14 Jul, 2025 - 21:00

⁠Il Consiglio comunale di Perugia approva l'odg sul riconoscimento dello Stato di Palestina: si accende il dibattito politico

⁠Il Consiglio comunale di Perugia approva l'odg sul riconoscimento dello Stato di Palestina: si accende il dibattito politico

Il Consiglio comunale di Perugia ha approvato, con 19 voti favorevoli, 6 contrari e 3 astenuti, l’ordine del giorno presentato dai capigruppo di maggioranza a sostegno del riconoscimento dello Stato di Palestina. Un voto che ha acceso il dibattito politico in aula e che ha diviso profondamente i gruppi consiliari, a partire dalla natura dell'atto, definito da alcuni come necessario gesto di giustizia e da altri come scelta ideologica e divisiva.

La proposta: Palestina Stato sovrano, Gerusalemme capitale condivisa

Il testo dell’odg chiede all’Amministrazione di farsi promotrice presso Governo, Anci e Unione Europea del riconoscimento della Palestina come Stato democratico e sovrano nei confini del 1967, con Gerusalemme capitale condivisa. Si richiede inoltre il sostegno alle iniziative per il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi israeliani, la protezione dei civili palestinesi e l’attuazione del diritto internazionale, compresa la sospensione della vendita di armi a Israele e l’adesione alle risoluzioni delle Nazioni Unite.

Non manca il richiamo al "Piano arabo" per Gaza, al sostegno alla Corte Penale Internazionale e all’introduzione di sanzioni europee contro il governo israeliano per le presunte violazioni del diritto internazionale.

Le voci favorevoli: un dovere morale e politico

Lorenzo Falistocco (Avs), promotore dell’odg, ha definito l’atto come un passaggio doveroso per "intervenire in difesa della popolazione civile" e per "promuovere una soluzione pacifica del conflitto". Antonio Donato (M5S) ha parlato di una scelta che è "una scelta di coscienza prima ancora che politica", criticando il silenzio istituzionale e la mancanza di una presa di posizione forte dell’Italia. Per lui servirebbe un cambio di passo radicale, poiché il riconoscimento dello Stato di Palestina è un atto di giustizia.

Sulla stessa linea Laura Tanci (Anima Perugia), che ha definito il conflitto in atto come un "genocidio" e ha denunciato lo "scandaloso silenzio da parte del resto del mondo". Per Fabrizio Ferranti (Perugia per la sanità pubblica), è fondamentale difendere i diritti del popolo palestinese senza per questo giustificare il terrorismo. Marko Hromis (PD), forte della sua esperienza personale in Medio Oriente, ha invitato a prendere posizione in modo fermo, come richiesto dalle convenzioni internazionali.

Lucia Maddoli (Orchestra per la vittoria) ha sottolineato le responsabilità morali del Consiglio: "Non prendere posizione chiara significa assumersi una gravissima responsabilità verso le migliaia di vittime innocenti di Gaza e Palestina, soprattutto bambini e bambine". In molti, inoltre, hanno espresso solidarietà a Francesca Albanese, relatrice ONU sui diritti nei territori occupati, duramente attaccata per le sue posizioni.

Le opposizioni: posizione squilibrata, serve equilibrio

Dure le critiche arrivate dai banchi di Fratelli d’Italia. Il consigliere Riccardo Mencaglia ha bocciato l’odg, giudicandolo sbilanciato e pericoloso poiché parte da premesse condivisibili ma giunge a conclusioni discutibili, come il riconoscimento della Palestina, "che rischiano di legittimare posizioni estreme come quella di Hamas".

Leonardo Varasano (Progetto Perugia) ha manifestato perplessità rispetto al testo dell’odg, lamentando la mancanza di un riferimento esplicito agli attacchi del 7 ottobre e al diritto all’esistenza dello Stato di Israele, ricordando inoltre come la Shoah rappresenti un elemento imprescindibile della memoria storica. A suo avviso, non sarebbe opportuno procedere oggi con un riconoscimento dello Stato di Palestina in assenza di garanzie minime di sovranità e legalità.

Anche Nilo Arcudi (Perugia Civica) ha espresso la necessità di non trasformare il tema in terreno di scontro ideologico, sottolineando l’importanza di mantenere un approccio equilibrato e di evitare irrigidimenti su posizioni unilaterali, ribadendo il ruolo che l’Italia dovrebbe avere nel promuovere la pace.

Un voto che lascia un segno politico profondo

L’approvazione dell’ordine del giorno segna una presa di posizione simbolica ma politicamente significativa, soprattutto in un contesto geopolitico internazionale complesso e in continuo mutamento. Il Consiglio comunale di Perugia ha scelto di schierarsi ufficialmente per la soluzione a due Stati e per un riconoscimento che, pur non avendo effetti immediati, si inserisce nel solco di analoghe iniziative adottate da alcuni Stati europei.

Il confronto in aula, serrato e a tratti acceso, restituisce l’immagine di una città che non vuole restare indifferente davanti alle tragedie internazionali e che, pur con posizioni molto diverse, ha scelto di dare voce al dibattito sulla giustizia e sulla pace.

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Giorgia Sdei
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