Il Liceo Classico e Musicale “Annibale Mariotti” di Perugia ha introdotto, con un atto formale interno, un regolamento per l’attivazione e la gestione della cosiddetta “carriera alias”, una procedura amministrativa che consente agli studenti di utilizzare, all’interno della vita scolastica, un nome differente da quello anagrafico nei registri ufficiali, nelle attività didattiche e nelle comunicazioni interne dell’istituto.
La misura, comunicata nei giorni scorsi alla comunità scolastica attraverso i canali amministrativi dell’istituto, è stata adottata con l’obiettivo di garantire tutela, rispetto e inclusione agli studenti che ne facciano richiesta, nel quadro dell’autonomia organizzativa delle istituzioni scolastiche e nel rispetto della normativa sulla privacy.
La cosiddetta “carriera alias” è una procedura amministrativa adottata in diversi contesti scolastici e universitari italiani, che consente allo studente, mediante un accordo interno e riservato, di avvalersi di un nome d’elezione nell’ambito della vita scolastica - dai registri alle comunicazioni ufficiali, fino alle attività didattiche - senza che ciò comporti alcuna variazione dei dati anagrafici ufficiali conservati negli atti amministrativi.
Nel caso del Liceo Classico e Musicale “Annibale Mariotti” di Perugia, il regolamento definisce con precisione le modalità e i tempi per la richiesta, la valutazione e l’attivazione della “carriera alias”, prevedendo specifiche garanzie a tutela della riservatezza dello studente e assicurando il pieno rispetto delle procedure interne dell’istituto.
La reazione della Lega Umbria al regolamento approvato dall'istituto è stata netta e immediata. Il partito ha diffuso una nota dal titolo inequivocabile: “CARRIERA ALIAS AL LICEO MARIOTTI DI PERUGIA, SCELTA GRAVISSIMA: STOP ALL’IDEOLOGIA GENDER NELLE SCUOLE”, che sintetizza il tenore severo delle critiche mosse all’istituto.
Nel documento il partito esprime forte preoccupazione per l’adozione del regolamento, definendola una scelta dal chiaro imprinting ideologico e potenzialmente pregiudizievole per il corretto sviluppo formativo degli studenti. Secondo la nota, la misura rischia di generare disorientamento e situazioni di disagio, minando la serenità dell’ambiente scolastico e ponendo in discussione il ruolo della scuola come luogo di trasmissione di conoscenze, valori condivisi e senso critico.
La comunicazione della Lega sottolinea inoltre il pericolo di un possibile “indottrinamento” dei minori, sostenendo che provvedimenti simili possano introdurre pressioni psicologiche indebite su studenti ancora in fase di crescita.
A prendere la parola in prima persona è stato Simone Pillon, responsabile delle politiche familiari della Lega, che ha espresso una posizione netta e fortemente critica.
In una nota ufficiale, Pillon afferma:“Esprimo forte preoccupazione per la decisione del Liceo Classico e Musicale ‘Annibale Mariotti’ di Perugia di adottare il Regolamento per l’attivazione e la gestione di una carriera alias. Una scelta grave e pericolosa, soprattutto perché assunta da un Istituto storico e prestigioso del nostro territorio”.
Sul merito delle misure introdotte, il senatore ha aggiunto: “L’introduzione delle carriere alias rappresenta, nei fatti, una resa all’ideologia gender woke - afferma Pillon - Da un lato, attraverso la carriera alias si finisce per incentivare percorsi di transizione sociale che spesso preludono a trattamenti ormonali e chirurgici su minorenni, nonostante le numerose e autorevoli riserve della comunità scientifica sui pesanti e irreversibili effetti collaterali di tali pratiche. Dall’altro, l’introduzione di queste misure rischia di generare situazioni di disagio e incertezza per gli studenti che devono poter contare su un ambiente sempre sereno e adeguatamente tutelato. Un rischio inaccettabile, che una scuola dovrebbe prevenire con la massima fermezza.
Si tratta di un passo pericoloso verso forme di indottrinamento che nulla hanno a che vedere con la missione educativa della scuola. Gli istituti scolastici dovrebbero essere luoghi in cui si trasmettono conoscenze, valori condivisi e senso critico, non laboratori in cui sperimentare costruzioni ideologiche che rischiano di confondere i ragazzi e di esporli a pressioni psicologiche indebite. Una scelta del genere non solo stravolge il ruolo della scuola, ma mette anche a repentaglio la riservatezza degli studenti. Mi auguro che l’Istituto voglia riconsiderare questa decisione e sospendere immediatamente il progetto.
In ogni caso, mi riservo di interpellare il Ministero dell’Istruzione e del Merito, per valutare la liceità e la conformità della scelta adottata dal Liceo Mariotti e per procedere ad un’ispezione per verificare la regolarità di quanto imposto.La tutela dei minori e il rispetto della sicurezza e della privacy vengono prima di ogni sperimentazione ideologica”.
Le parole di Pillon aprono ora alla possibilità di un coinvolgimento formale del Ministero dell’Istruzione e del Merito, tramite una istanza di verifica sulla legittimità amministrativa del regolamento adottato dal Liceo.
Secondo quanto prospettato dal senatore, l’attenzione verterà sulla conformità della misura con il quadro normativo nazionale, con particolare riguardo a privacy, tutela dei minori e limiti dell’autonomia scolastica. La procedura ministeriale, se attivata, comporterebbe un accertamento formale volto a valutare se il provvedimento rientri nei poteri discrezionali dell’istituto o se invece ecceda le competenze assegnate dalla normativa statale, determinando eventuali profili di illegittimità amministrativa.
Al momento il Liceo Classico e Musicale “Annibale Mariotti” non ha rilasciato repliche ufficiali alle critiche ricevute. Fonti interne all’istituto riferiscono tuttavia che l’adozione del regolamento è stata definita nell’ambito delle politiche di inclusione e tutela della persona, richiamando prassi analoghe già sperimentate in altri contesti scolastici italiani e sottolineando le garanzie procedurali previste dal testo.
La vicenda ha rapidamente innescato un acceso dibattito pubblico, che ha diviso famiglie, associazioni e opinione pubblica: da un lato chi accoglie la misura come uno strumento volto a proteggere identità e diritti degli studenti; dall’altro, chi la interpreta come una possibile forzatura sul piano educativo e culturale. Il confronto verte soprattutto su due ambiti: l’efficacia degli strumenti di tutela messi in campo e i confini della libertà d’azione delle istituzioni scolastiche rispetto alle prerogative genitoriali e alle competenze normative centrali.