Perugia entra nel circuito nazionale della grande ricerca scientifica con l’assegnazione di un importante finanziamento nell’ambito della terza edizione del Fondo Italiano per la Scienza (FIS3). Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha destinato 1,5 milioni di euro all’Università degli Studi di Perugia per un progetto rientrante nel settore Physical sciences and engineering, firmato da studiosi di comprovata esperienza internazionale inseriti nella categoria Advanced Grant.
Il risultato, ufficializzato a Roma il 7 dicembre 2025, colloca l’Ateneo perugino in una ristretta élite di strutture accademiche che hanno superato un bando di altissima competitività, capace di attirare oltre cinquemila candidature da tutta Italia.
I numeri del bando FIS3 confermano la portata straordinaria dell’iniziativa. Sono state presentate più di 5.000 proposte progettuali, sottoposte a un rigoroso processo di valutazione scientifica e internazionale. Di queste, solo 326 sono state finanziate, per un investimento complessivo che supera i 432 milioni di euro.
In questo scenario altamente selettivo, la presenza dell’Umbria con un progetto finanziato assume un valore significativo. Nonostante le dimensioni contenute del sistema regionale della ricerca, Perugia dimostra di saper competere ai massimi livelli, intercettando risorse cruciali per lo sviluppo scientifico e tecnologico.

«Un risultato che premia competenze, perseveranza e qualità progettuale», è il commento che circola negli ambienti accademici umbri, consapevoli del peso strategico di questo riconoscimento.
Il progetto finanziato a Perugia rientra nella categoria Advanced Grant, riservata a ricercatori già affermati, con solide reti scientifiche internazionali e una produzione di alto profilo. Si tratta della fascia più esigente del programma FIS, destinata a sostenere ricerche ad alto rischio ma ad altissimo potenziale innovativo.
Questo aspetto rafforza ulteriormente il valore del risultato ottenuto dall’Ateneo perugino, che si conferma capace non solo di formare, ma anche di trattenere e valorizzare cervelli di livello internazionale.
A commentare l’esito del bando è stata la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, che ha ribadito il ruolo centrale della ricerca nel futuro del Paese. «La ricerca è il motore primario di crescita, sviluppo e innovazione. Il nostro impegno è garantire continuità e stabilità ai finanziamenti, superando la logica dell’emergenza», ha dichiarato.
Un passaggio fondamentale riguarda anche il futuro assetto delle politiche di sostegno. Con la nuova Legge di Bilancio, il Fondo unico per la ricerca introdurrà criteri più trasparenti e una programmazione certa: bandi pubblicati entro il 30 aprile di ogni anno, risorse stabili e procedure semplificate.
Il nuovo impianto finanziario prevede 460 milioni di euro per il 2025, ai quali si aggiungono 150 milioni destinati ai PRIN (Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale), che diventeranno bandi annuali con una dotazione minima garantita.
Una svolta strutturale che mira a sottrarre la ricerca all’incertezza ciclica dei finanziamenti, offrendo agli atenei e ai centri di ricerca una prospettiva pluriennale di programmazione. In questo quadro si inserisce anche l’annuncio della quarta edizione del FIS, già prevista e rafforzata per il prossimo biennio.
«Vogliamo costruire una rete stabile di centri di eccellenza capace di competere in Europa», ha sottolineato la ministra, indicando una visione che guarda oltre i confini nazionali.
Per l’Umbria e per l’Università di Perugia, il finanziamento FIS3 non è soltanto un successo accademico, ma anche un segnale politico ed economico. Significa attrarre risorse, attivare collaborazioni internazionali, potenziare laboratori, formare giovani ricercatori e creare un indotto positivo sull’intero territorio.
Il progetto finanziato avrà ricadute non solo sul piano scientifico, ma anche su quello tecnologico e produttivo, inserendosi nel più ampio processo di trasferimento delle conoscenze verso il sistema economico.
«È un riconoscimento al lavoro quotidiano di chi opera nei laboratori, spesso lontano dai riflettori», sottolineano dall’Ateneo umbro. Una ricerca che richiede tempo, pazienza e soprattutto stabilità.
Il vero banco di prova, ora, non è tanto l’ottenimento del finanziamento quanto la capacità di trasformare le risorse in risultati concreti: nuove tecnologie, brevetti, collaborazioni industriali, formazione di alto livello. La sfida è far sì che l’investimento produca innovazione reale e duratura.
Perugia, con questo progetto FIS3, entra a pieno titolo nella stagione di rilancio della ricerca italiana. Una stagione che, se accompagnata da politiche coerenti e stabili, può diventare uno dei pilastri dello sviluppo nazionale.

Il finanziamento all’Università di Perugia assume così anche un valore simbolico: dimostra che la qualità scientifica può emergere anche fuori dalle grandi metropoli accademiche, quando esistono competenze, visione e capacità di progettazione.
La ricerca, oggi più che mai, è una scommessa sul futuro. E l’Umbria, con questo risultato, dimostra di volerla giocare fino in fondo.