Una bocciatura netta da Torgiano, una richiesta di approfondimento tecnico da Perugia. Il futuro del cosiddetto "Nodino", primo stralcio del Nodo di Perugia, continua a incontrare resistenze e perplessità. Nel corso della nuova audizione convocata dalla Seconda Commissione consiliare permanente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, presieduta da Letizia Michelini, le amministrazioni di Torgiano e Perugia hanno manifestato la loro posizione sul progetto, sottolineando dubbi e criticità.
Ma il confronto affonda le radici in una discussione ben più ampia, che da mesi agita la politica umbra e mette in luce i limiti strutturali della rete di mobilità regionale.
Per il Comune di Torgiano, il messaggio è stato chiaro. Il sindaco Eridano Liberti, affiancato dal vicesindaco Attilio Persia, ha ribadito con fermezza la contrarietà all’attuale configurazione del progetto. Una posizione non nuova, formalizzata già due anni fa con una mozione approvata all’unanimità dal Consiglio comunale.
"Se non ci sono novità rispetto al progetto ribadiamo quanto già espresso nel corso degli anni", ha spiegato Liberti. "Soltanto se cambiano le prospettive potrebbero cambiare anche le nostre posizioni". Le ragioni del no affondano le radici nella tutela del territorio: l'opera attraverserebbe una zona agricola di pregio, compromettendo l'integrità di un'importante azienda agraria e provocando un impatto ambientale ritenuto inaccettabile.
Già in passato, il Comune aveva richiesto modifiche e varianti al progetto, senza tuttavia ricevere ascolto. Solo nel caso di una riformulazione completa dell'intero Nodo di Perugia, ha aggiunto il sindaco, si potrebbe aprire un nuovo dialogo.
Diverso il tono usato dal Comune di Perugia, rappresentato in Commissione dall'assessore alla mobilità Pierluigi Vossi. Pur non esprimendo una contrarietà categorica, l’amministrazione guidata dalla nuova Giunta ha sottolineato la necessità di valutazioni più aggiornate e scientificamente fondate. Vossi ha ricordato come, negli ultimi mesi, siano stati avviati confronti con comitati, associazioni e opposizione politica per comprendere le reali necessità infrastrutturali del territorio, in particolare nella zona di Ponte San Giovanni-Collestrada.
Il progetto del "Nodino", secondo l’assessore, è oggi privo di copertura economica: i fondi stanziati nel 2022 per la progettazione esecutiva sono stati riallocati. Di fronte a questa situazione, il Comune di Perugia propone un cambio di approccio: attualizzare il quadro trasportistico, tenendo conto delle nuove opere infrastrutturali già finanziate, e affidare a un soggetto terzo uno studio indipendente per comprendere l’effettiva utilità e fattibilità del primo stralcio. "È necessario capire se le opere che si vorrebbero mettere in campo siano realmente risolutive del problema", ha spiegato Vossi.
La discussione sul Nodo di Perugia coinvolge anche il dibattito politico cittadino. Il consigliere Fabrizio Ferranti ha sottolineato che, secondo vecchi studi Anas, il Nodino ridurrebbe solo marginalmente il traffico: il 4% sul viadotto dei Volumni e l’11% sull’intera tratta fino al Silvestrini. Per Ferranti, tali dati vanno aggiornati per valutare l'impatto reale dell'opera.
Ferranti ha inoltre accusato l’opposizione di aver rispolverato il tema per fini elettorali: "Tutti, persino i sassi, sanno che questa infrastruttura è di competenza nazionale. Senza i finanziamenti del governo centrale, mai stanziati, nulla si può fare".
Intanto la presidente della Regione Stefania Proietti ha parlato di "ulteriori approfondimenti", mentre per l’opposizione si tratta solo di un modo elegante per dire no.
La posizione dei due Comuni contribuisce ad alimentare un dibattito che, dopo anni, resta ancora lontano da una sintesi. La Seconda Commissione, che ha già ascoltato nei giorni scorsi i rappresentanti di vari comitati favorevoli e contrari al progetto, prosegue dunque il proprio lavoro di audizione e approfondimento. Durante la seduta, non sono mancati interventi e osservazioni da parte dei commissari presenti, che hanno rivolto domande specifiche ai rappresentanti istituzionali.