Poteva essere la classica scena di un film d'azione hollywoodiana, ma così non è stato. Niente set cinematografici, nessun attore protagonista: solo una comune attività di controllo della Polizia di Stato di Perugia trasformatasi in pochi secondi in un inseguimento ad alta tensione. Un ventiquattrenne di origine rumena, residente nel capoluogo umbro, ha infatti forzato un posto di blocco lanciandosi in una fuga tanto sconsiderata quanto pericolosa, mettendo a rischio gli agenti e gli altri automobilisti.
Secondo quanto ricostruito, il giovane transitava a velocità sostenuta quando è incappato nel dispositivo di controllo. All’intimazione dell’alt, anziché rallentare, ha scelto la via della fuga, premendo ulteriormente sull’acceleratore e allontanandosi rapidamente. Un comportamento che, oltre a rappresentare un evidente pericolo per la sicurezza pubblica, ha imposto alle forze dell’ordine un’immediata attivazione operativa.
Grazie al numero di targa, gli agenti sono riusciti a risalire al proprietario del mezzo, individuandone l’indirizzo di residenza. Raggiunta l’abitazione, gli operatori hanno trovato l’auto parcheggiata e ancora calda, con evidenti segni di surriscaldamento del motore: un dettaglio che ha confermato senza esitazioni il recente utilizzo e la fuga.
Il giovane, rintracciato poco dopo, è stato identificato come il conducente del veicolo e accompagnato in Questura per le procedure di rito. Una volta ricostruita la dinamica, gli agenti hanno formalizzato la denuncia.
A carico del 24enne è scattata una denuncia all’Autorità Giudiziaria per resistenza a Pubblico Ufficiale, reato previsto dall’articolo 337 del Codice Penale. Ma non è tutto. Nel corso degli accertamenti, infatti, è emerso che il giovane fosse privo della patente di guida. Una circostanza che ha portato all’applicazione della sanzione prevista per la guida senza titolo abilitativo.
Il veicolo è stato sottoposto a fermo amministrativo, come stabilito dalla normativa vigente per i casi di guida senza patente. Una misura volta non solo a sanzionare l’illecito, ma anche a prevenire future condotte pericolose.
Lo scorso fine ottobre, a Terni, un 37enne è stato arrestato al termine di un inseguimento particolarmente rischioso. L’episodio, avvenuto nel pomeriggio del 18 ottobre, ha visto l’uomo percorrere contromano un tratto di via Leopardi alla guida di una Fiat Punto, effettuando manovre pericolose nel tentativo di sottrarsi ai controlli antidroga.
Durante la fuga, il 37enne ha lanciato dal finestrino due involucri, uno contenente poco più di un etto di hashish e l’altro con circa 60 grammi di cocaina. Una volta fermato, gli agenti hanno proceduto anche a una perquisizione domiciliare, dove sono stati rinvenuti ulteriori quantitativi di stupefacenti e materiale per il confezionamento, culminando nell’arresto per spaccio.
Il reato di resistenza a Pubblico Ufficiale è disciplinato dall’articolo 337 del Codice Penale e rappresenta una delle principali norme poste a tutela dell’attività delle forze dell’ordine, dei pubblici amministratori e di tutti coloro che esercitano funzioni pubbliche. La norma punisce chiunque “usa violenza o minaccia per opporsi a un pubblico ufficiale mentre compie un atto d’ufficio o a chi, richiesto, gli presta assistenza”. Si tratta di un reato comune, che può essere commesso da chiunque, e che si configura anche in presenza di un singolo gesto volto a ostacolare l’operato dell’autorità.
La pena prevista va da sei mesi a cinque anni di reclusione, ma può aumentare in presenza di aggravanti, come l’utilizzo di armi, la partecipazione di più persone o il verificarsi di lesioni a danno degli agenti. La giurisprudenza ha più volte chiarito che non è necessario un contatto fisico per integrare il reato: anche una fuga, come nel caso del giovane perugino, può essere considerata resistenza se crea una situazione di pericolo o ostacola concretamente l’attività degli operatori.
Per quanto riguarda il comportamento alla guida, quando l’opposizione all’alt della polizia si traduce in manovre pericolose, alta velocità o tentativi di speronamento, il reato si configura in maniera ancora più evidente. A ciò possono aggiungersi ulteriori illeciti, come la guida senza patente, la mancata ottemperanza all’alt e, nei casi più gravi, persino l’accusa di lesioni personali stradali.
L’obiettivo della norma è chiaro: tutelare l’incolumità di chi opera per la sicurezza pubblica e garantire che il controllo del territorio possa avvenire senza ostacoli. Condotte come quelle accadute a Perugia rientrano pienamente nella casistica che la legge intende prevenire e reprimere.