La campagna per la provincia dell’Umbria del Sud riparte da qui. Dopo il successo dell’incontro di luglio a Villa Redenta, Stefano Bandecchi rilancia la raccolta firme per il referendum di iniziativa popolare che punta alla creazione della Provincia Terni-Spoleto, un territorio da 300 mila abitanti. L’iniziativa arriva in un momento di forte tensione con la Regione Umbria, tra le polemiche sul nuovo ospedale di Terni, la questione Stadio-Clinica e un dialogo istituzionale ormai logorato.
Il sindaco di Terni e presidente della Provincia ha scelto di ripartire da Spoleto, cuore simbolico dell’Umbria del Sud accanto a Terni, per dare nuovo slancio al suo progetto politico. “Sognare è lecito, ma organizzarsi per realizzare quel sogno è un dovere politico”, ha dichiarato Bandecchi, affidando a un comunicato della sua portavoce in Provincia, Maria Elena Gambini, la volontà di trasformare in realtà un piano che considera “necessario e concreto per il futuro dell’Umbria meridionale”.
L’iniziativa affonda le radici nel progetto “300mila”, presentato da Bandecchi in campagna elettorale e centrato su un obiettivo chiaro: rafforzare il peso istituzionale, economico e infrastrutturale dell’Umbria del Sud. Il nuovo ente territoriale unirebbe Terni e Spoleto in un’area omogenea, capace di esprimere una rappresentanza più forte nei rapporti con Perugia e con Roma.
La raccolta firme, che ripartirà a inizio novembre, sarà promossa dalla Federazione Umbria Sud-Provincia Terni-Spoleto e dal Comitato “Provincia Terni-Spoleto”, coordinato da Michael Surace. L’obiettivo immediato è raggiungere il 7% degli aventi diritto al voto a Spoleto, pari a circa 2.100 firme, soglia necessaria per richiedere un referendum consultivo.
Per Bandecchi, si tratta di un passo strategico e identitario. “Ridare centralità all’Umbria del Sud significa restituire dignità a una comunità che chiede di contare, non di subire”, ha spiegato il presidente della Provincia. Il progetto mira a costruire una visione comune di sviluppo che unisca i due poli, puntando su infrastrutture, investimenti e una gestione più efficiente dei servizi pubblici.
La decisione di rilanciare la raccolta firme si inserisce in un contesto di forte tensione politica tra Palazzo Spada e Palazzo Donini. Negli ultimi mesi, le divergenze su temi cruciali - dal progetto del nuovo ospedale di Terni alla querelle sullo Stadio-Clinica - hanno allargato la distanza tra il Comune e la Regione, alimentando il dibattito sul riequilibrio territoriale.
Per molti amministratori e cittadini dell’Umbria del Sud, la percezione di un disequilibrio nelle politiche regionali è ormai radicata. L’iniziativa di Bandecchi viene così interpretata come una risposta politica e simbolica: un modo per rimettere in discussione l’attuale assetto amministrativo e chiedere una redistribuzione del potere istituzionale.
L’obiettivo è duplice. Da un lato, stimolare un confronto serio sul ruolo dell’Umbria meridionale nelle strategie regionali; dall’altro, costruire un’area vasta capace di attrarre investimenti e trattenere giovani e imprese. “L’Umbria del Sud non chiede privilegi, ma equilibrio e rappresentanza. È tempo di ripensare le istituzioni, non di difendere assetti che non rispondono più ai bisogni dei territori”, ha ribadito Bandecchi.
Con la ripresa della raccolta firme, il progetto “Terni–Spoleto” assume la forma di una mobilitazione civica dal basso, destinata a misurare la reale volontà dei cittadini. La proposta non nasce come un’iniziativa contro la Regione, ma come un tentativo di costruire un nuovo equilibrio istituzionale all’interno dell’Umbria.
Per i promotori, la nuova provincia rappresenterebbe un motore di sviluppo territoriale: un ente più snello e radicato che favorisca la cooperazione tra i comuni dell’area meridionale, superando anni di isolamento amministrativo. Bandecchi lo definisce un “progetto per tutti, non per pochi”, un laboratorio politico che intende dare voce a chi per troppo tempo si è sentito periferia.
Il percorso sarà lungo e complesso, ma la posta in gioco è alta. Se la raccolta firme raggiungerà gli obiettivi, il referendum potrebbe aprire un capitolo nuovo nella storia amministrativa umbra, riaccendendo il dibattito su autonomia locale e rappresentanza.
“L’obiettivo non è dividere, ma rafforzare”, ha concluso Bandecchi. E mentre a Spoleto si prepara la nuova fase della campagna, l’Umbria del Sud torna a chiedere spazio e riconoscimento in una regione che, mai come oggi, appare divisa tra due velocità.