13 May, 2024 - 16:01

Papa Francesco scrive alla scuola dell'ospedale di Perugia. La lettera integrale

Papa Francesco scrive alla scuola dell'ospedale di Perugia. La lettera integrale

Papa Francesco ha scritto ai bambini ricoverati all'ospedale di Perugia che frequentano la 'Scuola dei coniglietti bianchi'. Le sue parole di conforto e incoraggiamento sono arrivate come risposta a una lettera che i piccoli pazienti avevano inviato a fine marzo scorso al Santo Padre, per esprimere vicinanza e sostenerlo nella lotta ai recenti problemi di salute.

"Noi ti capiamo benissimo, anche le nostre giornate a volte sono difficili e piene di sofferenza, sembrano non finire mai!" avevano scritto i giovani pazienti al Vescovo di Roma, secondo quanto riferisce l'Azienda ospedaliera.

"Ci sono bambini di tutte le età che provengono da tanti paesi diversi e a volte noi la chiamiamo scuola 'Arcobaleno' che porta un raggio di sole nel buio della malattia" avevano, inoltre, spiegato al Pontefice a proposito della propria scuola.

Il Papa alla scuola dell'ospedale di Perugia: "Prego per voi"

"Cari amici - così Papa Francesco si è rivolto ai bambini ricoverati all'ospedale di Perugia - grazie molte della lettera che mi avete inviato e che ho apprezzato davvero di cuore".

"Sono contento - ha detto il Papa ai 'coniglietti bianchi' della scuola - di ricevere la vostra vicinanza e di sapere che in questo tempo di permanenza in ospedale, siete bravi".

"Mi piace leggere che nella scuola, ognuno di voi può trovare un raggio di luce nel buio della malattia - ha commentato, ancora, il Santo Padre - La scuola è un luogo di incontro. Abbiamo bisogno di questa cultura dell'incontro per conoscerci, per amarci, per camminare insieme".

"Avanti su questa strada! Prego per voi, per i vostri genitori e per i vostri insegnanti e medici. E, per favore, non dimenticatevi di pregare per me - Papa Francesco ha salutato con affetto e gratitudine i piccoli pazienti - Che Gesù vi benedica e la Vergine Santa vi custodisca. Fraternamente, Francesco".

La scuola dell'ospedale di Perugia

La Scuola In Ospedale, nota comunemente anche con l'acronimo SIO, si rivolge dal 1988 agli alunni che frequentano i plessi scolastici presso i reparti di Oncoematologia Pediatrica e TMO e della Struttura Complessa di Pediatria, all’interno dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia.

Nel corso della sua lunga e articolata esperienza, la scuola ha assunto il ruolo, legittimato e riconosciuto da tutto il contesto sanitario, di portavoce e garante di tutte quelle forme di sensibilizzazione e attenzione al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza, che favoriscono la consapevolezza e la condivisione della cultura dell’essere e la presa in carico congiunta delle storie personali.

L’azione educativa si pone, dunque, la finalità di garantire un setting di tutela e salvaguardia dell’integrità individuale e di sostegno e accompagnamento al processo di cura, affinché la malattia non si connoti solo come frattura destabilizzante del sistema di vita, ma anche come possibile occasione di crescita e di sviluppo. 

Gli obiettivi della scuola

Tra gli obiettivi principali della scuola in ospedale, c'è quello di favorire il mantenimento dell’integrità psico-cognitiva individuale, attraverso strategie di empowerment delle risorse specifiche, e l’integrazione dell’evento "malattia" nel ciclo di vita, in continuità con la realtà preesistente e in una visione prospettica evolutiva.

Naturalmente, la scuola, in quanto tale, ha lo scopo di garantire il proseguimento del percorso formativo scolastico, nonché il recupero e il consolidamento delle competenze disciplinari. In quest'ottica, la scuola mira a costruire esperienze culturali, anche in forma digitale, che permettano ai bambini il superamento di difficoltà e confini dovuti alla condizione di malattia.

Altrettanto fondamentale per la scuola in ospedale è, poi, riuscire a mantenere il 'filo rosso' delle relazioni interpersonali del giovane paziente con il gruppo-classe e i docenti di appartenenza, nell'ottica di agevolare il successivo rientro in aula post ricovero, così da ridurre il rischio della sensazione di isolamento e diversità.

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Giorgia Spitoni
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