I numeri, crudi, su pensioni e demografia fotografano una provincia, quella ternana, in affanno. Nell’anno in cui la Cisl nazionale compie 75 anni, la federazione di Terni ha deciso di celebrare guardando in faccia la realtà socio-economica del territorio, partendo da un dato Inps che fa riflettere: l’importo medio mensile delle pensioni erogate in provincia è di 894 euro. Un valore che stride profondamente con la media umbra (1.241 euro) e ancor più con quella nazionale (1.415 euro). A richiamare questa frattura è stato il responsabile della Cisl di Terni, Riccardo Marcelli, nel corso di un evento che ha intrecciato volontariamente la Giornata internazionale delle persone con disabilità, il ricordo dei 75 anni del sindacato e la memoria del segretario scomparso Claudio Ratini.
Quel dato pensionistico non è un fatto isolato: si accompagna a un saldo demografico negativo e a una situazione di stallo nel comparto manifatturiero. È il quadro di un “territorio che invecchia”, come lo ha definito Marcelli, su cui la Cisl prova a costruire una risposta che parte dall’inclusione dei più fragili e passa per una rinnovata contrattazione sociale. La memoria diventa, in questa prospettiva, non rituale, ma strumento di analisi e motore per l’azione.
La risposta proposta è duplice e urgente. Da un lato, la spinta nazionale, con la manifestazione del 13 dicembre a Roma per chiedere interventi significativi nella Legge di Bilancio 2026. Dall’altro, una strategia territoriale che ha nel tema generazionale il suo perno. “Dobbiamo evitare che i lavoratori raggiungano il traguardo della pensione con malattie professionali o invalidanti - ha avvertito Riccardo Marcelli -. Servono quindi politiche a sostegno che consentano l’incentivazione di politiche volte a programmare la staffetta generazionale nei luoghi di lavoro”. Il concetto di “invecchiamento attivo” si trasforma così in una necessità economica, per non disperdere competenze e al tempo stesso rinnovare le forze lavoro, e in una battaglia per la dignità.

In questo contesto di fragilità diffusa, le politiche per l’inclusione delle persone con disabilità e dei loro caregiver assumono un valore strategico centrale. La celebrazione della Giornata internazionale delle persone con disabilità (3 dicembre) è stata quindi funzionale a inserire la crisi ternana in un quadro di diritti e buone pratiche. Silvia Stefanovichj, del Dipartimento diversità, equità e inclusione della Cisl nazionale, ha tracciato la cornice normativa, dalla Convenzione Onu alla Strategia Ue, indicando nella contrattazione collettiva lo strumento principe. “La contrattazione collettiva deve inserire clausole specifiche sia a tutela dei lavoratori con disabilità, sia a tutela dei lavoratori che sono contestualmente caregivers”, ha spiegato, definendo il sistema di relazioni industriali un “facilitatore di inclusione”.
La dimensione locale di questa sfida è stata illustrata dal sindaco di Arrone, Fabio Di Gioia, che ha portato l’esempio concreto di come la contrattazione sociale nei piccoli comuni possa individuare bisogni specifici e trovare risposte partecipate. Dario Bruschi, segretario generale della Fnp Umbria, ha spinto oltre, chiedendo alla Regione di rendere il dialogo più sostanziale e annunciando un lavoro con l’Anci per il rinnovo di un protocollo regionale sulla contrattazione sociale, “strumento utile per consentire a tutti i comuni di poter dialogare con le forze sociali”.
Ed è qui che il filo si riannoda alla memoria e alle celebrazioni. L’evento ternano era anche per i 75 anni della Cisl, i 30 dalla scomparsa di Claudio Ratini e i 25 della sede di via del Cassero. Il ricordo, affidato alle parole di ex segretari come Faliero Chiappini e di colleghi come Flavio Confaloni, non è stato relegato a una rievocazione separata. È stato presentato come il fondamento etico e pratico per l’impegno di oggi. Lo ha chiarito Paolo Conti, segretario dei Pensionati Cisl Terni: “Quella odierna non è solamente una giornata di commemorazione ma anche un'occasione per riflettere sul passato, sul presente e sul futuro. Vuol dire anche memoria e ricordi che devono essere trasformati in un nostro impegno concreto”.
La “partecipazione” declamata nel titolo dell’incontro assume dunque un significato poliedrico e stringente. È la partecipazione dei cittadini e dei corpi sociali alle decisioni dei comuni. È la partecipazione delle persone con disabilità e dei loro familiari a una vita lavorativa e sociale piena. È, infine, la partecipazione alla storia di un’organizzazione i cui valori - riassunti nelle figure dei segretari da Gaetano Buffato a Riccardo Marcelli - vengono chiamati a rispondere a un’emergenza sociale precisa: quella di un territorio dove la bassa pensione non è solo un numero, ma il sintomo di una condizione diffusa che rischia l’emarginazione. La staffetta generazionale invocata da Marcelli non è quindi solo un fatto anagrafico o aziendale. Diventa la metafora di un sindacato che, sulla scia della sua storia, prova a passare il testimone di una battaglia per i diritti in un contesto profondamente mutato e più difficile.