Sappe – aveva fatto esplodere una bomboletta messa sopra un fornellino all’ingresso della sezione transito: poi ha dato fuoco agli indumenti rendendo inagibili due celle. Due poliziotti sono rimasti intossicati e sono stati dimessi stamattina mentre è da rilevare l’intervento dei vigili del fuoco ieri sera intorno alle 21.30 oltre a tre ambulanze in via precauzionale.
Nella stessa notte nel carcere di Terni accadeva un’altra escalation di follia. Tre detenuti marocchini della sezione G – prosegue Bonino – hanno devastato la sezione, rompendo anche le telecamere, preso a calci e pugni il poliziotto di servizio e cercato di entrare in infermeria. Questa lunga lista di episodi sembra infinita ma bisogna porre un freno.