Un ordine della magistratura traccia un solco netto tra l’aggressore e la sua vittima, confinando la violenza domestica fuori dalle mura di casa e, simbolicamente, dalla comunità. Gli agenti del Commissariato di Polizia di Stato di Assisi hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misura cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Perugia nei confronti di un uomo di 38 anni, cittadino italiano, ritenuto responsabile del reato di lesioni personali aggravate in ambito familiare. Il provvedimento, su richiesta della Procura della Repubblica di Perugia guidata dal Procuratore Raffaele Cantone, impone all’uomo l’allontanamento dalla casa familiare, il divieto di avvicinamento alla sorella - la parte offesa - e il divieto di dimora nell’intero territorio del Comune di Assisi.
L’intervento delle Forze dell’Ordine, che ha materialmente notificato il provvedimento all’indagato, rappresenta l’epilogo, per ora cautelare, di una vicenda di violenza scoppiata tra le pareti domestiche. Una vicenda che ha le sue radici in una lite scatenata dall’uso di sostanze stupefacenti e culminata in un’aggressione fisica brutale.
Tutto ha avuto inizio lo scorso 10 novembre, all’interno di un’abitazione di Assisi. Un litigio tra fratello e sorella, originato - come ricostruito dagli investigatori - dalla condotta del 38enne, segnata dall’uso di stupefacenti dentro casa. La discussione, accesa, è degenerata in pochi istanti. L’uomo, perduto il controllo, si è avventato contro la sorella. L’ha spinta con violenza, facendola cadere a terra e sbattere contro un mobile. Non pago, l’ha afferrati per i capelli, in un crescendo di brutalità che ha lasciato la donna a terra, scossa e dolorante.
Le conseguenze di quell’assalto sono state tangibili: la donna ha riportato lesioni personali giudicate guaribili in venti giorni, un lasso di tempo che racconta di lividi, traumi e di una paura che non si placa con una semplice prognosi. Ma quell’episodio non è stato un fuoco di paglia isolato. Gli accertamenti del Commissariato di Assisi, condotti sotto il coordinamento della Procura perugina, hanno portato alla luce altri episodi di violenza dello stesso uomo verso altri congiunti, dipingendo il quadro di un clima familiare insostenibile, minato dalla prevaricazione e dalla paura. Sono stati questi comportamenti, persistenti e minacciosi, a spingere definitivamente la sorella a cercare rifugio nell’aiuto delle istituzioni, a bussare alla porta della Polizia di Stato.
La decisione della donna di denunciare ha attivato la macchina della giustizia. Gli agenti del Commissariato assisano hanno raccolto le testimonianze, acquisito gli elementi e ricostruito la dinamica degli eventi, costruendo un fascicolo investigativo solido. Un lavoro che è stato posto alla base della richiesta di misura cautelare avanzata dalla Procura della Repubblica di Perugia al Giudice per le Indagini Preliminari.
Il magistrato, esaminando il materiale, ha riconosciuto la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza riguardo al delitto di lesioni personali aggravate. Ma, soprattutto, ha valutato come stringenti le esigenze cautelari: la necessità di interrompere immediatamente la condotta violenta, di proteggere l’integrità fisica e psichica della vittima, e di prevenire il pericolo concreto che fatti del genere si ripetessero.
Per queste ragioni, il GIP ha emesso l’ordinanza che oggi viene eseguita: una misura che non solo allontana l’uomo dalla potenziale vittima, ma lo estromette temporaneamente anche dal contesto territoriale, Assisi, in cui il conflitto si è sviluppato, recidendo ogni occasione di prossimità e contatto.
L’esecuzione materiale del provvedimento, con la notifica all’interessato, chiude per ora questa fase. La notizia è stata ufficializzata oggi, 1 dicembre 2025, con un comunicato stampa a firma del Procuratore Raffaele Cantone. Il percorso giudiziario, ovviamente, prosegue verso il processo. Ma intanto, per la donna offesa e la sua famiglia, quelle misure rappresentano un primo, concreto respiro di sicurezza, un muro eretto dalla legge laddove le mura di casa non erano più state un riparo.