I riflettori dell’Expo Ferroviaria 2025 di Milano si sono accesi ieri sui nuovi treni regionali Coradia Stream, destinati a rivoluzionare il trasporto ferroviario in Umbria a partire dal 2026. Dodici convogli di ultima generazione, progettati da Alstom e acquistati da Trenitalia, saranno messi a disposizione della regione, con velocità fino a 200 km/h. A svelarne i dettagli è stato Enrico Melasecche, capogruppo della Lega ed ex assessore regionale ai trasporti, che ha rivendicato con orgoglio la lunga battaglia politica e istituzionale che ha permesso di scongiurare l’estromissione dei regionali umbri dalla direttissima.
“Sono orgoglioso di aver raggiunto con determinazione un traguardo strategico che blocca l’estromissione dei nostri regionali e proietta la nostra regione verso il futuro”, ha affermato Melasecche.
I convogli Coradia Stream, costruiti nello stabilimento di Savigliano, rappresentano un salto tecnologico decisivo per la mobilità regionale. Totalmente elettrici, accessibili e progettati con un’attenzione significativa alla sostenibilità, i nuovi treni potranno trasportare oltre mille passeggeri. Ampie carrozze comunicanti, pianali ribassati, rampe automatiche per l’eliminazione delle barriere architettoniche, spazi dedicati al trasporto di biciclette ed e-bike con relative postazioni di ricarica: sono elementi che definiscono il profilo innovativo dei nuovi mezzi.
In un contesto di crescente sensibilità ambientale, la sostenibilità non è dettaglio marginale: il progetto consentirà un risparmio energetico fino al 35%, grazie anche all’utilizzo di materiali riciclabili per oltre il 96%. Un contributo concreto, dunque, all’obiettivo di modernizzare la rete ferroviaria riducendo l’impatto ambientale.
Come ha sottolineato lo stesso Melasecche, “l’acquisto dei nuovi convogli è stata una scelta coraggiosa e strategica, in grado di coniugare velocità, comfort e rispetto dell’ambiente, allineando il servizio ferroviario umbro agli standard europei”.
Il percorso che ha condotto all’arrivo dei nuovi treni Coradia Stream non è stato semplice. L’idea fu avviata nel 2018, ma si è scontrata negli anni con la pandemia, con i ricorsi amministrativi – arrivati fino al Consiglio di Stato – e con le resistenze istituzionali di chi, a livello nazionale, spingeva per escludere i treni regionali dalla direttissima, la tratta veloce che collega il Centro Italia con Roma.
“Nonostante il Covid e i ricorsi di una multinazionale concorrente, nonostante un orientamento ormai prevalente a eliminare i nostri regionali dall’alta velocità, abbiamo difeso con fermezza la necessità di costruire ex novo questi treni. L’Umbria è la regione che ne ha acquistati di più, perché storicamente penalizzata dalla sua posizione geografica, lontana dalle principali direttrici ferroviarie e autostradali”, ha ricordato Melasecche.
La deroga ottenuta dal Ministero delle Infrastrutture, guidato da Matteo Salvini, ha consentito negli ultimi anni ai treni umbri di restare provvisoriamente sulla direttissima, evitando penalizzazioni per i pendolari. Una misura destinata a essere superata dall’ingresso dei nuovi convogli, già programmati per il 2026.
La prospettiva offerta dai nuovi Coradia Stream va oltre il miglioramento tecnico. Le prestazioni più elevate non solo scongiurano un allungamento dei tempi di percorrenza - che rischiava di superare i 40 minuti aggiuntivi - ma consentiranno riduzioni tangibili rispetto agli attuali standard.
Secondo le stime, ad esempio, la tratta Terni-Roma Tiburtina potrà essere percorsa in circa 45-50 minuti, un tempo competitivo che rafforza il collegamento economico, culturale e sociale tra l’Umbria e la Capitale. Un passaggio che, nelle intenzioni, avvicinerà la regione al mercato del lavoro romano e amplierà le opportunità di interscambio.
Per Melasecche si tratta di un cambio di passo fondamentale: “Lo sviluppo si ottiene con scelte serie e lungimiranti, non con proclami di breve periodo. I disagi dei lavori in corso sulla rete sono inevitabili, ma dal 2026 in poi sarà un’altra musica”.
Il progetto si inserisce in una logica di medio-lungo periodo che punta a superare l’isolamento storico dell’Umbria, una regione spesso definita Italia di mezzo ma rimasta per decenni solo sfiorata dalle grandi infrastrutture. La combinazione tra l’avvio della Zona Economica Speciale (ZES) e l’arrivo dei nuovi convogli dà l’idea di una strategia che tiene insieme sviluppo economico e accessibilità.
La presentazione milanese restituisce quindi la fotografia di una regione proiettata verso un sistema di mobilità moderno, rispettoso dell’ambiente e competitivo nelle prestazioni. Non solo un’innovazione tecnica, ma un passo politico che si intreccia con scelte istituzionali difficili e con una visione che ambisce a rompere l’isolamento storico del territorio umbro.
In attesa che i nuovi treni entrino ufficialmente in servizio, la sfida sarà ora quella di accompagnare l’investimento con un’organizzazione efficace del servizio passeggeri, elemento decisivo per trasformare un’opera infrastrutturale in un effettivo volano di sviluppo.