13 Oct, 2025 - 19:00

Papa Leone XIV in Umbria? Ecco il probabile itinerario del Pontefice

Papa Leone XIV in Umbria? Ecco il probabile itinerario del Pontefice

Un ritorno alle radici della fede, ma anche un segnale di continuità e di profonda riflessione spirituale: Papa Leone XIV potrebbe presto arrivare in Umbria.  L’ipotesi di una visita del Pontefice nella terra di San Francesco e Santa Chiara non è soltanto un evento religioso, ma un gesto dal forte valore simbolico, capace di riaccendere quel legame antico tra il papato e la spiritualità umbra. Un viaggio che, se confermato, avrà il sapore della storia.

Papa Leone XIV in Umbria? Tutto sulla probabile visita papale che emoziona i fedeli

Secondo quanto riportato dall’Ansa, Papa Leone XIV potrebbe recarsi ad Assisi il prossimo 20 novembre per chiudere l’assemblea della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), che quest’anno si terrà proprio nella città serafica.  Allo studio, infatti, anche un breve percorso all’interno del centro storico, con possibili soste di preghiera nei luoghi simbolo della spiritualità francescana.

Un’eventuale tappa ad Assisi, per il primo Pontefice di nome Leone dopo oltre un secolo, assumerebbe una valenza spirituale e pastorale di grande rilievo. Nelle ultime settimane, lo stesso Leone XIV (al secolo Robert Prevost) ha più volte citato San Francesco e Santa Chiara nei suoi discorsi, evidenziando come le loro figure restino fari di luce per una Chiesa che cerca equilibrio tra povertà evangelica e modernità.

Ma Assisi è anche la città che oggi custodisce San Carlo Acutis, il giovane beato canonizzato lo scorso 7 settembre in Piazza San Pietro insieme a San Pier Giorgio Frassati. La ricorrenza liturgica di Acutis, celebrata proprio ieri, aggiunge un ulteriore tassello al mosaico spirituale che lega Leone XIV alla terra umbra. Una terra che, più di ogni altra, rappresenta la sintesi tra la fede antica e la santità contemporanea.

Un legame che affonda nel tempo: l’Umbria nel cammino di Leone XIV

La possibile visita di Leone XIV ad Assisi non sarebbe un fatto isolato, ma l’ennesimo capitolo di una storia che affonda le sue radici nel passato. Già da Priore Generale dell’Ordine di Sant’Agostino, Prevost partecipò nel 2008 alle celebrazioni per il VII centenario della morte di Santa Chiara da Montefalco, figura mistica e teologa del XIII secolo, spesso definita “la seconda luce dell’Umbria” dopo Francesco d’Assisi. In quell’occasione, l’allora superiore degli agostiniani rimase colpito dal fervore popolare e dalla sobrietà del culto umbro, tanto da tornare più volte in occasione della sua solennità. 

Un legame che risale ancora più indietro nel tempo. A metà degli anni Ottanta, quando era un giovane studente agostiniano americano, Prevost viveva al Collegio Santa Monica di Roma, centro internazionale di formazione dell’ordine. Proprio allora, insieme a un gruppo di confratelli provenienti da diversi Paesi, decise di visitare l’Umbria. La meta? Gubbio, città simbolo di tradizioni popolari e spiritualità autentica.

Qui, secondo quanto ricordano alcuni dei suoi compagni di studi, Prevost prese parte al tradizionale rito goliardico della “patente da matto”, girando tre volte in senso antiorario attorno alla Fontana del Bargello. Un gesto ironico ma carico di significato, perché Gubbio, nella sua simbologia, rappresenta l’umiltà e la libertà dell’anima. In quell’esperienza giovanile si intravede già il tratto umano e sorridente di un Pontefice che oggi viene descritto come “profondamente spirituale ma vicino alla gente comune”.

Se la visita si concretizzerà, sarà un gesto di continuità con il suo predecessore, Papa Francesco, che scelse proprio il nome “Francesco” in omaggio al santo di Assisi e visitò più volte la cittadina umbra, segnando tappe cruciali del suo pontificato. Papa Leone XIV sembra voler raccogliere quel testimone, non per ripetere un gesto, ma per rinnovare un messaggio: quello di una Chiesa che torna sempre alle sue radici per ritrovare la forza di parlare al mondo contemporaneo. Ad Assisi, città della pace e della fraternità, la presenza del Pontefice assumerebbe un valore universale, capace di unire fede, dialogo e speranza in un tempo che ne ha urgente bisogno.

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Lorenzo Farneti
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