20 Nov, 2025 - 11:00

Omicidio Hekuran Cumani, confermata la custodia cautelare per Amri

Omicidio Hekuran Cumani, confermata la custodia cautelare per Amri

Il Tribunale del Riesame ha confermato il carcere per Yassin Amri, il 21enne accusato dell'omicidio di Hekuran Cumani. Rigettata, quindi, la richiesta di scarcerazione avanzata dalla difesa del giovane.

Omicidio Hekuran Cumani, Yassin Amri resta in carcere

Confermata la custodia cautelare per Yassin Amri, il 21enne arrestato per l'omicidio di Hekuran Cumani. Lo hanno deciso i giudici del tribunale del Riesame che hanno respinto la richiesta di revoca presentata dal legale del giovane, l’avvocato Vincenzo Bochicchio.

Il legale, che assiste Yassin Amri, aveva chiesto la sostituzione della misura cautelare in carcere con una meno afflittiva, sostenendo l'inesistenza di prove a suo carico e l'incongruenza di diverse risultanze investigative, confermando la tesi di un'assenza di gravi indizi. La difesa sosteneva che gli ultimi accertamenti scientifici indeboliscano in modo significativo l'impianto accusatorio della Procura.

La Procura, con la pm Gemma Miliani che coordina le indagini, invece, aveva depositato al Tribunale del Riesame altre intercettazioni che confermerebbero le accuse contro il giovane di Ponte San Giovanni.

Gli elementi che confermano la decisione

La pm, titolare dell'inchiesta, ha sottolineato, quindi, tutti gli elementi a carico di Yassin Amri. A partire dalle due testimonianze di amici che avrebbero visto il 21enne con un coltello sporco di sangue dopo il delitto di Hekuran, mentre altri lo avrebbero sentito confessare di aver accoltellato qualcuno

La pm Gemma Milani ha, anche, rimarcato il comportamento del 21enne volto all'inquinamento probatorio, come la cancellazione dei messaggi dal telefono o il fatto di essersi disfatto del telefono gettandolo nel Tevere.

Yassin Amri si è professato innocente ma quella telefonata con la sorella sorprende

Yassin Amri, però, si è sempre professato innocente, anche di fronte ai giudici del Riesame, sottolineando di non aver mai visto il coltello a serramanico che gli inquirenti ritengono possa essere l'arma del delitto consumatosi nel parcheggio del dipartimento di Matematica dell'Università di Perugia.

La testimonianza del 21enne, però, stona rispetto a una telefonata del 10 novembre dal carcere alla sorella. Attraverso le intercettazioni, gli inquirenti hanno potuto sentire le frasi in arabo alla sorella: “Ma il coltello ce l’hai messo tu lì?”. E lei gli risponde: “Yassine ma che hai? Sei impazzito a parlare in questo modo al telefono? Simo (Mohamed Abid, ndr) ha detto che tu quella sera non avevi un coltello”.

Perugia, chi era Hekuran Cumani?

Hekuran Cumani, aveva 23 anni, e viveva a Fabriano, in provincia di Ancona. È stato ucciso, al termine di una lite, a Perugia, in un parcheggio davanti al Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università degli Studi di Perugia.

Un luogo abitualmente frequentato da studenti e giovani, che all’alba di oggi si è trasformato in scena di un delitto. Intorno alle 4.30, una lite tra due gruppi di ragazzi è degenerata in pochi istanti: una coltellata ha raggiunto Cumani al torace. Inutile l’intervento dei soccorsi. Il giovane è morto sul posto. La vittima, Hekuran Cumani, è stata colpita da un’unica coltellata al petto, risultata mortale, come confermato dall’autopsia disposta dalla Procura.

Una partita di calcio all'origine della lite degenerata in tragedia

Secondo le prime ricostruzioni, infatti, il gruppo di Hekuran avrebbe incontrato un altro gruppo di giovani con i quali ci sarebbe stato un diverbio, pare per futili motivi. Dalle parole, si sarebbe poi passati all'aggressione, fino alla coltellata fatale che ha colpito il 23enne, facendolo morire sul colpo.

La Procura di Perugia ha confermato che la lite sfociata nell’omicidio è nata da uno screzio verbale legato a una partita di calcio. Uno degli amici della vittima avrebbe allora gridato un «Forza Marocco!», interpretato come uno sfottò dai giovani del capoluogo umbro.

La lite è poi degenerata all’esterno, trasformandosi in una rissa generalizzata nel grande parcheggio universitario. È lì che, secondo la Procura, Cumani è stato colpito a morte da un fendente al torace.

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Emanuele Landi
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