04 Sep, 2025 - 18:15

Ospedale di Terni first, Bandecchi attacca la politica umbra sulla sanità: “Parla senza sapere, variante di Amelia solo un pretesto”

Ospedale di Terni first, Bandecchi attacca la politica umbra sulla sanità: “Parla senza sapere, variante di Amelia solo un pretesto”

Ospedale di Terni first! Dopo il voto contrario al bilancio preventivo dell’USL Umbria 2, il sindaco di Terni e presidente della Provincia Stefano Bandecchi torna all’attacco. L’obiettivo resta la realizzazione del nuovo ospedale Santa Maria. Una priorità che, a suo dire, deve superare polemiche e tatticismi politici. “Con la variante di Amelia ho fatto scacco matto alla stupidità della politica umbra” ha dichiarato, sottolineando come la sua strategia abbia costretto i vertici regionali a riportare l’attenzione sul tema centrale: l’ospedale di Terni.

Secondo Bandecchi, la questione è stata volutamente distorta: “Si è parlato per settimane della variante stradale, che non serve né a Narni né ad Amelia, tantomeno a Terni. Invece il punto è uno: senza il nuovo ospedale di Terni la sanità umbra resta zoppa”.

La polemica sul bilancio dell’USL Umbria 2 e il messaggio alla giunta regionale

Il voto contrario di Terni al bilancio preventivo dell’azienda sanitaria, lo stop all'ospedale di Narni-Amelia e la fermezza bandecchiana hanno generato forti fibrillazioni nell’Assemblea dei sindaci. Ma per Bandecchi la scelta non è stata un capriccio politico: “A settembre la direzione generale dell'USL, che è di nomina della Regione, ci porta il bilancio di previsione 2025. A Terni, invece, approviamo i preventivi a dicembre dell’anno precedente e a settembre facciamo i consuntivi. È questo il metodo corretto. Non posso accettare documenti di programmazione che arrivano fuori tempo massimo”.

Dietro il gesto, però, si nasconde la volontà di imprimere una svolta sul fronte sanitario: collegare ogni discussione di spesa e programmazione al progetto del nuovo Santa Maria. Senza, dice Bandecchi, ogni altra scelta risulta priva di coerenza.

Bandecchi: “Sbatto i pugni sul tavolo per il nuovo Santa Maria”

Il sindaco non fa giri di parole: “Sbatto ancora più forte i pugni sull’ospedale di Terni”. Per lui non si tratta di una battaglia di campanile, ma di una questione di sistema: “Come indicato da tutti i piani sanitari regionali, è il Santa Maria la struttura di eccellenza, al pari di Perugia. Garantisce prestazioni salva vita e di alta specializzazione. Senza questo polo nulla ha senso”.

La linea è netta: prima il nuovo ospedale di Terni, poi Narni e Amelia. “Quell’ospedale nasce come struttura di supporto a Terni. Non può esistere senza il Santa Maria” ha ribadito, legando strettamente le sorti della sanità ternana e della provincia al futuro del nuovo ospedale.

Emergenza presente: il pronto soccorso e la carenza di personale

Non solo prospettive future. Bandecchi ha evidenziato anche le difficoltà quotidiane: “Parlo anche del presente perché due medici al pronto soccorso del Santa Maria sono niente. Non bastano a gestire le 70 o 80 persone che ogni giorno affollano la sala d’attesa. Così non si garantiscono i servizi essenziali”.

Un richiamo che mescola programmazione a lungo termine e urgenze immediate. La denuncia sulle carenze di personale e sull’inadeguatezza degli organici al pronto soccorso si inserisce infatti in un quadro che, per il sindaco, non può essere rimandato.

Una strategia che divide gli schieramenti ma segna l’agenda politica

Le mosse del primo cittadino hanno innescato tensioni tra i sindaci umbri. Alcuni hanno interpretato la sua posizione come uno strappo istituzionale, altri come un modo di imporre la centralità di Terni nel dibattito. Bandecchi, dal canto suo, non arretra: “Ora è chiaro che c’è chi parla senza sapere. Io porto avanti battaglie con coerenza. Prima il nuovo ospedale di Terni, poi tutto il resto”.

La partita è appena iniziata, ma un fatto appare certo: il sindaco-presidente ha piazzato il nuovo Santa Maria al centro dell’agenda politica regionale. Ed è pronto a continuare la partita a colpi di dichiarazioni forti e mosse strategiche, anche a costo di incrinare i rapporti istituzionali.

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Federico Zacaglioni
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