Le Mole di Narni restano al centro della scena politica ed economica del sud dell'Umbria, con una nuova puntata della polemica tra i privati che hanno recintato l'area rivendicandone la proprietà e il Comune che ha realizzato nella zona importanti investimenti pubblici per lo sviluppo turistico. La polemica continua e anzi va avanti con una nuova escalation: dopo l’affondo dei privati della Domus Octavia e della società Le Mole srl - riconducibile a Francesco Bussotti Caponi, nipote di Alvaro Caponi - che ieri hanno accusato il Comune di inerzia, oggi arriva la replica durissima del sindaco Lorenzo Lucarelli. Una dichiarazione che ha il sapore della resa dei conti: il Comune rivendica, infatti, la legittimità dell’uso dell’area, la validità dei documenti firmati in passato e annuncia una risposta immediata alle chiusure ritenute abusive. Lo scontro, ormai, non è più amministrativo: è politico, giuridico e identitario, perché riguarda uno dei punti più simbolici delle Gole del Nera.
La controffensiva del sindaco è meticolosa e indirizzata a smontare punto per punto la versione dei privati. Lucarelli definisce l’iniziativa della società Le Mole srl “grottesca” e la indica come un "atto di irresponsabilità che danneggia la comunità". Soprattutto, richiama due elementi che considera inattaccabili e che, a suo dire, rendono nulle le pretese dei soggetti privati.
Il primo è il documento firmato dal professor Alvaro Caponi il 4 dicembre 2013: un’autorizzazione ventennale - valida fino al 2033 - che consente al Comune di gestire l’area e realizzare opere pubbliche. Un passaggio del testo viene citato dallo stesso sindaco, riportato in corsivo per la sua rilevanza: “nulla potrà eccepire e nulla avrà a pretendere la proprietà per le opere che saranno realizzate dal Comune di Narni”.
Un’espressione che, nella lettura del Comune, chiude ogni disputa sulla legittimità degli interventi realizzati nel tempo, incluso il solarium delle Mole.
A questo si somma la Concessione Demaniale rilasciata dalla Regione Umbria nel 2016, che riconosce formalmente al Comune il diritto di occupare e gestire l’area fino al 2033, imponendo anche obblighi di manutenzione e sicurezza. Due atti pubblici che, secondo Lucarelli, prevalgono senza margine di discussione sul recente contratto di locazione privato stipulato da terzi.
Per questo il sindaco giudica le pretese dei privati “prive di ogni legittimità”. L’idea che un contratto privato possa scavalcare concessioni e autorizzazioni pubbliche, peraltro di durata ventennale, viene definita una forma di speculazione privata su un bene collettivo.
Il gesto più contestato resta l’installazione delle barriere da parte della società Le Mole srl, ritenute dal Comune abusive e responsabili dell’interruzione della fruizione pubblica. Una chiusura che ha impedito l’accesso alla zona del solarium, con ripercussioni su turisti, residenti e attività che orbitano intorno alle Gole del Nera.
Lucarelli lo sottolinea chiaramente: “il Comune difenderà con ogni mezzo l’interesse pubblico” e procederà alla rimozione immediata delle barriere, oltre a chiedere il risarcimento dei danni. Una posizione che indica un cambio di passo: non più una gestione prudente del contenzioso, ma una linea frontale che punta a riaffermare il principio della tutela del bene pubblico.
La conclusione del sindaco, che chiude il comunicato con una frase volutamente marcata in corsivo, è la dichiarazione politica che sintetizza la strategia dell’amministrazione: “Il Comune di Narni rimarrà sempre dalla parte dei cittadini”.
Una chiusura che non lascia spiragli a interpretazioni: il confronto con i privati proseguirà, ma la linea dell’ente è ormai tracciata. E la vicenda de Le Mole contese si avvia a diventare uno dei casi amministrativi e territoriali più rilevanti degli ultimi anni in Umbria.