04 Nov, 2025 - 14:41

Omicidio Cumani, Amri nega: "Non avevo il coltello e non l'ho ucciso io Hekuran"

Omicidio Cumani, Amri nega: "Non avevo il coltello e non l'ho ucciso io Hekuran"

Ha negato di essere l'autore dell'omicidio, il ventunenne di Perugia Yassin Amri arrestato con l'accusa di avere ucciso Hekuran Cumani, 23 anni, di Fabriano colpito con una coltellata al petto dopo una lite in un parcheggio della zona universitaria di Perugia. Lo ha fatto nell'interrogatorio di garanzia nel quale ha risposto alle domande del giudice. Al termine il suo difensore, l'avvocato Vincenzo Bochicchio, non ha formulato alcuna istanza di modifica della misura cautelare in carcere. Il giovane ha ammesso di essere stato presente sul luogo della lite. Ha tuttavia negato di avere partecipato attivamente allo scontro, di avere dato o ricevuto colpi. Ha poi sostenuto di essere rimasto "terrorizzato" dopo avere appreso dell'omicidio. Gli inquirenti hanno però parlato di "elementi granitici" a suo carico, tra cui gli abiti nascosti e pure un cellulare non utilizzato da anni consegnato alle autorità. L’arma del delitto e lo smartphone restano ancora irreperibili. 

Omicidio Cumani, una lite degenerata in tragedia per futili motivi

L’episodio è avvenuto nel parcheggio nei pressi del locale “110 Caffè”, nella zona universitaria di Perugia, dove la vittima si era recata con il fratello e alcuni amici per trascorrere una serata di svago. All’interno del locale sarebbero nati i primi momenti di tensione con un gruppo di giovani perugini, alcuni di origine straniera ma tutti cittadini italiani. Una serie di provocazioni e insulti reciproci avrebbe poi portato i due gruppi a scontrarsi fisicamente all’esterno, dove la situazione è rapidamente degenerata.

Stando alla ricostruzione del procuratore Raffaele Cantone, nel corso della colluttazione il giovane arrestato avrebbe raccolto un coltello gettato a terra da un amico, impugnandolo insieme a un secondo che già aveva con sé. È in quel momento che si sarebbe scagliato contro Cumani, colpendolo con un unico fendente al torace. La lama ha raggiunto organi vitali, causando gravi lesioni interne che non hanno lasciato scampo al 23enne.

Quella battuta "Forza Marocco" che avrebbe generato la lite

A provocare la lite tra i due gruppi di ragazzi di Fabriano e Perugia al culmine della quale ha perso la vita Hekuran Cumani, secondo quanto ricostruito, sarebbe stata una battuta sul calcio interpretata come un insulto. In base alle indagini infatti, intorno alle 4 del 18 ottobre, con il locale 100Dieci, ormai chiuso, uno dei ragazzi fabrianesi, intervenendo nella conversazione tra due perugini che parlavano di calcio, ha pronunciato un "Forza Marocco", inteso come una presa in giro. Alla frase, il diciottenne di origini marocchine, indagato per porto d'armi e in carcere per l'aggravamento della misura cautelare risultata violata, avrebbe risposto con un insulto in arabo, ma intuito dagli altri. Da qui la lite che ha coinvolto complessivamente diciassette ragazzi, e che ha portato alla morte di Hekuran Cumani, il quale sarebbe intervenuto a difesa del fratello.

Morte Cumani, ecco cosa ha rivelato l'autopsia

L'autopsia sul corpo di Hekuran Cumani eseguita dall'Istituto di Medicina legale del capoluogo umbro, ha rivelato che la morte è stata causata da un unico e fatale colpo di coltello. Il fendente, sferrato dall'alto verso il basso, gli ha trafitto il torace, il cuore e un polmone, provocando lesioni interne massive e fatali.

Il papà di Hekuran: "Chi ha ucciso mio figlio deve pagare"

"Stiamo molto male, in casa nostra c’è solo tanto dolore -ha detto Astrit papà di Hekuran al Corriere Adriatico-. Non vogliamo sapere nulla, ma se lo hanno arrestato sono contento. Pian piano la verità verrà fuorise è stato lui a fare quello che ha fatto, deve pagare".

La sindaca Ferdinandi ringrazia Procura e Questura di Perugia per indagine sull'omicidio

"A nome dell'Amministrazione comunale, la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi "esprime profonda gratitudine alla Procura della Repubblica e alla Questura di Perugia per il lavoro accurato e risolutivo che ha portato alla conclusione delle indagini sull'omicidio del giovane Hekuran Cumani". "Desidero ringraziare sinceramente la Procura e la Questura di Perugia per la professionalità, la costanza e la determinazione dimostrate in una vicenda tanto dolorosa per la nostra comunità. Il lavoro di indagine e controllo, svolto nelle ultime settimane e culminato con l'arresto del presunto assassino in tempi brevi, rappresenta un segnale forte di impegno nella tutela della sicurezza e della giustizia" -ha afferma in una nota- "Alla famiglia del ragazzo, profondamente provata da questo lutto, voglio esprimere la nostra vicinanza" -ha spiegato la sindaca- "La conclusione dell'indagine -ha aggiunto- non può cancellare il dolore, ma è un passo fondamentale verso la verità e la giustizia che tutti desideriamo. La città di Perugia continuerà a sostenere con determinazione ogni azione volta a promuovere la sicurezza, la legalità e il rispetto della vita, valori che costituiscono le fondamenta della nostra convivenza civile".

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Emanuele Giacometti
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