A Perugia, venerdì 8 marzo, in occasione della settimana del cervello, si è svolto il convegno sull'afasia organizzato dall'associazione Aita Umbria. Si stima che siano circa 2mila le persone in Umbria colpite da afasia in seguito a ictus o ad altre patologie.
Si è svolto a Perugia venerdì 8 marzo, durante la settimana del cervello, il convegno organizzato dall'associazione Aita Umbria sull'afasia. Alle ore 15 nell’aula 7, edificio B, del Dipartimento di Medicina e Chirurgia, sono intervenuti numerosi relatori, professionisti sanitari e volontari dell’associazione, per porre l’attenzione su diversi aspetti dell’afasia.
Al convegno erano presenti:
La prima ad intervenire è stata la presidente dell'Aita Umbria Nicoletta Pauselli, queste le sue parole:
''Io stessa sono afasica. Dopo l’evento che mi ha colpito ormai 12 anni fa ho intrapreso questo percorso con Aita Umbria, fondata nel 2012, per far conoscere questo disturbo attraverso eventi e iniziative sul territorio, per aiutare chi ne soffre e i familiari creando momenti di aggregazione e socializzazione, oltre a iniziative di divulgazione scientifica. È importante perché la persona afasica spesso viene esclusa o si auto esclude dall’ambiente di vita''.
Dopo il suo intervento, ha preso la parola la vice presidente dell'associazione Aita Umbria, Francesca Graziani:
''L’afasia è un disturbo frequente ma poco conosciuto, ed è molto impattante sulla vita delle persone che ne soffrono. Gli afasici hanno difficoltà a comunicare, hanno in mente il concetto ma non trovano le parole per esprimerlo. Leggere un giornale, scrivere o semplicemente parlare con un amico, diventa difficile.
Per questo Aita Umbria offre supporto a chi ne soffre organizzando incontri settimanali nella sede, presso la Caritas diocesana di Perugia, dove svolgiamo attività di musicoterapia, movimento adattato, lettura, arteterapia. Inoltre, partecipiamo alle mostre e agli eventi culturali organizzati dal Comune e proponiamo incontri conoscitivi con le strutture riabilitative della regione''.
Ha concluso l'intervento la neurologa Maria Stefania Dioguardi:
''È importante sottolineare che il disturbo afasico intacca il linguaggio, non l’intelligenza, non è un disturbo psichiatrico ma può diventare molto complesso da gestire per il paziente e le persone che gli stanno accanto. In genere si verifica in seguito ad un ictus ischemico emorragico oppure può seguire malattie degenerative o traumi. È importante considerare l’aspetto medico senza tralasciare quello sociale e relazionale''.
Il termine ''afasia'' deriva dal greco antico ''ἀφασία'' che vuol dire ''non parola''. E' una condizione neurologica che colpisce la capacità di comprendere e/o esprimere il linguaggio, rappresenta una sfida significativa per coloro che ne sono affetti. Tuttavia, nuove ricerche e terapie offrono speranza per il recupero e il miglioramento delle funzioni linguistiche compromesse.
L'afasia può essere classificata in diverse forme, tra cui afasia di Broca, afasia di Wernicke, afasia di conduzione, afasia globale e altre. Ogni tipo di afasia presenta sintomi specifici, che possono includere difficoltà nella comprensione del linguaggio parlato, nell'espressione verbale, nella lettura o nella scrittura.
Le cause più comuni di afasia includono ictus, lesioni cerebrali traumatiche, tumori cerebrali, malattie neurodegenerative come la malattia di Alzheimer, infezioni del sistema nervoso centrale e altri disturbi neurologici.
È fondamentale sottolineare l'importanza della diagnosi precoce e di un intervento terapeutico tempestivo per massimizzare i risultati del trattamento. I programmi di riabilitazione specialistica e il sostegno emotivo sono fondamentali per aiutare le persone con afasia a superare le sfide quotidiane e a ritrovare la fiducia nella comunicazione.