Vanno avanti le indagini sull’omicidio di Hekuran Cumani, il 23enne di Fabriano ucciso la notte tra il 17 e il 18 ottobre nel parcheggio del Dipartimento di Matematica a Perugia. Intanto emerge un nuovo dettaglio che riguarda il dna della giovane vittima.
Dopo che è stato rinvenuto nel Tevere il coltello, è emerso un nuovo elemento: il dna della vttima è stato isolato su un altro coltello, sequestrato dalla Polizia nell’auto della fidanzata di Mohamed Abid, il 18enne noto come “Simo”, già arrestato per minacce aggravate e porto abusivo di oggetti atti a offendere.
Il dettaglio, come riportato dal Tgr Umbria, è emerso dalla relazione preliminare delle genetiste Eugenia Carnevali e Simona Severini, incaricate dalla Procura di Perugia di esaminare i reperti, e depositata in vista dell’udienza del Tribunale del Riesame del 18 novembre che dovrà decidere sulla richiesta di libertà dell’altro indagato, Yassin Amri, accusato di omicidio volontario.
Il 21enne di Perugia Yassin Amri, arrestato con l'accusa di avere ucciso Hekuran Cumani, 23 anni, di Fabriano colpito con una coltellata al petto dopo una lite in un parcheggio della zona universitaria di Perugia, aveva negato di essere il responsabile dell'omicidio.
Al termine il suo difensore, l'avvocato Vincenzo Bochicchio, non ha formulato alcuna istanza di modifica della misura cautelare in carcere. Il giovane ha ammesso di essere stato presente sul luogo della lite. Aveva tuttavia negato di avere partecipato attivamente allo scontro, di avere dato o ricevuto colpi. Aveva poi sostenuto di essere rimasto "terrorizzato" dopo avere appreso dell'omicidio.
Sul coltello da cucina lungo 30 centimetri recuperato e sequestrato il giorno dopo l’omicidio nell’auto di Mohammed Abid (attualmente in carcere con l’accusa di partecipazione alla rissa e porto abusivo di oggetti atti a offendere) gli esperti genetisti incaricati dalla Procura hanno individuato sei tracce di sangue.
Secondo la nuova relazione depositata in vista dell’udienza davanti al Tribunale del Riesame per Yassin Amri, cinque tracce sarebbero riconducibili a Simo, mentre una sola traccia apparterrebbe a Cumani.
Le genetiste sottolineano che almeno tre macchie risultano più compatibili con schizzi accidentali che con una ferita inferta direttamente, aprendo così a un’interpretazione differente del ruolo di quell’arma.
Per la Procura, infatti, il coltello da cucina non sarebbe l’arma utilizzata per uccidere. Secondo numerosi testimoni, Amri (ritenuto l’autore materiale dell’omicidio) avrebbe usato una seconda lama, un coltello a scatto lungo circa 10 centimetri, nei pochi secondi in cui Cumani veniva colpito mortalmente.
Un’arma che lo stesso Amri avrebbe mostrato sporca di sangue subito dopo l’aggressione, come avrebbe confessato in una telefonata all'amico, Simo, pochi minuti dopo la morte del ventitreenne. Il Tribunale del Riesame si prepara, quindi, il 18 novembre a valutare la posizione di Yassin Amri, le nuove analisi genetiche e le intercettazioni.
A proposito Amri avrebbe confessato ai suoi amici per messaggio, non sapendo di essere intercettato: "Ho una casa, una famiglia. Tocca fa venti anni di carcere per quello?". Per i magistrati, le parole di Amri sono quasi una confessione.

Hekuran Cumani, aveva 23 anni, e viveva a Fabriano, in provincia di Ancona. È stato ucciso, al termine di una lite, a Perugia, in un parcheggio davanti al Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università degli Studi di Perugia.
Un luogo abitualmente frequentato da studenti e giovani, che all’alba di oggi si è trasformato in scena di un delitto. Intorno alle 4.30, una lite tra due gruppi di ragazzi è degenerata in pochi istanti: una coltellata ha raggiunto Cumani al torace. Inutile l’intervento dei soccorsi. Il giovane è morto sul posto.
Secondo le prime ricostruzioni,infatti, il gruppo di Hekuran avrebbe incontrato un altro gruppo di giovani con i quali ci sarebbe stato un diverbio, pare per futili motivi. Dalle parole, si sarebbe poi passati all'aggressione, fino alla coltellata fatale che ha colpito il 23enne, facendolo morire sul colpo.
L'esame autoptico sul corpo di Hekuran Cumani aveva indicato come sia stato ucciso il giovane: individuata una sola ferita, letale per traiettoria e profondità.
La dinamica è compatibile con un coltello non particolarmente lungo ma capace di penetrare con forza, la direzione dall’alto al basso suggerisce invece un corpo a corpo ravvicinato o una posizione di vantaggio dell’aggressore.