23 Oct, 2025 - 18:30

Tanto rumore per quasi nulla: il PD porta il "caso Bandecchi" dal ministro Piantedosi e i suoi fanno quadrato

Tanto rumore per quasi nulla: il PD porta il "caso Bandecchi" dal ministro Piantedosi e i suoi fanno quadrato

Tanto rumore per quasi nulla. Cinque minuti di diretta televisiva, qualche battuta aspra e un epilogo scontato. È questa la sintesi dell’interrogazione parlamentare presentata dai senatori Cecilia D’Elia e Walter Verini del Partito Democratico, dedicata al cosiddetto “caso Bandecchi”. Al centro del dibattito, la presunta mancanza di agibilità democratica nel Consiglio comunale di Terni e i comportamenti del sindaco Stefano Bandecchi, ritenuti “intimidatori” dai dem.

A rispondere è stato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ha tagliato corto: “Il ministero dell’Interno monitora attentamente la situazione, attraverso la Prefettura di Terni”. Una replica laconica, che non ha soddisfatto i parlamentari PD né spostato di un millimetro l’asse politico della vicenda.

Il “caso Bandecchi” approda in Senato: D’Elia e Verini chiedono l’ispezione del Viminale

Nel question time al Senato, la senatrice Cecilia D’Elia ha illustrato l’interrogazione incentrata sull’agibilità democratica del Consiglio comunale di Terni, sostenendo che “i comportamenti gravi e reiterati del sindaco Bandecchi minano la convivenza civile”.

La risposta di Piantedosi, prevedibilmente istituzionale, ha ribadito che “il Ministero, come sempre, continua a monitorare lo sviluppo delle vicende segnalate”. Ma il senatore Walter Verini non si è accontentato: “Ministro, quelle parole sono importanti, ma non bastano. Servono iniziative concrete: le chiediamo di inviare una commissione d’accesso per verificare di persona le ferite che questo signore arreca alle istituzioni e alla comunità locale. Il Governo deve agire subito”.

Nessun annuncio, però, da parte del ministro. La linea resta quella del monitoraggio: nessun commissariamento, nessuna ispezione.

La replica di Gambini (AP): “Meglio chi ci mette la faccia che chi recita in giacca e cravatta”

Anticipando la polemica, Stefano Bandecchi aveva già replicato in mattinata con un video sui social. Nel pomeriggio, a fare quadrato è stata Maria Elena Gambini, consigliera comunale di Alternativa Popolare e portavoce del sindaco in Provincia: “È vergognoso vedere certi politici trasformare il Senato in un ring per regolare conti personali. Mentre Terni chiede risposte su lavoro, sicurezza, scuola e sanità, loro parlano solo di Bandecchi, mossi da rancore e sete di visibilità”.

Poi il passaggio più tagliente: “Meglio Bandecchi, che magari usa toni coloriti ma ci mette la faccia, che tutta questa gente incravattata, piena di belle parole e interessi personali. Almeno lui parla chiaro e si batte per il territorio che rappresenta. Il Parlamento dovrebbe difendere il popolo, non essere usato come arma contro chi rompe gli schemi. Chi porta il ‘caso Bandecchi’ in Senato non rappresenta Terni, la usa”.

Gli Amici di Bandecchi: “Il PD pensi alla sanità umbra, non ai processi politici”

Anche gli Amici di Bandecchi sono intervenuti, spostando il tiro dal piano politico a quello sociale. “Al Partito Democratico interessa la forma, non la sostanza. Ai senatori PD Verini e D’Elia chiediamo di portare in Parlamento i veri problemi dell’Umbria: la sanità regionale, l’Ospedale di Terni, il Narni-Amelia, le liste d’attesa infinite e il pronto soccorso inaccessibile da due anni. Solo così potrete dire di rappresentare davvero gli umbri”.

Una nota che ha trovato eco tra i sostenitori del sindaco, convinti che la battaglia politica contro Bandecchi stia diventando un paravento per evitare di affrontare le criticità del territorio.

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Federico Zacaglioni
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