20 Oct, 2025 - 20:43

Non ancora individuato l'assassino di Hekuran Cumani a Perugia

Non ancora individuato l'assassino di Hekuran Cumani a Perugia

Non c’è alcun nome iscritto nel registro degli indagati sul quale si concentra in modo particolare l'attenzione degli inquirenti per l’omicidio di Hekuran Cumani il 23enne di Fabriano ucciso con una coltellata a Perugia.

Lo ha comunicato quest’oggi, lunedì 20 ottobre 2025, la Procura della Repubblica di Perugia, smentendo categoricamente la notizia circolata sul web secondo cui sarebbe già stato individuato l’autore del delitto.

Gli inquirenti precisano dunque che nessuno risulta attualmente ricercato come latitante per questo caso, mentre proseguono senza sosta le indagini per risalire al responsabile dell’accoltellamento mortale.

Nessun iscritto nel registro degli indagati

A fare chiarezza è un comunicato stampa firmato dal procuratore capo Raffaele Cantone, diffuso nel pomeriggio dalla Procura di Perugia.

La nota ufficiale sottolinea che, allo stato attuale, non risultano persone formalmente indagate per l’omicidio di Cumani, contrariamente a quanto insinuato da alcune voci online poi rivelatesi infondate.

“Fermo restando il doveroso rispetto per la libertà di stampa e di informazione – si legge nel comunicato – la propagazione di informazioni non veritiere in questa fase particolarmente delicata delle indagini rischia di creare non pochi problemi al complesso e delicato lavoro investigativo”.

Con queste parole, la Procura richiama alla responsabilità nel diffondere notizie: divulgare dettagli non verificati o falsi può ostacolare le investigazioni in corso e confondere l’opinione pubblica. L’appello è dunque a mantenere cautela e attenersi ai fatti accertati, soprattutto in un momento in cui le indagini sono ancora in pieno svolgimento.

La dinamica del delitto e le indagini in corso

Sabato 18 ottobre, alle prime luci dell’alba, Hekuran Cumani è stato trovato morto con una ferita d’arma da taglio nel parcheggio del Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università degli Studi di Perugia, in via Luigi Vanvitelli.

Il giovane, cittadino italiano di origini albanesi residente nelle Marche, si trovava nel capoluogo umbro per trascorrere una serata con amici in un noto locale universitario della zona.

Intorno alle 4:30 del mattino, all’uscita dal locale 100dieci, sarebbe scoppiata una lite per futili motivi tra due gruppi di ragazzi – uno proveniente dalle Marche e l’altro composto da giovani del posto – che è poi degenerata in una rissa nel parcheggio.

Nel tentativo di difendere il fratello minore durante l’aggressione, Hekuran si è messo in mezzo ed è stato colpito al torace da una coltellata rivelatasi purtroppo fatale.

Il fratello, anche lui ferito ma non gravemente, non è riuscito a vedere chi abbia sferrato il fendente mortale, così come nessuno degli altri testimoni presenti è stato in grado di indicare con certezza l’aggressore.

Dopo il colpo, Hekuran è stramazzato a terra e per lui non c’è stato nulla da fare: i sanitari del 118, accorsi sul posto assieme alla Polizia dopo una chiamata di emergenza, non hanno potuto far altro che constatarne il decesso sopraggiunto nel giro di pochi minuti.

Le forze dell’ordine hanno subito avviato le indagini, raccogliendo elementi sulla scena del crimine e ascoltando a lungo gli amici della vittima e gli altri giovani coinvolti nella rissa.

Fin dalle prime ore di sabato gli investigatori della Squadra Mobile, coordinati dal magistrato di turno, hanno lavorato ininterrottamente per ricostruire la dinamica dei fatti.

Tuttavia, la fase iniziale dell’inchiesta non ha prodotto indicazioni univoche sull’identità del killer: le testimonianze raccolte sono risultate frammentarie e contraddittorie, facendo ipotizzare anche possibili reticenze dovute allo shock o alla paura.

Inoltre, la principale difficoltà per chi indaga è la mancanza di immagini utili dalle telecamere di sorveglianza: il parcheggio universitario non era coperto da video, e i filmati interni del locale non hanno fornito spunti rilevanti.

Per questo gli investigatori stanno puntando su metodi tradizionali, analizzando ogni dettaglio e procedendo “alla vecchia maniera” – ad esempio sequestrando e esaminando i telefoni cellulari di tutti i ragazzi coinvolti – nel tentativo di far luce sull’omicidio.

Nel registro degli indagati sono stati comunque iscritti alcuni nominativi, ma esclusivamente per reati minori connessi a quella drammatica notte.

In particolare, risultano indagati due diciottenni (uno originario del Marocco e uno di origini tunisine, entrambi italiani di seconda generazione residenti a Perugia) per minacce aggravate e porto di oggetti atti a offendere.

I due sarebbero stati trovati in possesso di coltelli durante il caos scoppiato dopo la chiusura del locale: uno di questi coltelli – un grosso utensile da cucina – sarebbe stato introdotto sulla scena da una ragazza, fidanzata di uno degli indagati, giunta in auto con la lama nascosta a bordo.

Il primo coltello è stato recuperato senza tracce di sangue, mentre dell’altro l’arma non c’è più traccia.

Tra gli indagati figura anche un buttafuori del 100dieci: secondo quanto emerso, nel tentativo di separare i ragazzi che si stavano picchiando quando ormai erano spuntati i coltelli, il giovane addetto alla sicurezza avrebbe involontariamente colpito con un oggetto contundente proprio il fratello della vittima, causandogli lesioni.

Il vigilante avrebbe ammesso immediatamente di aver ferito per errore il ragazzo mentre cercava di sedare la rissa, spiegando anche di aver disarmato uno degli aggressori che brandiva un coltello.

Va ribadito che nessuna di queste persone risulta indagata per omicidio: ad oggi l’inchiesta per la morte di Hekuran Cumani procede a carico di ignoti, ovvero senza un sospettato formalmente accusato del delitto.

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Francesca Secci
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