Ripartite le ricerche per trovare i resti del giudice Paolo Adinolfi, scomparso il 2 luglio 1994. Si scava sotto la casa del Jazz di Roma, con le ricerche che proseguiranno nella giornata di domani. Al momento, secondo quanto riportato dall'ANSA, la procura di Perugia non ha aperto nessun nuovo fascicolo sulla scomparsa del giudice. Tutte le indagini condotte nel capoluogo umbro si sono concluse con archiviazioni.
Riprenderanno domani le ricerche avviate sotto la Casa del Jazz a Roma dei resti di Paolo Adinolfi, il magistrato scomparso misteriosamente 31 anni fa. Il lavoro, ad opera dei Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza, coordinati dalla Prefettura, si è concentrato su gallerie sotterranee mai esplorate prima.
La stessa area era già stata oggetto di verifiche fatte svolgere dalla Procura di Perugia per la scomparsa del magistrato il 2 luglio del 1994. Nella seconda metà degli anni novanta, fu incaricato anche un geologo ma del magistrato non venne trovata traccia.
L'indagine sulla scomparsa di Adinolfi arrivò a Perugia poco dopo la scomparsa del giudice. Le indagini condotte nel capoluogo umbro si sono concluse con archiviazioni, su richiesta dei magistrati perugini perché tutte le piste battute avevano dato riscontri negativi. Secondo i collghi dell'Ansa, la magistratura perugina non ha aperto nessun nuovo fascicolo sulla scomparsa del giudice.
L'indagine di Perugia, però, fu riaperta nel giugno del 1996 dopo le dichiarazioni agli inquirenti di un affarista siciliano secondo il quale Adinolfi era stato ucciso, ''da uomini della banda della Magliana'', perché stava per rivelare al pm milanese Carlo Nocerino, che indagava sul fallimento della società ''Ambra assicurazione'', ''cose importanti'' sui legami tra settori ''deviati del servizio civile'' e società fantasma che operavano ''nella compravendita di immobili''.
Sostenendo di averlo appreso dal colonnello del Sismi Mario Ferraro, trovato impiccato nel bagno della propria abitazione, e da un suo collaboratore. Il faccendiere parlò anche dell'area dove sorgeva la casa di Enrico Nicoletti, cassiere della banda della Magliana. Le ricerche condotte all'epoca dalla Procura di Perugia diedero esito negativo.
Il Prefetto Lamberto Giannini ha raccontato l'ispezione di questa mattina di carabinieri, polizia, guardia di finanza e Sovrintendenza del Campidoglio: "È necessario fare una verifica non perché si stia cercando in particolare qualcosa, ma perché si ha avuto notizia che nel bene confiscato alla banda della Magliana ci sta questa parte, una galleria che è stata tombata, non conosciuta ed è giusto verificare cosa ci sia dentro".
A parlare è stato anche l'avvocato Lorenzo Adinolfi, uno dei figli del giudice: ''Ho appreso di questa iniziativa leggendo i siti questa mattina. In questo momento occorre solo aspettare l'evoluzione di questa attività. Io e la mia famiglia in questa fase non ci sentiamo di dire altro''.
La scomparsa del magistrato Paolo Adinolfi avvenne il 2 luglio 1994. Si persero le tracce del giudice, l’unico scomparso nella storia della Repubblica, dopo essere uscito dalla sua abitazione in via della Farnesina a Roma.
Paolo Adinolfi aveva ricevuto una formazione cattolica. Dopo aver superato da giovanissimo il concorso in magistratura, dopo una prima esperienza a Milano, tornò a Roma dove - al momento della scomparsa - era da poco diventato consigliere alla Corte di Appello, dopo anni passati alla sezione fallimentare.
Quella mattina, alle 9, era nella biblioteca del Tribunale Civile di Roma, in viale Giulio Cesare, dove aveva lavorato a lungo, prima presso la sezione fallimentare e poi alla seconda civile. La sua automobile venne ritrovata lo stesso giorno nella zona del Villaggio Olimpico.
Le ricerche, dopo 31 anni, si stanno effettuando sotto la Casa del Jazz, punto di riferimento della cultura romana all’inizio di via Cristoforo Colombo nato sulle ceneri di un bene sequestrato alla malavita organizzata nella Capitale, su un terreno confiscato alla Banda della Magliana, dove si ipotizza possa essere stato sepolto il corpo del magistrato.