Ha riferito di non essere mai entrata nella stanza dove si consumava la tragedia, ma di aver ricevuto dal figlio una richiesta inquietante: "mà, abbiamo una valigia grande?". La frase, pronunciata da Mark Antony Samson poco dopo l'omicidio di Ilaria Sula, è al centro del verbale raccolto il 7 aprile in Questura. Nors Man Lapaz, madre del 23enne reo confesso, è ora indagata per favoreggiamento nell'occultamento di cadavere.
Secondo quanto ricostruito durante l'interrogatorio, nella casa del quartiere Africano a Roma si sarebbe consumata una lite tra i due ex fidanzati, culminata con la morte della giovane. La madre del ragazzo ha raccontato di averli sentiti discutere ad alta voce. "Tutte e due hanno alzato la voce, mi sembra più lei che lui. Mi sono preoccupata perché non li ho mai sentiti parlare così".
Dopo la discussione, la donna ha bussato alla porta del figlio. Quando lui ha aperto, ha notato qualcosa di profondamente diverso. "La faccia di Mark non era la sua. Lui era rosso, tremava forte, da far paura. Mi ha detto 'non ho dormito, non ho mangiato'". Le sue parole, il tono, i gesti: tutto appariva alterato. "Sembrava un demonio, ho avuto paura che mi facesse del male".
Il racconto della madre si concentra su quegli istanti immediatamente successivi all’aggressione. Secondo la sua versione, Mark aveva un’espressione sconvolta, il volto contratto e lo sguardo assente. "Mi ha detto 'mamma... mamma!!' tremando tutto", ha aggiunto, specificando di aver temuto per la propria incolumità. Le sue condizioni, dice, erano così alterate da sembrare fuori controllo.
I magistrati ipotizzano che la madre non si sia limitata a osservare ma abbia dato un contributo attivo alla cancellazione delle tracce. Secondo l’accusa, avrebbe collaborato con il figlio nel tentativo di ripulire la stanza dopo l’aggressione. La Procura di Roma ritiene il suo coinvolgimento tutt’altro che passivo.
Poco dopo, la madre ha raccontato che il figlio si è diretto in cucina. Aveva con sé una busta. Poi ha preso un'altra busta e ha chiesto un abbraccio. Lei lo ha stretto, confusa e impaurita. Nonostante la richiesta di avvisare il padre, Mark ha rifiutato. Poi è tornato nella stanza e ha prelevato la valigia.
Secondo la sua testimonianza, fu lui a raggiungerla nella sua stanza, chiedendole se ci fosse una valigia capiente. Lei gli indicò dove trovarla e lui la prese senza aggiungere altro. In cucina, poco dopo, afferrò un altro sacco. Poi, un gesto improvviso: "mi ha chiesto un abbraccio e io l'ho abbracciato". La madre ha inoltre confermato che il figlio non ha voluto coinvolgere il padre in quanto stava accadendo.
La ragazza è stata poi chiusa nella valigia e trasportata in una zona isolata di Capranica Prenestina, a circa quaranta chilometri da Roma, dove il giovane l'ha abbandonata. La versione fornita dalla madre include anche un momento in cui lei ha visto la giovane a terra, con il volto rivolto verso il pavimento, ma ha affermato di non essere entrata per rispetto della richiesta del figlio: "non entrare".
Durante il confronto con la madre, Mark avrebbe pronunciato una frase che potrebbe aprire scenari alternativi, sebbene ancora tutti da verificare. "Se non lo facevo io ammazzano me" avrebbe detto in filippino, lasciando intendere una possibile minaccia. Una dichiarazione che non trova per ora riscontri oggettivi e che mantiene alta la cautela degli inquirenti sulla veridicità del contesto descritto.
La donna ha affermato di aver chiesto al figlio cosa fosse successo dopo aver intravisto la ragazza distesa con il volto verso il basso. Le sue parole, rivolte a Mark, sono state "amore, cosa hai fatto?". La risposta, pronunciata nella loro lingua d'origine, è stata inquietante: secondo il suo racconto, lui avrebbe detto che se non fosse intervenuto, sarebbe stato lui a perdere la vita.