È partito tutto da una denuncia da parte di un cittadino residente in provincia di Terni, che si è trovato ad essere la vittima di un raggiro in piena regola. Dopo la sua segnalazione sono scattate le indagini da parte della Polizia di Orvieto che ha portato alla luce l'esistenza di una complessa rete di truffe online con ramificazioni varie parti d'Italia.
L'attività di indagine, spiega una nota della Polizia di Stato, è stata articolata. Le investigazioni condotte dalla Squadra Anticrimine, sono partire dopo che l'uomo aveva riferito di essere stato contattato telefonicamente da un sedicente tutor con cui successivamente aveva anche scambiato dei messaggi. Il finto tutor gli aveva prospettato un incarico lavorativo consistente nel generare 'like' su video presenti su piattaforme online, promettendogli una remunerazione immediata accreditata su carta prepagata.
A quel punto la truffa è entrata nel vivo. Alla vittima sono stati richiesti numerosi versamenti in denaro su differenti carte ricaricabili, con la scusa di presunti errori tecnici o necessità amministrative. La cifra, che ammonta a diverse migliaia di euro, negli accordi doveva essere immediatamente restituita insieme al compenso pattuito per il lavoro. Ma alla vittima non è stato mai rimborsato nulla e così si è rivolta alla Polizia.
Gli investigatori, guidati dal Commissario Capo Filippo Girella, hanno svolto una serie di accertamenti anche con il supporto della società emittente dei servizi di pagamento. Al termine dell'attivià investigativa, hanno ricostruito il flusso dei versamenti facendo emergere che erano coinvolti più soggetti residenti in varie province italiane, ciascuno titolare dei rapporti finanziari utilizzati per ricevere il denaro. Sono stati inoltre acquisiti numerosi screenshot di conversazioni, documenti informatici e altre prove che hanno confermato la struttura fraudolenta del raggiro.
Al termine delle attività sono stati individuati cinque soggetti, tutti ritenuti coinvolti a vario titolo nella gestione delle carte utilizzate per ricevere le somme, che sono stati iscritti nel registro degli indagati per il reato di truffa e deferiti in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria competente.
L’indagine della Polizia di Orvieto ha permesso inoltre di bloccare alcuni dei rapporti finanziari utilizzati per la truffa e di ricostruire in maniera puntuale le movimentazioni economiche avvenute.
Le cronache sono piene di casi simili a questo. Se è vero che gli anziani rappresentano uno dei target prediletti dai malintenzionati, è altrettanto vero che purtroppo può capitare potenzialmente a chiunque di diventare vittima di una truffa. È bene imparare a riconoscere quelle più diffuse e anche se i truffatori escogitano sempre nuovi stratagemi, ci sono dinamiche ricorrenti. Fra queste, la prospettiva di guadagni facili e immediati, quando "è troppo bello per essere vero" è un elemento che deve destare sospetti.
Soltanto un paio di giorni fa, la Stadale di Orvieto durante un controllo all'altezza del casello di Chiusi, ha fermato due giovani, uno di 24 e l'altro di soli 15 anni. A bordo della loro auto gli agenti hanno ritrovato diversi gioieilli in oro e 6mila euro in contanti di cui non avevano saputo spiegare la provenienza. I poliziotti, insospettiti, hanno fatto maggiori controlli. Ne è venuto fuori che quelli erano i proventi di una truffa che i due avevano messo in atto ai danni di una un'anziana di 93 anni residente a Pistoia. La donna era stata raggirata con il metodo del "falso incidente". Le era stato fatto credere che la figlia avesse investito una bambina e che per evitare conseguenze, doveva immeditamente consegnare oro e denaro per pagare un presunto avvocato.