La Corte d’Appello di Perugia ha confermato l’ergastolo per Riccardo Menenti, indicato come esecutore materiale dell’omicidio di Alessandro Polizzi. Ridotta, invece, la pena al figlio Valerio.
Confermato per l'ergastolo per Riccardo Menenti, condannato per aver ucciso, la notte tra il 25 e il 26 marzo 2013, il giovane Alessandro Polizzi, rivale in amore del figlio, la cui pena era stata ridotta a 16 anni e sei mesi.
La Cassazione nel 2020 aveva, già, confermato l'ergastolo a Riccardo Menenti e ridotto la pena per Valerio Menenti, il giovane tatuatore di Ponte San Giovanni, considerato il mandante dell'omicidio.
Il sostituto procuratore Dario Razzi aveva chiesto la conferma delle condanne mentre i difensori avevano chiesto oltre all’assoluzione di Valerio Polizzi, la modifica dell’accusa del padre Riccardo da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale.
Questa richiesta degli avvocati della difesa era stata appoggiata da una ricostruzione del delitto diversa da quella fornita dall’accusa. Per la difesa, infatti, non ci sarebbe mai stata prova che Valerio Manenti abbia consegnato al padre la pistola per uccidere Polizzi dopo le aggressioni subite dal giovane, né le chiavi dell’abitazione di Julia.
Il Tribunale di Sorveglianza di Perugia ha respinto la richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali per Valerio Menenti, concedendogli però la conferma definitiva della misura più contenitiva della semilibertà che sta già scontando presso il carcere di Terni.
Menenti era stato condannato a 16 anni e mezzo per il concorso nell’omicidio: l’affidamento in prova, che gli avrebbe consentito di scontare gli ultimi tre anni di pena in un regime molto meno rigido, è stato giudicato "ancora prematuro" dai giudici.
Secondo i giudici, Menenti, come riporta Perugia Today, avrebbe compiuto progressi durante la semilibertà "sostanzialmente senza rilievi negativi" e partecipato "con impegno e disponibilità" a un percorso di colloqui, mostrandosi "maggiormente in grado di mentalizzare le conseguenze delle sue azioni".
Il Tribunale, però, ha rilevato che il percorso di riflessione critica sui fatti di reato "incontra ancora ostacoli". La Corte ha, per questo, stabilito la necessità di una "misura più contenitiva", come la semilibertà, che consenta di monitorarlo mentre prosegue il suo cammino di reinserimento.
Il perugino di 24 anni, Alessandro Polizzi, venne ucciso nella notte a colpi di pistola nella sua abitazione di Madonna Alta, a Perugia. Fu ferita in maniera non grave, sempre a colpi d'arma da fuoco, la sua fidanzata ventenne, Julia Tosti.
Alessandro Polizzi fu ucciso mentre dormiva nell'appartamento di via Ricci che condivideva con la fidanzata. Secondo la ricostruzione processuale, si trattò di una spedizione punitiva messa in atto da Riccardo Menenti, padre di Valerio, ai danni del rivale del figlio.
I due giovani vennero colpiti con diversi colpi di pistola mentre si trovavano a letto. Poco dopo le 3 della notte un uomo avrebbe sfondato la porta dell'appartamento e, poi, avrebbe sparato, con una vecchia pistola calibro 34, uccidendo praticamente sul colpo il 24enne e ferendo non gravemente la fidanzata di 20 anni ad un braccio.