Nella prestigiosa Sala Marconi di Palazzo Pio, sede dei media vaticani, è stata presentata la serie di iniziative che la città di Gubbio e la Chiesa locale stanno preparando per celebrare l’ottavo centenario della morte di San Francesco d’Assisi, che ricorrerà nel 2026. L’incontro, moderato da Massimiliano Menichetti, vice-direttore editoriale dei media vaticani, ha visto la partecipazione del vescovo di Gubbio mons. Luciano Paolucci Bedini, del sindaco Vittorio Fiorucci, della professoressa Cristina Galassi e di Giuseppe Costa, presidente di Opera Laboratori.
L’iniziativa parte da un dato storico e spirituale: Gubbio fu il luogo in cui Francesco trovò rifugio e iniziò la sua nuova vita dopo aver lasciato Assisi. Qui, secondo la tradizione, avvenne l’incontro con il celebre lupo che terrorizzava la città.

Il sindaco Fiorucci ha sottolineato con forza questo legame: «San Francesco è una parte di storia importante, anche per Gubbio, perché – come abbiamo avuto modo di dire – Francesco ha maturato la sua scelta proprio qui. Abbiamo evidenze storiche che ci raccontano come si sia sentito accolto da una terra che già aveva generato tanti santi, e in questo luogo ha approfondito la sua vocazione».
Il primo cittadino ha ricordato come la città voglia proporre un percorso di riflessione universale: «Vediamo che la cultura francescana sia una cultura trasversale, con valori riconosciuti universalmente, indipendentemente dalla fede che viene professata. Quando si parla di pace non c'è assolutamente colore; quando si parla di bene, di amore, i colori cadono e le sfumature diventano semplici dettagli».
Tra le iniziative di maggiore rilievo c’è la mostra “Francesco e frate Lupo: l’arte racconta la leggenda dell’incontro”, che si aprirà il 27 settembre 2025 e proseguirà fino all’11 gennaio 2026. Saranno esposte oltre 250 opere tra dipinti, disegni, sculture, ceramiche e manoscritti dal XV al XXI secolo, distribuite in tre prestigiosi spazi espositivi: il Museo Civico di Palazzo dei Consoli, il Museo Diocesano e le Logge dei Tiratoi.

La curatrice, professoressa Cristina Galassi, ha spiegato: «Non era mai stata dedicata una mostra interamente a questo tema. Gli artisti, nei secoli, hanno rappresentato in modi molto diversi l’incontro tra Francesco e il lupo: è una vicenda che continua a parlare anche oggi, perché ci ricorda che il nemico può essere compreso, che la paura può trasformarsi in dialogo».
Il vescovo Paolucci Bedini ha insistito sul valore simbolico di questo anniversario: «Il fioretto dell’incontro tra Francesco e il lupo ci consegna un messaggio attualissimo: attenzione all’altro, ascolto, dialogo e riconciliazione. Il cuore dell’uomo è sempre lo stesso, e l’umiltà di Francesco che si avvicina al lupo come fratello ci guida verso uno sguardo nuovo».

Il presule ha ricordato che Gubbio custodisce due momenti fondamentali della vita del santo: il suo arrivo in città dopo l’abbandono di Assisi e l’incontro con il lupo. «Questa occasione ci aiuta a riscoprire la memoria di quegli eventi e a veicolare un messaggio che ha valore universale».
Oltre agli eventi espositivi, il comitato “Francesco a Gubbio” promuove iniziative che coniugano cultura, spiritualità ed ecologia. «Valorizzeremo Gubbio – ha aggiunto il sindaco Fiorucci – anche attraverso progetti dedicati al tema dell’acqua, bene primario e cartina di tornasole della qualità ambientale. Metteremo in rete le nostre città limitrofe per creare percorsi comuni di riflessione».
Grande attenzione sarà riservata ai giovani e alle scuole, con laboratori e progetti educativi. Agli studenti verrà chiesto di riflettere sul “lupo” che genera paura nella loro vita, trasformando la leggenda in uno strumento pedagogico di crescita interiore e di educazione alla convivenza.
Sono previsti anche spettacoli teatrali, eventi di musica sacra e pellegrinaggi lungo il Cammino di Francesco tra Assisi e Gubbio, per ripercorrere fisicamente i passi del santo.
Uno degli appuntamenti di maggiore rilevanza sarà il convegno internazionale del novembre 2026, che vedrà la partecipazione di studiosi e storici per ricostruire le fonti francescane legate a Gubbio e approfondire il significato teologico e sociale del messaggio di Francesco.

Secondo monsignor Paolucci Bedini, queste occasioni sono anche un invito al pellegrinaggio: «Chi affronta a piedi il cammino di Francesco non solo rivive la sua esperienza, ma la attualizza, facendola diventare un’esperienza di fraternità».
Le parole di papa Francesco risuonano nel cuore di questo progetto: la fraternità universale come eredità più grande del santo di Assisi. La cooperazione tra Comune, Diocesi e famiglia francescana dimostra come il messaggio del Poverello sia ancora capace di unire le diverse componenti della società civile e religiosa.
«Quando si parla di pace – ha concluso il sindaco Fiorucci – non ci sono bandiere. Questo progetto è un’opportunità di crescita, di acculturazione e di riflessione su temi di grande attualità, dalla pace alla cura del creato».
In un mondo attraversato da conflitti e divisioni, Gubbio offre così un percorso di bellezza e spiritualità che guarda al futuro, proponendo un messaggio di pace e riconciliazione capace di parlare a credenti e non credenti, alle istituzioni e alle famiglie, ai giovani e ai pellegrini. L’ottavo centenario della morte di San Francesco non sarà solo una commemorazione, ma un vero laboratorio di fraternità per l’Umbria e per l’Italia intera.