25 Nov, 2025 - 21:00

Perugia, il cardinale Pizzaballa agli allievi di giornalismo: “La verità va difesa e custodita”

Perugia, il cardinale Pizzaballa agli allievi di giornalismo: “La verità va difesa e custodita”

In un mondo che corre veloce, dove l’informazione viaggia alla stessa velocità di uno swipe sul telefono e le notizie rimbalzano in rete come palline impazzite, un richiamo così diretto alla responsabilità professionale risuona come uno schiaffo che costringe a fermarsi. È accaduto oggi, quando il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, ha scelto di rivolgersi agli allievi della Scuola di giornalismo di Perugia con un videomessaggio che, per toni e contenuti, non lascia spazio a interpretazioni. Nel giorno in cui il Medio Oriente continua a essere epicentro di uno dei conflitti più raccontati degli ultimi anni, la sua voce è arrivata come un monito severo e allo stesso tempo necessario.

“La verità non è un optional”, ha ricordato Pizzaballa ai futuri cronisti, spingendoli a considerare il mestiere del giornalista come un presidio fondamentale in un’epoca dominata da immagini frammentate e narrazioni polarizzate. Il suo intervento è avvenuto in occasione di un seminario dedicato all’informazione nelle aree di crisi, a cui hanno preso parte la corrispondente Rai dal Medio Oriente Maria Gianniti e Safwat al Khalout, senior producer di Al Jazeera International a Gaza.

Il conflitto mediatico: la battaglia parallela della guerra di Gaza

Non si è trattato di un messaggio consolatorio o rassicurante. Al contrario, il patriarca ha posto l’accento su uno dei punti più controversi del recente conflitto a Gaza: la manipolazione del linguaggio e delle immagini. “Una delle forme di questa guerra - ha detto - oltre alla violenza materiale, è stata quella del linguaggio, delle parole usate, delle immagini e anche nei messaggi che venivano veicolati, la verità è stata molto spesso un optional”.

Un richiamo che non riguarda soltanto i cronisti che operano sul campo, ma l’intero ecosistema informativo, spesso vittima di semplificazioni forzate, ricostruzioni imprecise, omissioni narrative. Pizzaballa ha ricordato i giornalisti che hanno perso la vita durante i bombardamenti e coloro che, “con grande coraggio”, hanno continuato a documentare gli eventi dall’interno, permettendo al mondo di osservare la realtà da prospettive non filtrate.

“Solo grazie a loro - ha sottolineato - il mondo ha potuto reagire, dopo aver conosciuto con racconti e immagini quello che stava accadendo da una prospettiva diversa, che non era quella delle narrative costruite ad arte”.

Il valore del mestiere: tra etica, responsabilità e dimensione spirituale

Rivolgendosi direttamente agli studenti, il patriarca ha voluto ribadire l’importanza del lavoro giornalistico come strumento di conoscenza e interpretazione.Un lavoro preziosissimo - ha affermato -, oggi più che mai, non soltanto di informazione ma anche di carattere spirituale, perché è un difendere e custodire la verità, aiuta ad esprimere un giudizio e ad avere una lettura critica delle situazioni”. Un messaggio che acquisisce peso particolare se inserito in un contesto globale sempre più dominato da notizie istantanee, contenuti generati automaticamente, fonti incontrollate e una crescente difficoltà dei lettori nel distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è.

Il presidente della Scuola di giornalismo di Perugia, Flavio Mucciante, ha definito il videomessaggio del patriarca “un regalo straordinario, un invito ai giovani a comprendere la complessità della realtà mediorientale e più in generale di ciò che accade in tutte le aree più delicate del mondo”. Mucciante ha sottolineato inoltre quanto sia “essenziale, per chi si prepara alla professione giornalistica, approfondire i contesti, confrontarsi con fonti primarie e prospettive diverse, mantenendo sempre rigore, equilibrio e spirito critico”.

Cardinale Pizzaballa: dalla formazione francescana al Patriarcato latino di Gerusalemme

Pierbattista Pizzaballa nasce il 21 aprile 1965 a Castel Liteggio, piccola frazione di Cologno al Serio, in provincia di Bergamo. Fin da giovanissimo intraprende il percorso religioso all’interno dell'ordine dei frati minori, iniziando gli studi nel seminario minore “Le Grazie” di Rimini e completando poi la maturità classica presso il seminario arcivescovile di Ferrara nel 1984. Entra nel noviziato della Verna l'anno successivo, dove emette la prima professione temporanea il 7 settembre 1985 e quella solenne nel 1989.

La sua formazione teologica prosegue a Bologna, dove consegue il baccalaureato in teologia nel 1990. Nello stesso anno viene ordinato sacerdote dal cardinale Giacomo Biffi. Poco dopo si trasferisce definitivamente in Terra Santa, a Gerusalemme, città che diventerà il fulcro della sua vita pastorale e accademica. Qui ottiene la licenza in teologia con specializzazione biblica presso lo Studium Biblicum Franciscanum e approfondisce l’ebraico moderno presso l’Università Ebraica.

Negli anni successivi svolge un’intensa attività come docente di ebraico biblico e giudaismo, oltre a operare come assistente pastorale delle comunità cattoliche di lingua ebraica. Nel 2004 viene nominato 167º custode di Terra Santa, incarico di grande prestigio e responsabilità che ricoprirà per dodici anni, uno dei mandati più lunghi degli ultimi decenni.

La sua opera si distingue per equilibrio diplomatico e capacità di mediazione in un contesto politicamente complesso come quello israelo-palestinese. Nel 2016 papa Francesco lo nomina amministratore apostolico del Patriarcato Latino di Gerusalemme, affidandogli la gestione di una realtà gravata da un considerevole debito economico. Pizzaballa affronta la crisi con decisione, portando avanti una severa opera di risanamento finanziario.

Nel 2020 viene nominato patriarca latino di Gerusalemme. Diventa cardinale nel 2023 e continua a rappresentare una delle voci più autorevoli del mondo cristiano in Medio Oriente, impegnato nel dialogo interreligioso e nella tutela delle comunità cristiane dell’area. Nel 2025 entra nel comitato promotore della Fondazione internazionale Oasis e, dopo la morte di papa Francesco, partecipa al conclave che eleggerà papa Leone XIV, venendo considerato tra i papabili più accreditati.

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Lorenzo Farneti
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