La questione del Nodo di Perugia torna al centro del dibattito con un focus che non è solo infrastrutturale ma pienamente economico: costi, tempi, ritorni in termini di sicurezza e competitività. In Seconda commissione, la responsabile della struttura territoriale Anas Umbria, l’ingegner Anna Maria Nosari, ha messo in fila numeri e passaggi amministrativi.
Sul tavolo c’è un progetto che separa i flussi locali da quelli di lunga percorrenza, alleggerisce il cuore urbano e crea un corridoio più sicuro per merci e persone. Il perimetro è chiaro: il Nodo come variante alla E45 e al Raccordo Perugia–Bettolle, con priorità al Nodino Collestrada–Madonna del Piano.
Ogni giorno nell’area del cosiddetto Nodo di Perugia transitano oltre 70mila veicoli, con una quota elevata di mezzi pesanti e picchi critici nelle ore di punta. In termini economici significa tempi di percorrenza instabili, costi logistici più alti per le imprese, esternalità negative sulla qualità della vita nei quartieri più esposti.
La realizzazione del primo stralcio, il Nodino Collestrada–Madonna del Piano, secondo le stime presentate in Commissione, porterebbe a un taglio del 20% del traffico giornaliero medio e fino al 44% dei veicoli pesanti sul tratto più congestionato: un guadagno diretto in termini di efficienza della catena di fornitura e di sicurezza, con ricadute positive anche sul commercio e sui servizi dell’area ponte.
Il Nodo nasce da un impianto programmatico definito e iscritto nel contratto di programma 2021–2025: il primo stralcio Collestrada–Madonna del Piano vale 550 milioni di euro e, una volta reperite le risorse, si collocherebbe già nell’ambito dell’appaltabilità. Gli altri due segmenti – Madonna del Piano–Ospedale e Ospedale–Corciano – sono in diversa fase: per il primo è finanziata la progettazione (8,4 milioni), il secondo è ancora titolo privo di copertura.
L’architettura complessiva punta a separare traffico locale e nazionale, migliorare la funzionalità delle intersezioni, ridurre l’incidentalità e redistribuire i flussi sulle arterie più estese e sicure. Effetto collaterale desiderato: un miglioramento ambientale tangibile per il sistema urbano perugino, in particolare per Ponte San Giovanni.
In parallelo al Nodo, Anas stringe il calendario della manutenzione strategica. "Il tratto ricompreso nel Nodo" – ha spiegato Nosari – "ha bisogno di una serie di interventi di miglioramento. Sulla E45 stiamo realizzando, nel tratto da Perugia a Deruta, lo spartitraffico centrale in modo tale da alzare i livelli di sicurezza. I lavori termineranno ad inizio 2026".
"Sul Nodo si rendono necessari altri due prossimi interventi di adeguamento per la sicurezza stradale presso le gallerie della Pallotta (50 milioni di euro) e di Madonna Alta (23 milioni di euro)", prosegue la responsabile della struttura territoriale Anas Umbria. "Nel primo caso, Pallotta, i lavori verranno eseguiti nel periodo notturno ed avranno la durata di circa 2 anni con inizio a fine 2025; per l’altra galleria gli interventi verranno programmati per il prossimo periodo estivo del 2026".
Interventi che, per modalità e phasing, mirano a limitare gli impatti sulla viabilità ordinaria mantenendo attivi gli assi di scorrimento principali.
Sul fronte autorizzativo, Anas ha acquisito i pareri per l’intervento di potenziamento dello svincolo, ha aperto la Conferenza dei servizi in forma asincrona e ha trasmesso al Ministero le integrazioni progettuali richieste. La data di chiusura della Conferenza è fissata al 24 settembre: l’obiettivo dichiarato è l’affidamento congiunto della progettazione esecutiva e dei lavori, con apertura delle procedure di gara all’inizio del 2026.
La durata stimata dei cantieri è di circa due anni: in caso di calendario rispettato, l’avvio delle opere è previsto da inizio 2027. La cantierizzazione, viene assicurato, manterrà la piena attenzione alla continuità della viabilità esistente, compreso lo svincolo sulla via Adriatica di Ponte San Giovanni.