"Un quadro chiaro emerso da indagini complesse", ha definito il procuratore di perugia Raffaele Cantone, quello che ha portato all'arresto del 21enne italiano ma di origine maghrebina accusato dell'omicidio di Hekuran Cumani. Il magistrato ha illustrato l'esito delle indagini sull’omicidio di Hekuran Cumani, il 23enne di Fabriano ucciso con una coltellata al petto nel parcheggio universitario di via Vanvitelli a Perugia il 18 ottobre 2025, questa mattina in una conferenza stampa.
Alla conferenza, tenutasi nella Questura di Perugia, hanno partecipato il Procuratore della Repubblica Raffaele Cantone, in videoconferenza, la sostituto procuratrice Gemma Miliani e il questore Dario Salustio, che ha sottolineato la sinergia tra le forze dell’ordine e la magistratura nel ricostruire la vicenda.
Cantone ha spiegato che il lavoro investigativo è stato "particolarmente complesso", precisando che "nessuno dei molti testimoni sentiti ha fornito indicazioni precise o assistito direttamente all’accoltellamento".
Nonostante questo, ha aggiunto, "il quadro probatorio messo insieme dal punto di vista giudiziario è assolutamente univoco", grazie a una serie di riscontri tecnici, testimonianze e attività di analisi che hanno permesso di individuare il presunto autore.
Nel corso dell’incontro con la stampa, Cantone ha illustrato i punti chiave dell’inchiesta: "Ci sono indicazioni chiare su chi aveva in mano il coltello che poi ha avuto l’effetto di uccidere il povero Hekuran Cumani. Le attività tecniche dimostrano che lo stesso autore del reato, in più occasioni, ha ammesso implicitamente la commissione del fatto".
Il Procuratore ha evidenziato come le indagini abbiano ricostruito con precisione la dinamica della rissa e dell’accoltellamento, anche grazie a sopralluoghi diretti condotti dagli inquirenti.
La sostituto procuratrice Gemma Miliani hanno curato la parte operativa delle indagini, coordinando le attività della Squadra Mobile di Perugia.
Cantone ha voluto soffermarsi anche sulla causale dell’omicidio, definendola "assolutamente banale e preoccupante".
"Non c’è alcuna contrapposizione tra comunità o gruppi etnici", ha chiarito. "I soggetti coinvolti, in entrambi i gruppi, sono cittadini italiani, alcuni di seconda generazione, ma nati e cresciuti qui. La lite è scoppiata per una frase banale, a cui è seguita una risposta volgare. Nulla che potesse giustificare l’uso della violenza e, men che meno, l’esito tragico che ne è derivato".
Tutto è stato causato da una discussione sul calcio e da una banale frase "Forza Marocco" detta per prendere in giro uno degli interlocutori del gruppo perugino.
L’omicidio di Hekuran Cumani sarebbe quindi nato da un diverbio banale avvenuto all’interno di una discoteca della zona universitaria, dove il giovane di Fabriano si trovava con il fratello e alcuni amici. La tensione, ripresa anche dalle telecamere di sorveglianza, è poi esplosa all’esterno, nel parcheggio del Dipartimento di Matematica e Informatica, dove Cumani è stato colpito a morte.
Il questore di Perugia Dario Salustio ha sottolineato il valore del lavoro investigativo e la rapidità con cui le forze dell’ordine hanno stretto il cerchio attorno al presunto assassino: "L’attività di indagine è stata condotta con grande professionalità e coordinamento. La collaborazione tra Polizia e Procura ha consentito di fornire risposte rapide e concrete alla comunità".
Cantone ha ringraziato la Squadra Mobile di Perugia per l’impegno e la meticolosità del lavoro svolto, parlando di "un’indagine costruita con pazienza, rigore e professionalità".
Le indagini restano aperte, ha aggiunto il Procuratore, per chiarire eventuali responsabilità collaterali e verificare la posizione di altri soggetti coinvolti nella rissa.
Il 21enne arrestato si trova attualmente in custodia cautelare nel carcere di Capanne, in attesa dell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari.
La morte di Hekuran Cumani ha lasciato un segno profondo nella comunità perugina e nel mondo universitario. Le parole di Cantone e Salustio hanno posto l’accento sul carattere insensato e sproporzionato della violenza che ha portato alla tragedia.
La città di Perugia, ancora scossa, attende ora che la giustizia faccia il suo corso e chiarisca ogni dettaglio di una notte che ha trasformato una banale lite in un dramma collettivo.