La Procura generale di Perugia ha trasmesso alla Corte di Cassazione una relazione dettagliata dopo le rivelazioni contenute in un articolo su un quotidiano nazionale, che riporta le dichiarazioni dell’avvocato Piero Amara in merito a presunte condotte irregolari da parte di magistrati in servizio nel capoluogo umbro nel 2018.
Una "relazione dettagliata" è stata trasmessa dalla Procura generale di Perugia a quella della Cassazione dopo un articolo pubblicato il 10 novembre da un quotidiano nazionale relativo al cosiddetto "caso Palamara". In particolar modo è stata attenzionata un'intervista all'avvocato Piero Amara, dove viene menzionato "un magistrato attualmente in servizio presso il distretto giudiziario".
Amara, secondo quanto emerso dal quotidiano, avrebbe riferito di un episodio in cui il sostituto procuratore Mario Formisano, all’epoca impegnato nelle indagini nei confronti dello stesso Amara e dell’ex consigliere del Csm Luca Palamara, si sarebbe inginocchiato davanti a lui chiedendogli di poter “fare l’indagine della vita su Palamara”, negando di averlo mai accusato di corruzione.
Tra i nomi citati ci sarebbe anche quello del cancelliere Raffaele Guadagno, che avrebbe tenuto contatti diretti con i magistrati per favorire la divulgazione di notizie, concordare dichiarazioni “fuori verbale” e “aprire l’ambiente” per orientare l’opinione pubblica.
Il procuratore generale di Perugia Sergio Sottani, attraverso la diffusione di un comunicato, si è espresso sulla vicenda: "Preso atto della rilevanza delle dichiarazioni riportate e della necessità di un tempestivo approfondimento è stato immediatamente interpellato il procuratore della Repubblica di Perugia".
"Quest'ultimo - prosegue la nota - ha prontamente fornito ogni elemento utile alla valutazione del caso, assicurando piena collaborazione e trasparenza. A seguito delle informazioni ricevute, nella giornata di ieri il procuratore generale ha trasmesso alla Procura generale presso la Corte di cassazione una relazione dettagliata, contenente tutte le informazioni acquisite e gli approfondimenti ritenuti necessari per una compiuta valutazione della vicenda".
I legali dell'ex presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), Benedetto Buratti e Roberto Rampioni, hanno rilanciato quelle parole chiedendo alla magistratura di andare fino in fondo: "Tali dichiarazioni laddove corrispondenti al vero integrerebbero non solo fattispecie di reati ma gravi illeciti disciplinari in relazione ai quali si impone il doveroso accertamento del reale accadimento dei fatti da parte delle competenti autorità".
Gli avvocati di Luca Palamara hanno annunciato, inoltre un esposto per accertare la correttezza dell'operato del pubblico ministero: "Si verifichì l'operato del giudice che indagò Palamara".