Cambia l’assetto della tassa di soggiorno a Perugia. Con le delibere n. 501 e n. 503, entrambe approvate dalla giunta comunale il 26 novembre 2025, l’amministrazione guidata dalla sindaca Vittoria Ferdinandi ridefinisce l’imposta applicata alle strutture ricettive del territorio, estendendo gli aumenti anche ai comparti finora esclusi dai recenti adeguamenti tariffari.
Dopo gli incrementi già introdotti alla fine del 2024 per b&b, affitti brevi, affittacamere e locazioni turistiche - per i quali è stata fissata una tariffa unica di 1,5 euro a notte senza più agevolazioni dopo la terza notte – il Comune interviene ora su hotel, agriturismi, residenze d’epoca, case religiose, country house e strutture assimilate.
L’entrata in vigore delle nuove tariffe è fissata al 1° aprile 2026, una scelta motivata, come si legge negli atti ufficiali, “al fine di consentire alle strutture ricettive i necessari adeguamenti gestionali, allineando inoltre la decorrenza all’inizio del secondo trimestre”.
Per il comparto alberghiero, la nuova imposta di soggiorno sarà modulata in base alla classificazione della struttura. Dal 1° aprile 2026, la tassa sarà pari a:
1,5 euro a notte per persona negli hotel a una stella
2 euro per quelli a due stelle
2,5 euro per le strutture a tre stelle
3 euro a notte per persona per gli alberghi a quattro stelle
3,5 euro per gli hotel a cinque stelle
Una rimodulazione che porta tutte le categorie alberghiere ad applicare un contributo differenziato, proporzionato alla qualità e ai servizi offerti.
Per le strutture extra-alberghiere - tra cui country house, case e appartamenti per vacanze, case per ferie, case religiose di ospitalità e centri soggiorno studi - l’imposta sarà fissata a 1,5 euro a notte per persona. Gli aumenti, in questo caso, variano da 50 centesimi a un euro, in continuità con il percorso di riallineamento tariffario avviato dal Comune nel 2024 per il comparto degli affitti brevi e dell’ospitalità non alberghiera.
Anche per gli agriturismi viene adottato un criterio progressivo, basato sulla classificazione in “girasoli”, analogo a quello delle stelle per gli hotel.
Dal 1° aprile 2026, l’imposta sarà così articolata:
1 euro a notte per persona per le strutture a un girasole
1,5 euro per quelle a due girasoli
2 euro per tre girasoli
2,5 euro per quattro girasoli
3 euro a notte per persona per gli agriturismi a cinque girasoli
Per le residenze d’epoca, il Comune di Perugia ha scelto di applicare una tariffa equiparata a quella degli alberghi di lusso. Dal 1° aprile 2026, l’imposta di soggiorno sarà pari a 3,5 euro a notte per persona, lo stesso importo previsto per gli hotel a cinque stelle.
Nella delibera numero 503, la giunta Ferdinandi dettaglia le previsioni di entrata per il 2026. “Il gettito previsto per l’imposta di soggiorno, per l’anno 2026, riportato nello schema di bilancio di previsione 2026/2028, ammonta complessivamente ad 1.655.000 euro, di cui 1.630.000 euro di gettito base e 25.000 euro da recupero dell’evasione e che è previsto nel medesimo schema di bilancio un accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità riferito alla predetta imposta per 13.001,34 euro, per un importo totale netto di 1.641.998,66 euro”.
La stessa delibera chiarisce anche le finalità dell’imposta: “Il gettito dell'imposta è destinato a finanziare interventi in materia di turismo, ivi compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, nonché interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali locali e dei relativi servizi pubblici locali, nonché i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti”.
Nel dettaglio dello schema di riparto allegato alla delibera, una quota significativa del gettito derivante dall’imposta di soggiorno viene destinata al sostegno delle principali realtà culturali e dei servizi legati all’accoglienza turistica. Tra le voci più rilevanti figurano 350 mila euro al Teatro Stabile dell’Umbria, 115 mila euro a Umbria Jazz, 173 mila euro per il funzionamento degli infopoint turistici e 160 mila euro destinati all’organizzazione di mostre ed eventi culturali.
Un impianto di spesa che delinea l’orientamento dell’amministrazione comunale, intenzionata a impiegare la tassa di soggiorno non come mera voce fiscale, ma come strumento strategico di investimento per il rafforzamento dell’offerta culturale, il sostegno al comparto turistico e il miglioramento complessivo dei servizi rivolti a visitatori e cittadini. Una scelta che si inserisce in una più ampia strategia di valorizzazione dell’immagine della città e di consolidamento della sua attrattività nel panorama turistico regionale e nazionale.