08 Jul, 2025 - 12:30

Vini e cambiamento climatico. Orvieto doc primo Consorzio italiano a produrre a basse gradazioni alcoliche

Vini e cambiamento climatico. Orvieto doc primo Consorzio italiano a produrre a basse gradazioni alcoliche

Il clima cambia e le coltivazioni si adattano, a partire da quelle vitivinicole. Così sta accadendo anche all'Orvieto doc, il primo Consorzio italiano che ha aperto alla produzione di vini più "leggeri", ovvero con una gradazione alcolica minima di 10 gradi o poco più. Una scelta arrivata a coronamento di un percorso che ha condotto anche alla modifica del disciplinare dell'associazione di produttori. Modifica approvata in tempi recenti dal Ministero dell'Agricoltura e già pubblicata sulla Gazzetta ufficiale. Prossimamente, annunciano dal Consorzio, arriverà anche il disco verde a livello comunitario.

Vini più leggeri nel rispetto della tradizione

Il nuovo corso, accolto come una svolta storica, ha già visto debuttare sul mercato due nuovi vini prodotti nell'annata 2024 da aziende consorziate dell'Orvieto doc, con gradazioni comprese tra i 10 e i 10,5 gradi.

Il progetto dei vini a gradazione più bassa era nato inizialmente come modifica temporanea durante la vendemmia 2024. Una misura introdotta per far fronte alle mutate condizioni climatiche che ha riscosso successo nelle scelte dei consumatori. Queste ha sottolineato, Vincenzo Cecci, presidente del Consorzio Tutela Vini di Orvieto, sono le esigenze del mercato attuale. Dopo la prima modifica, si è pensato a dare continuità, declinando i vini più tradizionali nelle versioni più fresche e contemporanee, senza rinunciare alle caratteristiche della tipicità. 

A guidare il progetto del consorzio ci sono tre enologi di fama: Pier Paolo Chiasso della Chiasso Cotarella, Paolo Nardo del Gruppo italiano vini e Massimiliano Pasquini del Castello della Sala - Marchesi Antinori, con il supporto di Enzo Barbi di Decugnano dei Barbi.

"Non vogliamo sostituire l'Orvieto Classico"

I nuovi vini a bassa gradazione rappresentano un ampliamento dell'offerta del consorzio che è figlio dei tempi che corrono. "Non vogliamo sostituire l'Orvieto Classico o Superiore - hanno spiegato Chiasso, Nardo e Pasquini - ma affiancare un'opzione pensata per i giovani, per i locali estivi, per gli aperitivi e per chi cerca vini equilibrati e facili da bere, ma con personalità".

Per conseguire questo risultato nei mesi scorsi sono state avviate sperimentazioni che hanno incluso un'attenta scelta delle uve, la raccolta anticipata e l'impiego di particolarei lieviti selezionati e basse temperature.

"Tutto ciò - concludono - ha permesso di ottenere un vino leggero nel grado alcolico, ma ricco nella qualità, pronto a parlare al mercato e alle nuove esigenze con un linguaggio autentico e contemporaneo".

Lo sguardo al futuro: il progetto di ricerca

Dalla sperimentazione al nuovo protocollo a un progetto di ricera, i nuovi vini dell'Orvieto doc guardano lontano e già si pensa infatti ad esplorare nuove direzioni e possibilità. Il Consorzio, agendo d'anticipo, ha presentato al Masaf una richiesta di sostegno per un progetto scientifico in collaborazione con università e istituti di ricerca. L'obiettivo, specificano "è quello di esplorare al massimo le nuove potenzialità della Denominazione, in un contesto di cambiamento climatico sempre più marcato".

La sfida dei cambiamenti climatici

Quella del cambiamento climatico rappresenta una sfida notevole per i produttori. Eppure il mondo del vino sta rispondendo egregiamente grazie alla sua straordinaria capacità di adattamento. Chiasso, che a settembre 2024 è stato insignito del Premio Winemaker dell'anno, ha rimarcato questo aspetto.

"Un fenomeno - aveva dichiarato Chiasso in un'intervista - che ha contribuito ad un costante miglioramento dei vini italiani, portandoli ad ottenere un riconoscimento sempre più diffuso a livello mondiale. Il nuovo clima ha giocato un ruolo chiave nell’evoluzione delle caratteristiche sensoriali dei vini, conferendo loro un gusto ed un’intensità superiori rispetto al passato".

Nella produzione vitivinicola il clima che cambia si è così trasformato in opportunità. I produttori hanno fatto appello alle proprie capacità portando il livello ancora più in alto, proprio come dimostra l'apertura ai vini con più basso tasso alcolico.

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Sara Costanzi
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