La nuova legge sulla partecipazione dei lavoratori entra nel vivo del dibattito umbro e ridisegna la mappa delle relazioni industriali. A Nocera Umbra, nella sala dei sindaci, la Filca Cisl Umbria e la Cisl Umbria hanno riunito istituzioni, imprese, studiosi e rappresentanti del sindacato per un confronto che va oltre la cornice teorica e si proietta sulle implicazioni operative per il comparto edile. Un settore che, più di altri, vive le frizioni e le opportunità delle transizioni in corso.
L’iniziativa “Esserci per partecipare” ha restituito una fotografia nitida: con la Legge 76/2025, la partecipazione diventa uno strumento di democrazia economica, una leva di produttività, un modello di governance condivisa in cui il lavoratore non è spettatore, ma protagonista.
Tra gli interventi più attesi, quello di Enzo Pelle, figura di riferimento della Filca Cisl nazionale, che ha messo in evidenza come l’edilizia possieda già un’architettura consolidata su cui innestare la nuova normativa: la bilateralità, un sistema capace di unire rappresentanza, competenze e tutela.
“Noi in Filca - ha ricordato - abbiamo un grande esempio di partecipazione, ed è il sistema bilaterale, la modalità caratterizzante la nostra azione sindacale. È un modello che concepisce relazioni partecipate che non puntano alla sconfitta della controparte, ma all’individuazione di interessi comuni”.
Pelle ha insistito su un concetto chiave per il futuro del comparto: la bilateralità non sostituisce le relazioni industriali, ma le rafforza e stabilizza, soprattutto nei settori caratterizzati da imprese di piccola dimensione. È, come ha sottolineato, uno strumento che permette ai lavoratori di governare la partecipazione, garantendo corretta applicazione del contratto, qualità della rappresentanza e una gestione condivisa della complessità.
“La partecipazione dà concretezza alla democrazia economica: il lavoratore deve essere protagonista nella gestione e nei risultati. Le imprese devono capire che partecipare è un investimento sul futuro”.
Un approccio che guarda al medio-lungo periodo, inserendo nel perimetro della produzione elementi centrali come formazione, ricerca e innovazione.
Il segretario generale Filca Cisl Umbria, Emanuele Petrini, ha ribadito l’importanza di collocare il lavoratore al centro dei processi decisionali, soprattutto nei momenti di trasformazione strutturale.
“La partecipazione - ha spiegato - è un modello che guarda al bene collettivo. Chi meglio dei lavoratori può supportare le imprese nel miglioramento delle prestazioni? Una partecipazione attiva fidelizza, valorizza e rafforza le aziende”.
Petrini ha ricordato che anche il settore delle costruzioni ha contribuito in modo decisivo alla raccolta firme della Cisl che ha portato alla nascita della nuova legge, sottolineando la necessità di tradurla rapidamente in pratiche operative anche nelle realtà produttive umbre.
Il confronto, moderato da Vanni Petrelli dell’Ufficio stampa Filca nazionale, ha coinvolto un parterre ampio: la presidente della Regione Stefania Proietti (in collegamento), il sociologo Roberto Segatori, il presidente della Fondazione Tarantelli Emmanuele Massagli, l’onorevole Virginio Caparvi, esponenti del mondo industriale come Leone Bosi, Valerio Veralli, Simone Cascioli, e la rappresentante dell’associazione Communitas Laura Moro.
Massagli ha inquadrato la legge nella lunga traiettoria culturale del Paese: “La partecipazione nasce da un principio costituzionale di 77 anni fa. Nell’epoca della quinta rivoluzione industriale, se i lavoratori non sono protagonisti della transizione, finiranno per subirla”.
Un passaggio essenziale anche per comprendere la portata strategica della norma per settori a elevato turnover come l’edilizia.
Ampio spazio è stato dedicato al tema del welfare partecipato, con l’intervento di Laura Moro: “Il welfare deve essere partecipato perché è al servizio dei lavoratori. La sfida è ricostruire legami con i territori e con i diversi soggetti. Mettere insieme partner diversi genera ricchezza”.
In apertura, Monsignor Luigi Filippucci aveva richiamato la dottrina sociale della Chiesa e il Codice di Camaldoli come bussola di riferimento nel rapporto tra persona e lavoro.
A chiudere i lavori è stato Giuliano Bicchieraro, segretario regionale Cisl Umbria, che ha definito la Legge 76/2025 come un vero spartiacque nelle relazioni industriali.
“La partecipazione permette una migliore redistribuzione del reddito, va oltre la contrattazione e consente ai lavoratori di incidere nella gestione d’impresa. Restituisce una parte della ricchezza che generano, aumentando produttività, salari, sicurezza e benessere”.
Il dirigente ha sottolineato la centralità della bilateralità, definendola la forma più evoluta e diffusa di partecipazione in Italia: un modello capace di includere anche chi non è ancora sindacalizzato e di costruire un equilibrio moderno tra capitale e lavoro.
Il convegno di Nocera Umbra ha mostrato una strada precisa: investire su partecipazione, formazione e co-responsabilità come elementi strutturali del nuovo paradigma produttivo umbro. Un cambiamento culturale e operativo che, con la nuova legge, entra ora in una fase decisiva per imprese, lavoratori e istituzioni