Politiche abitative, lavoro, servizi essenziali e soprattutto la necessità di fermare lo spopolamento. Sono stati questi i temi al centro dell’incontro “Il ruolo dei Piccoli Comuni nelle strategie per il futuro delle aree interne”, organizzato da Anci Umbria e dal Comune di Paciano nella sala Baldeschi. Un appuntamento partecipato, con la presenza di amministratori provenienti da tutta la regione, che ha visto confrontarsi sindaci, dirigenti regionali e rappresentanti istituzionali nazionali.
Ad aprire i lavori è stato Federico Gori, presidente di Anci Umbria, che ha sottolineato la necessità di un percorso condiviso: “L’iniziativa nasce dall’esigenza di costruire un modello unitario e condiviso, individuando tematiche prioritarie che dovranno tradursi in azioni concrete per tutti i territori. Siamo consapevoli delle difficoltà che caratterizzano le aree interne, ma vogliamo affrontarle con lungimiranza, trasformandole in opportunità”.
Accanto a lui, il sindaco di Paciano Luca Dini ha rimarcato il valore della concretezza: “Questa iniziativa nasce con l’intento di valorizzare i piccoli Comuni dentro un contesto sempre più dinamico e difficile. È importante fissare l’attenzione sui servizi e su tutte quelle attività che devono essere valorizzate per poter mantenere un presidio territoriale fondamentale”.
Il dibattito ha visto l’intervento di Remiglio Venanzi, sindaco di Polino e coordinatore dei Piccoli Comuni di Anci Umbria, che ha sollecitato maggiore pragmatismo: “Dobbiamo entrare nello specifico senza perdere tempo. Ognuno di noi è portatore di interessi comuni e individuali. Servono norme che agevolino e snelliscano le amministrazioni”.
Il confronto si è arricchito con la testimonianza di Alessandro Santoni, sindaco di San Benedetto Val di Sambro e coordinatore nazionale Anci Piccoli Comuni: “Rigenerare i piccoli Comuni significa rigenerare l’intero Paese. Stiamo cercando di fare rete e raccogliere idee da portare alla Consulta nazionale. Importante anche la collaborazione con la Chiesa, che ha condiviso il nostro impegno nel contrasto allo spopolamento”.
Santoni ha citato l’Agenda Controesodo, che verrà presentata all’Assemblea nazionale Anci di Bologna, e che punta a politiche concrete per attrarre residenti, sostenere famiglie e rafforzare la rete dei servizi di welfare, con il supporto di protocolli come quello firmato con Inps per ridurre il divario digitale.
Cinque rappresentanti delle aree interne umbre hanno raccontato criticità e prospettive. Roberta Tardani, sindaca di Orvieto e capofila dell’area Sud Ovest Orvietano, ha parlato dello spopolamento come della “sfida più grave”, indicando nei trasporti un nodo cruciale per la tenuta sociale ed economica.
Antonino Ruggiano, sindaco di Todi, ha posto l’accento sulla necessità di una strategia “dal basso”, capace di partire dalle esigenze specifiche dei singoli Comuni. Marco Emili, vicesindaco di Cascia, ha sottolineato l’importanza di strutture solide per una programmazione efficace, legata anche alla tutela del paesaggio e al turismo.
Da Gubbio, il sindaco Vittorio Fiorucci ha evidenziato la necessità di “fare massa critica e unire i servizi per invertire la tendenza allo spopolamento”. Infine, il sindaco di Castiglione del Lago Matteo Burico ha ricordato l’esperienza del progetto Snai del Trasimeno come “eredità immateriale” di grande valore, spingendo per una riflessione politica più ampia sul ruolo delle Unioni dei Comuni.
Sul piano istituzionale, Cristiana Corritoro, dirigente della Regione Umbria, ha parlato della necessità di una governance multilivello, in grado di coniugare estro e capacità innovativa degli amministratori con strumenti concreti per intercettare risorse.
A chiudere i lavori è stata Simona Meloni, assessore regionale alle aree interne, che ha ribadito l’impegno della Regione: “L’Umbria è composta da 92 Comuni, di cui 59 sono aree interne. Sono piccoli centri che hanno bisogno di risorse economiche e di attenzione. Come Regione abbiamo già stanziato 60 milioni di euro, con progetti deliberati in Valnerina e nell’Orvietano e altri in arrivo entro ottobre per Trasimeno, Media Valle e Eugubino-Gualdese”.
Meloni ha sottolineato che il contrasto allo spopolamento passerà anche da nuove politiche abitative, sociosanitarie e di promozione del territorio: “Dobbiamo fare sì che l’Umbria sia un territorio dove si viva a lungo e bene, valorizzando paesaggi, prodotti agroalimentari e qualità della vita”.
L’incontro di Paciano si è così trasformato in un laboratorio politico e amministrativo, dove la parola d’ordine è stata concretezza. Una sfida che riguarda l’intera Umbria, chiamata a fare delle sue fragilità un punto di forza per costruire un futuro in cui i piccoli Comuni non siano periferia dimenticata, ma cuore pulsante della coesione regionale.